Il coro Artemìa di Torviscosa al festival di Sanremo
L’intervista di USCI Friuli Venezia Giulia al direttore Denis Monte
Dicono che il palco dell’Ariston emozioni come nessun altro nei giorni del festival di Sanremo, perché gli occhi di tutta Italia sono puntati sulla manifestazione che riesce a unire in maniera trasversale un pubblico estremamente eterogeneo per età e interessi. Quest’anno l’evento, nell’ultimo anno della direzione artistica di Amadeus, ha raggiunto livelli di ascolto da record, integrati da un aumento esponenziale della fruizione su piattaforme online.
Tra tutte le serate è particolarmente amata quella delle cover, perché mette i cantanti davanti a un’ulteriore prova, ovvero la capacità di dimostrarsi musicisti di valore fuori dalla comfort-zone, attraverso la scelta di un brano, un arrangiamento, un partner adatto nella performance. Tra gli artisti scelti dai protagonisti di Sanremo 2024 c’è stato quest’anno un numero particolarmente alto di gruppi corali, tra i quali uno dalla nostra regione.
Sono stati tre i cori coprotagonisti al fianco di alcuni dei cantanti in gara. Mahmood ha scelto di collaborare con i celebri Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu” in un’interpretazione di Come è profondo il mare di Lucio Dalla. La debuttante Clara, vincitrice di Sanremo Giovani, ha duettato con Ivana Spagna nel brano Il cerchio della vita, versione italiana della hit di Elton John per la colonna sonora del film Il Re Leone, coinvolgendo anche il Coro di voci bianche del teatro Regio di Torino. La quota Usci Fvg è arrivata invece con Annalisa che insieme al duo La Rappresentante di lista e al coro Artemìa di Torviscosa ha interpretato Sweet dreams (are made of this) degli Eurythmics. Occhiali neri, capelli tirati e completo scuro con cravatta, le coriste preparate da Denis Monte sono entrate perfettamente nella parte e nell’atmosfera, interpretando le intenzioni dell’esibizione con grande professionalità e precisione nella voce e nella mimica. Aver accompagnato una delle cantanti favorite di questa edizione ha regalato al coro grande visibilità. Il video pubblicato su RaiPlay ha già superato sulla piattaforma Youtube il milione e mezzo di visualizzazioni. Il coro Artemìa non è nuovo a grandi eventi pop, avendo già collaborato diverse volte con Elisa su palcoscenici prestigiosi.
«Ci è capitato spesso di salire su palchi importanti: al parco della musica a Roma, agli Arcimboldi a Milano, all’Arena di Verona», racconta il direttore Denis Monte, che su questa esperienza speciale aggiunge: «Questo palco ha qualcosa in più: è un luogo dove per una settimana all’anno si fa la storia della musica leggera italiana (e del costume). Senti la responsabilità di dover fare bene per quello che rappresenti agli occhi dell’Italia e del mondo intero, davanti a 11 milioni di persone collegate in quel momento da tutto il mondo. Entrare all’Ariston dalla platea e guardare quel palco che abbiamo visto per anni in TV, tra mille domande e curiosità che avremmo voluto soddisfare, ci ha emozionato molto».
Come è stato vivere il backstage del Festival?
Abbiamo vissuto per due giorni un’atmosfera surreale. Bisogna esserci dentro per capire la complessità di un evento del genere; tutto il lavoro che c’è dietro alle quinte è qualcosa di inimmaginabile, sembra di essere in un enorme formicaio dove ogni persona corre, ha un suo ruolo e compito e sa esattamente cosa fare. Anche gli artisti che abbiamo incontrato nella red room (la sala adiacente al palco) erano concentrati, ma disponibili. Gli stessi artisti che vedi ai concerti o in televisione qui erano a portata di mano: volendo potevi scambiarci un pensiero o una parola, una battuta, forse perché lì dentro eravamo tutti considerati “del mestiere”.
Cosa ha lasciato nelle ragazze del coro questa esperienza?
Per il coro sono felice di aver lasciato un altro indelebile ricordo nella loro memoria, di aver rinnovato ancora la passione e l’entusiasmo che sono fondamentali per fare gruppo.
Abbiamo avuto questa importante opportunità che non è arrivata certamente per caso ma è frutto di un lavoro iniziato vent’anni fa. In questo lungo periodo le ragazze hanno sempre dimostrato una grande professionalità, pur essendo un coro amatoriale, e mi fa piacere che questo sia stato notato anche dagli addetti ai lavori, dal direttore d’orchestra, dal direttore di palco, da tutto lo staff di Annalisa che ha notato la precisione, la puntualità e la discrezione del coro.
Hanno avuto un percorso di crescita inimmaginabile, con opportunità che penso nessun altro coro italiano abbia avuto. Il gruppo ha fatto esperienze con diversi generi e proposte e si è sempre comportato in maniera ineccepibile. Sono molto fiero di loro e di noi come gruppo, della crescita che hanno vissuto. L’ambiente del coro è davvero un ambiente sicuro e confortevole, che le ha aiutate a diventare le persone che sono.
Milioni di spettatori in diretta, grandi numeri nelle visualizzazioni online, citazioni in programmi televisivi tra i quali anche Che tempo che fa, dove Annalisa ha voluto sottolineare la vostra collaborazione nella sua intervista con Fabio Fazio, sono sicuramente elementi che regalano grande motivazione.
Penso e spero che la nostra partecipazione al Festival di Sanremo abbia dato una spinta alla coralità, soprattutto giovanile, in Italia. Spero che i tantissimi ragazzi e ragazze che ci hanno visto abbiano capito che il coro è un’esperienza da provare. La musica vocal pop li può avvicinare a questo mondo e da lì possono scoprire la bellezza del canto polifonico più in generale.
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BUONA LETTURA !