Carta europea della disabilità. Lizzi: “Giù tutte le barriere burocratiche, non solo quelle architettoniche”
L’europarlamentare Elena Lizzi, del gruppo Lega-Identità e Democrazia, esprime grande soddisfazione per l’approvazione all’unanimità in Commissione per l’occupazione e gli affari sociali (EMPL), della proposta di direttiva per l’istituzione della Carta europea della disabilità e del Contrassegno europeo di parcheggio per le persone con disabilità.
“Uno strumento come la Disability Card potrà garantire certezza e rimuovere le barriere amministrative sia per le persone con disabilità sia per gli operatori pubblici e privati di servizi, strutture e attività” commenta Lizzi, relatrice ombra della proposta di direttiva, che ha ospitato a Bruxelles i rappresentanti della “Consulta Regionale delle Associazioni delle Persone con Disabilità e delle loro famiglie del Friuli Venezia Giulia” e più recentemente quelli dell’associazione “Diritto di parola” di Gorizia e la messaggera regionale dell’associazione “Fiaba Onlus”.
“Ancora oggi capita – dichiara Lizzi – che quando soggiornano per brevi periodi in uno degli Stati membri, per esempio per turismo, i disabili siano privi di quei diritti e di quelle tutele già riconosciutigli nel proprio Paese”.
Una volta approvate, le Carte saranno rilasciate secondo procedure nazionali; inoltre potranno essere anche elettroniche e garantire la massima privacy (non potrà essere specificato il tipo di disabilità). Essendo una direttiva vincolante, i singoli governi avranno 18 mesi per recepire la normativa e 30 mesi per applicarla.
L’Italia vanta un primato in Europa: aver istituito il Ministero per le disabilità per volere politico della Lega Salvini Premier, rappresentato dal Ministro Alessandra Locatelli, con cui mi relaziono puntualmente, che avrà l’onore e l’onere di guidare sul territorio italiano l’applicazione.
“Mi auguro che ora il confronto finale in sede di trilogo con il Consiglio dell’Ue e la Commissione Europea proceda spedito e si possa arrivare all’approvazione della direttiva prima della scadenza della legislatura – conclude Lizzi – è una questione di quella civiltà del diritto su cui l’Europa deve ritrovare le basi”.