La storia dei Santi Ermacora e Fortunato
“Dai Santi al Rinascimento: Il Casato Agricola e l’Ordine di Ermacora e Fortunato. Luce e Fede nel cuore del Friuli”
Nel tessuto ricco e variegato della tradizione cristiana italiana, poche storie brillano con l’intensità di quelle dei Santi Ermacora e Fortunato, patroni venerati dell’arcidiocesi di Udine e di Gorizia. Celebrati il 12 luglio, la loro festa non solo segna un momento di profonda devozione religiosa, ma rappresenta anche un punto di incontro tra fede, storia e tradizioni popolari nel cuore pulsante del Friuli.
La narrazione delle vite di Ermacora, primo vescovo di Aquileia, e di Fortunato, suo fedele diacono, affonda le radici nelle prime comunità cristiane del Nord Italia. Raccontare la loro storia significa viaggiare indietro fino ai primordi del cristianesimo in questa regione, quando ancora la nuova fede cercava strade per insinuarsi nel tessuto sociale e culturale dell’Impero Romano. La venerazione di Ermacora e Fortunato rimane impregnata di simbolismo: rappresentano la luce della fede cristiana che illuminava un mondo antico caratterizzato da credenze ben diverse.
La leggenda narra di un incontro significativo che segnò l’inizio della loro venerazione: l’apostolo Pietro, dalla sua sede a Roma, inviò Marco, discepolo ed evangelista, a portare la buona novella ad Aquileia. Il viaggio di Marco si fece portatore di miracoli e rivelazioni divine già prima del suo ingresso nella metropoli altoadriatica.
L’incontro con il giovane lebbroso Ataulfo, della nobile stirpe di Ulfila, diventa un simbolo dell’amore e della misericordia che stanno al cuore dell’insegnamento cristiano. La guarigione di Ataulfo per mano di Marco non è solo un atto di fede, ma anche il primo di una serie di eventi che porteranno alla conversione dell’intera famiglia e, simbolicamente, di una parte significativa della regione.
La festa di Ermacora e Fortunato, ancora oggi, è intrisa di quella profonda fede e di quei miracoli che caratterizzarono l’alba del cristianesimo in Friuli. Celebrarli significa non solo ricordare due figure chiave della tradizione cristiana locale, ma anche riscoprire quelle radici di fede, speranza e comunità che continuano a nutrire la spiritualità della regione.
La missione di Marco ad Aquileia si concluse con un gesto significativo: portò con sé a Roma Ermacora, un uomo di profonda fede e integrità, per essere consacrato vescovo direttamente dall’apostolo Pietro. Questa consacrazione segnò non solo un momento cruciale nella vita di Ermacora ma anche nelle sorti del cristianesimo nella regione aquileiese. Con fervore ininterrotto, Ermacora tornò nella sua terra, intraprendendo una instancabile opera di evangelizzazione, fondando la comunità cristiana locale su solide basi di fede e devozione.
Il periodo di relativa pace ebbe tuttavia fine con l’ascesa al potere del preside Sebasto. I crescenti successi di Ermacora nell’attrarre le persone alla nuova fede iniziarono a suscitare l’ira dei sacerdoti pagani. La richiesta di intervento contro Ermacora fu esaudita da Sebasto, che lo fece arrestare e sottoporre a dure prove nella speranza di vederlo rinunciare alla sua fede. Ermacora, tuttavia, non solo resistette alle torture con un coraggio che commosse la popolazione di Aquileia ma continuò a diffondere il messaggio di Cristo perfino dalla sua cella. La sua incrollabile fede condusse alla conversione di molteplici aquileiesi, inclusi Ponziano, il suo carceriere, e altre figure di spicco della comunità.
La tensione raggiunse il culmine quando, su sollecitazione dei sacerdoti pagani, Sebasto si trovò costretto a condannare Ermacora e il suo fedele diacono, Fortunato, alla pena capitale. La sentenza, eseguita in segreto per evitare disordini pubblici, non mise fine al legame tra Ermacora, Fortunato e la comunità di fedeli. Le loro spoglie, sepolte presso le mura della città, divennero luogo di pellegrinaggio, teatro di innumerevoli miracoli che attestavano la loro santa intercessione.
La storia di Ermacora e Fortunato è un testamento luminoso della forza della fede e del potere della testimonianza cristiana di fronte alle avversità. Nel ricordo del loro sacrificio, i fedeli trovano ancora oggi ispirazione e sostegno, rinnovando il proprio impegno a vivere secondo i valori.
La devozione nei confronti dei Santi Ermacora e Fortunato, radicata profondamente nelle tradizioni spirituali e culturali dell’Alto Adriatico e oltre, ha attraversato secoli e confini, affermandosi come un elemento distintivo dell’eredità cristiana nella regione e nelle aree circostanti. Questa venerazione, originata nell’antichità, testimonia il profondo impatto spirituale e metropolitico che la Chiesa di Aquileia ha esercitato, estendendosi fino a Lubiana, dove Ermacora e Fortunato sono co-patroni dell’Arcidiocesi, nonché in diverse zone del Cadore, dell’Istria e dell’Austria.
