Crac Banca Popolare di Vicenza, la Cassazione rinvia gli atti alla Corte Costituzionale
Ieri, 14.12.23, in tarda serata, dopo un’intera giornata di udienza di discussione alla presenza anche di una delegazione di parti civili e di Zonin, la Quinta Sezione penale della Corte di Cassazione ha emesso l’ordinanza di rinvio alla Corte Costituzionale del procedimento che riguarda il crac della Banca Popolare di Vicenza e per il quale sono imputati l’ex presidente Gianni Zonin, gli ex dirigenti Paolo Marin e Andrea Piazzetta, l’ex vicedirettore generale Emanuele Giustini e Massimiliano Pellegrini. In particolare è stata sollevata la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 2641 del codice civile in relazione alla nostra Carta costituzionale e alla CEDU. La questione che viene sottoposta al sindacato della Corte Costituzionale riguarda la confisca obbligatoria per equivalente dei beni utilizzati per commettere il reato per sospetto contrasto col principio costituzionale, convenzionale ed europeo di proporzionalità.
Il Tribunale di Vicenza , in primo grado, infatti, aveva disposto la confisca dei agli imputati per un valore di 963 milioni di euro. Tale misura era stata poi revocata in appello a Venezia. Il Procuratore Generale e le parti civili in Cassazione hanno insistito per la conferma di tale misura. La Corte di Cassazione ha stabilito, dunque, che il processo, e con esso anche il decorrere della prescrizione dei reati, resterà sospeso sino a che la Corte Costituzionale non deciderà sulla proporzionalità della maxi sanzione. Il Procuratore Generale, inoltre, ha richiesto il rinnovamento del dibattimento nei confronti dell’ex dirigente al Bilancio Massimiliano Pellegrini al fine di sentire ulteriori testi.
In appello erano stati inflitti 3 anni e 11 mesi di reclusione nei confronti dell’ex presidente Zonin e del vice Direttore Generale Piazzetta, 2 anni e 4 mesi di reclusione nei confronti di Paolo Marin, 3 anni e 11 mesi di reclusione nei confronti di Massimiliano Pellegrini e 2 anni e 7 mesi per Giustini. Ora con l’Ordinanza della Corte di Cassazione si apre un nuovo capitolo dal quale dipenderà l’applicazione o meno della confisca al processo nei confronti degli ex vertici di Banca Popolare di Vicenza. Ciò fa presumere ed auspicare che venga emessa una sentenza volta a sancire le responsabilità degli ex vertici. La presidente di Consumatori Attivi, avv. Barbara Puschiasis, presente anch’essa all’udienza unitamente ad una delegazione di risparmiatori coinvolti nel Crack della banca e dei loro legali, avv.ti Massimo Borgobello e Denaura Bordandini, sottolinea come ora più che mai sia necessario continuare a seguire passo passo quelle che si prospettano essere le battute finali di un processo che sta andando avanti dal 2018 e che ha permesso di fare luce su dinamiche che hanno portato alla rovina oltre 200.000 risparmiatori. Per quanto riguarda questi ultimi c’è una nota positiva già ora. L’eventuale prescrizione dei reati non travolge gli effetti civili della pronuncia. Dunque, laddove dovessero essere confermate le statuizioni civili con la condanna degli imputati al pagamento provvisionale sui danni subiti dai risparmiatori, comunque sarebbe definitivamente sancita la responsabilità verso chi incolpevolmente è stato indotto ad acquistare azioni anche accendendo finanziamenti. La più grande vittoria comunque resta la costituzione del Fondo Indennizzo Risparmiatori che sta permettendo ad oggi di ottenere un indennizzo pari al 40% per coloro che hanno fatto domanda. Si tratta di uno strumento straordinario ed unico nel suo genere che è stato frutto dell’impegno di Consumatori Attivi e di tutte le altre associazioni che con essa si sono mosse per rappresentare i diritti dei risparmiatori.