Consorzio Bonifica Pianura Friulana: incontro chiarificatore sui nuovi canoni
Domani, 16 febbraio, un altro incontro pubblico in Cciaa Udine
Un confronto sereno ma anche franco, durante il quale i tecnici del Consorzio di bonifica pianura friulana hanno illustrato ai sindaci e ad alcuni assessori dei comuni di Moimacco, Remanzacco, Moruzzo, Faedis, Buja, Povoletto, Treppo Grande, come e perché sono state individuate le nuove aree in cui ricadono le utenze relative ai canoni 2024 (lavori idraulici e manutenzione del territorio, non irrigazione), rispondendo quindi anche ai dubbi dei cittadini che a loro volta si erano rivolti ai sindaci per ottenere chiarimenti sull’avviso dell’ente consortile, ricevuto per la prima volta.
Tutta “colpa” del nuovo piano di classifica, aggiornato dopo quasi 20 anni secondo lo studio affidato dal Consorzio all’Università di Udine, che ha perimetrato le nuove zone di intervento dell’ente consortile per mitigare il rischio idrogeologico e prevenire esondazioni e allagamenti nel territorio. Ad esempio nel Comune di Povoletto sono presenti i manufatti idraulici dei rii Maggiore e Falcone che hanno impedito anche nel recente passato l’allagamento di larghe porzioni del territorio comunale. La loro manutenzione è affidata al Consorzio, che ha provveduto alla progettazione e realizzazione delle opere.
Presenti alla riunione in sede consortile, per il Consorzio, la presidente Rosanna Clocchiatti, il direttore generale Armando Di Nardo, il direttore aggiunto Stefano Bongiovanni, il vicedirettore Massimo Ventulini, l’ing. Barbara Fico e il geometra Mauro Vidoni. Il direttore Di Nardo ha ricordato la mole di lavori, anche di diversa tipologia (dalla bonifica ambientale all’irrigazione ai dragaggi), eseguita e in corso di realizzazione dal Consorzio con risultati eccellenti e celeri (l’ultimo, il ponte a Martignacco riaperto un giorno in anticipo).
“I canoni 2024 sono calati del 12%, a fronte dell’aumento del numero di consorziati. L’entrata dei nuovi consorziati incide per circa100mila euro su una diminuzione complessiva di 1 milione 400mila, a dimostrazione che le cartelle giunte ai cittadini non hanno certamente la finalità quella di fare cassa”. In pratica, le 73mila utenze che pagavano i canoni del vecchio piano ora verseranno meno, mentre circa 3.400 sono le nuove cartelle inviate a imprese e cittadini. Il documento, prima della sua approvazione in Regione, è stato preceduto da una consultazione avvenuta nel 2023 nel territorio con incontri e il coinvolgimento delle istituzioni. E’ stato poi approvato all’unanimità dal consiglio dei delegati e pubblicato all’albo pretorio di tutti i Comuni per eventuali opposizioni e osservazioni (che non sono pervenute).
Al termine della riunione è stata confermata l’efficacia dell’azione consortile sul territorio, per il servizio irriguo e per la prevenzione del rischio idrogeologico, sempre più necessaria per i cambiamenti climatici in corso. E’ stata condivisa la necessità di rafforzare la collaborazione fra Consorzio e Comuni, sia per quanto riguarda i programmi di intervento sul territorio dei diversi comuni che per l’individuazione delle priorità. Si è anche convenuto di sostenere una maggiore partecipazione dei cittadini sul territorio tramite incontri specifici nei diversi comuni. Per quanto riguarda i canoni, il Consorzio ha specificato che quelli giunti ai consorziati in questi giorni sono avvisi che non hanno valore coattivo, e che prima di avviare la procedura di riscossione verrà inviata una nota di richiamo e sollecito al pagamento.
“La collaborazione con le amministrazioni comunali e con il territorio è essenziale per l’attività consortile – commenta la presidente Clocchiatti -. Abbiamo già effettuato durante il 2023 oltre 50 incontri sul territorio, ma ci impegniamo ad andare ovunque sarà richiesta la nostra presenza per illustrare l’attività e i benefici che i consorziati si attendono a fronte del pagamento del canone. Importante è il confronto, perché sui temi dell’acqua e sulla tutela idraulica siamo tutti consapevoli di quanto sia necessaria l’attività di prevenzione per la messa in sicurezza del territorio e assicurare quindi la protezione alle comunità insediate e al loro patrimonio”.