No Virtual Day: niente cellulari
Un’iniziativa controcorrente. Per rimarcare l’essenzialità degli incontri reali. In carne ed ossa.
L’iniziativa organizzata dal filosofo Emanuele Franz a Udine, sabato 16 dicembre, alle 17.30 al Grappolo d’oro
Ad ideare il primo evento denominato “No Virtual Day” è il filosofo Emanuele Franz che dà appuntamento a tutti i suoi contatti virtuali, sparsi nelle varie piattaforme social, a Udine. Il fatidico giorno senza telefonini, come pure senza gli altri strumenti digitali che troppo tempo stanno rubando alla vita vera, si terrà sabato 16 dicembre, all’osteria Grappolo d’oro, in via Stringher alle ore 17:30.
Si tratta di un’occasione nata sia per conoscere i numerosi sodali di Franz, reduce da poco da un viaggio epocale in Armenia, sia per ribadire l’insostituibilità della conoscenza diretta e degli scambi reali, concreti, vivi che si estrinsecano solo guardandosi negli occhi e parlandosi de visu senza schermi e senza barriere artificiali.
L’ipertecnologizzazione e le comunicazioni divenute ormai asfittiche e spesso vuote, a causa della mancanza della necessaria fisicità correlata alle dinamiche comunicative, stanno portando tutti noi verso un pendio scivoloso che rischia di inabissare la nostra umanità e, con essa, la comunità fondata su relazioni e non su messaggistica e chat.
Il No Virtual Day, che si estende anche a quanti, sabato, vorranno unirsi a questa battaglia sacrosante per limitare l’uso del virtuale e mettere in risalto la supremazia dell’incontro reale e dello scambio di opinioni fra persone, e non tramite mezzi informatici, vorrebbe diventare un inno al controllo necessario da esercitare sull’eccesso tecnologico alterante la normalità a rischio estinzione.
“Vorrei che questo evento – anticipa il filosofo – potesse assurgere a momento di riflessione e, magari, estendersi su vasta scala, magari a livello regionale, per dare un segnale forte a non finire ingabbiati dentro la rete e dentro i cellulari”.
I social network non solo devono essere regolamentati, ma soprattutto non possono diventare la bilancia di una vita anonimizzata e spenta dietro e dentro gli schermi. La vita relazionale e la conoscenza diretta devono ritornare ad essere il perno di una società normale che sembra essersi capovolta con la testa e il cuore sottosopra. Incarcerati in un virtuale che è alienante e pericolosamente dominante.
Rimettiamo al centro il cuore pulsante e la testa pensante…
Irene Giurovich