Al Teatro Verdi di Trieste, la Cenerentola di Rossini
Grazie al duo registico Paolo Gavazzeni & Piero Maranghi, eclettici sperimentatori d’arte dalla Scala alla televisione e dal ’20 inedito collettivo di regia per opere rare e spesso baciate da un irresistibile sense of humour, due anni fa il Teatro Carlo Felice di Genova ha liberamente ricreato lo spirito del bellissimo allestimento del 1978 di Luzzati, tanto celebrato da essere oggi oggetto di collezionismo d’arte.
Il fortunatissimo omaggio ad uno dei geni del Novecento italiano arriva dunque a Trieste dal 26 aprile al 5 maggio, riportando la Cenerentola di Rossini al pubblico giuliano dopo una lunga assenza: lo spiccato accento comico della regia di Gavazzeni e Maranghi ha suscitato a Genova un notevole successo di pubblico, in una delle rare occasioni teatrali in cui la schietta risata si è sposata a grandi applausi e ripetuti sold out, per un allestimento che sa sedurre e riporta anche all’opera un autentico valore aggiunto di intrattenimento alto.
Sul podio per questa speciale occasione, imperdibile sia per gli amanti della grande musica di Rossini ma anche per gli appassionati d’arti visive, il Direttore Musicale Enrico Calesso, da anni ormai dedito ad una costante ricerca sul repertorio mozartiano e rossiniano con un’ampia pletora di titoli del grande pesarese al suo attivo.
La Cenerentola viene eseguita, come racconta Enrico Calesso: “Seguendo un uso già ben presto consolidato della prassi, non vengono eseguiti in questa produzione triestina i tre numeri composti da Luca Agolini per la prima esecuzione e viene inserita la Scena ed Aria di Alidoro che Rossini compose successivamente per Gioacchino Moncada (Roma, 1820). L’opera viene eseguita senza tagli nei numeri chiusi; alcuni ne sono invece apportati nei recitativi. Nell’organico orchestrale non sono presenti le percussioni.”
E nel cuore di un ottimo cast di voci giovani ma di grande esperienza sul repertorio, come Laura Verrecchia e Aya Wakizono per Angelina, o il tenore Dave Monaco già protagonista al Rossini Opera Festival di Pesaro per Don Ramiro e il tenore rossiniano spagnolo Juan de Dios Mateos, finalmente torna al Teatro Verdi il friulano e triestino d’adozione Giorgio Caoduro, oggi considerato nel mondo uno dei migliori basso-baritoni proprio nel repertorio rossiniano e soprattutto nel ruolo di Dandini, che per primo l’ha portato alla ribalta internazionale. In alternanza con Caoduro il ventiquattrenne leccese Pierpaolo Martella, già nel ruolo allo Sferisterio di Macerata.
Don Magnifico vedrà invece sul palco del Verdi il basso napoletano Carlo Lepore, che nella sua solidissima carriera trentennale ha cantato sotto la bacchetta di direttori del calibro di Abbado, Sir Colin Davis, Chailly, Mariotti, Pappano fra i tanti, e il consolidato basso-baritono calabrese Vincenzo Nizzardo, altra voce esperta del ruolo.
Il Direttore Musicale Enrico Calesso aggiunge: “La raffinatissima rimodulazione del genere Opera Buffa viene portata da Rossini già con Il Barbiere di Siviglia a un’ulteriore dimensione, grazie all’introduzione di nuovi contrasti di carattere e di una più complessa caratterizzazione psicologica dei personaggi, con momenti di malinconia, affanno e sofferenza resi musicalmente in modo mirabile e tipico dell’opera seria. Con La Cenerentola questa contaminazione si spinge fino ad un vero e proprio romanzo di formazione, con una sottolineatura estremamente netta da un lato della non appartenenza di Angelina al mondo immorale ed arrogante cui la sua esistenza è consegnata, e dall’altro della sua presa di coscienza progressiva del suo destino fino al trionfo finale contro i soprusi arbitrariamente subiti……L’orecchio dell’ascoltatore viene dunque costantemente guidato lungo il processo di completo disvelamento della natura della protagonista, declinato attraverso una lunga serie di contrasti con la comicità di Don Magnifico, l’irrequieto e scanzonato nervosismo di Dandini, l’incorreggibile stupidità delle sorellastre e gli ingegnosi interventi del maestro Alidoro – in una commistione perfetta di elementi buffi e seri che fanno di quest’opera un capolavoro della commedia rossiniana”
Paolo Rodda, Direttore Artistico del Verdi, sottolinea invece: “E’ per noi un grande risultato veder tornare al Verdi dopo una magnifica carriera internazionale, Giorgio Caoduro e siamo felici che il suo ritorno si incastoni proprio in questa stagione, che ha dimostrato e sta ancora dimostrando, tutta la creatività e la qualità delle maestranze artistiche del nostro teatro che ambisce di nuovo alla ribalta dell’attenzione nazionale ed internazionale a maggior decoro della reputazione di Trieste città d’arte e cultura”.
Il Sovrintendete Giuliano Polo chiosa così il proseguo della stagione in corso: “Siamo soddisfatti dei nuovi ritmi del Verdi, la cui stagione estiva nell’ambito di Trieste Estate è già stata lanciata grazie all’impegno del Comune e siamo anche felici che la novità di alcuni titoli, magari meno immediatamente riconoscibili rispetto al repertorio più tradizionale, attirino nuovo pubblico e soprattutto siano la base per nuove collaborazioni in città. Con la produzione di Cenerentola poi saremo al Teatro Giovanni da Udine in doppio appuntamento, il 24 maggio con la prova generale aperta alle scuole e il 25 con la recita vera e propria, a rimarcare ancora una volta il ruolo di servizio del Verdi per tutta la regione”