Nel 1887, l’istituzione della Confraternita dei Santi Ermacora e Fortunato a Chions ha segnato un capitolo significativo nella storia della venerazione dei due santi, con la creazione di una scuola privata a loro dedicata e l’adozione di simboli ricchi di significato religioso, che riflettono la profondità della fede e l’impegno delle comunità locali nel perpetuare il loro culto.
La quiescenza della Confraternita nel 1967 non ha segnato la fine della devozione. Al contrario, nel 2024, con la fondazione dell’Ordine dei Santi Ermacora e Fortunato, si è assistito a una rinascita e a un rinnovamento di questo impegno spirituale sotto la guida e la protezione della storica famiglia Agricola. Quest’Ordine non solo invoca la memoria dell’antica Confraternita ma si incardina profondamente nelle radici storiche e spirituali del territorio, ricollegandosi alla prestigiosa linea della famiglia che ha origini nell’epoca del Sacro Romano Impero e che ha trovato un legame indissolubile con il Patriarcato di Aquileia.
La storia dei Santi Ermacora e Fortunato, e il persistente onore che gli viene tributato, riflettono un intrigante intreccio di fede, storia e comunità che si estende ben oltre i confini geografici e temporali. La loro eredità continua a essere una fonte di ispirazione, non solo per le comunità locali ma per tutti coloro che cercano esempi di fede incrollabile e di dedizione al servizio degli altri.
In definitiva, la perenne venerazione dei Santi Ermacora e Fortunato, arricchita dalla storica fondazione dell’Ordine e dalle manifestazioni di fede che persistono nel tempo, dimostra che i valori di solida fede e di comunità, trasmessi attraverso i secoli, continuano a essere pilastri fondamentali per la cultura e l’identità dei luoghi che ne sono stati testimoni.
Nel percorso di continuità e rinnovamento della devozione ai Santi Ermacora e Fortunato, emerge la transizione storica dalla Confraternita, entrata in quiescenza nel 1967, all’istituzione del nuovo Ordine dei Santi Ermacora e Fortunato nel 2024.
Richiamando i principi dell’antica Confraternita e rinvigoriti dalla sancita protezione ecclesiastica del 11 febbraio 2024, secondo il diritto canonico, l’Ordine riafferma la sua missione in un tessuto culturale profondamente legato alla memoria storica di Aquileia.
Sotto l’egida del Casato Agricola, che esercita la propria storica prerogativa di Fons Honorum, questo nuovo capitolo si avvale del ricco retaggio e dei valori condivisi, tracciando un filo diretto che connette l’antico all’odierno. Con radici che affondano nella nobiltà germanica e si espandono nell’Italia, culminando nella lunga storia di Leonardo Agricola e nelle generazioni future, il Casato dimostra un impegno indelebile alla preservazione e alla promozione della fede e della cultura dei Santi Ermacora e Fortunato, simboli di un’eredità spirituale e comunitaria senza tempo.
Nell’ambito della celebrazione e nella ricognizione storica dei Santi Ermacora e Fortunato, emerge con preminenza la dedizione e il contributo della famiglia Agricola, un casato di origine storica che ha intrecciato il proprio destino a quello dell’evoluzione culturale e spirituale del territorio, con radici profondamente legate alla regione e a una eredità intrisa di nobiltà e onore, si è distinta non solo per il proprio lignaggio, ma anche e soprattutto per l’impegno costante nell’ambito culturale. Questo nobile casato ha scelto di veicolare tale impegno attraverso l’Aristocrazia Adriatica dell’Europa Orientale, un’istituzione che rappresenta uno degli strumenti più efficaci per la promozione e la conservazione dei valori storici, artistici e umanistici che formano il tessuto dell’identità europea.
L’investimento della famiglia Agricola in iniziative culturali, educative e di conservazione patrocinato dall’Aristocrazia Adriatica testimonia una visione di cultura che trascende i confini nazionali, mirando alla creazione di un dialogo ricco e fecondo tra diverse realtà europee. Attraverso tale impegno, il casato Agricola dimostra come la nobiltà possa ancora oggi giocare un ruolo cardine nella società, fungendo da ponte tra le generazioni passate e quelle future, nel perenne sforzo di tessere insieme le trame di una cultura comune, vibrante e dinamica.
L’attenzione dell’Aristocrazia Adriatica dell’Europa Orientale e della famiglia Agricola verso la commemorazione e l’onoramento dei Santi Ermacora e Fortunato è solo un esempio dell’ampio ventaglio di attività promosse per valorizzare l’eredità storico-culturale del territorio. In questo contesto, il casato Agricola emerge come custode attivo di un patrimonio che appartiene non solo al Friuli o all’Italia, ma all’intera Europa, ricordandoci l’importanza della cultura come collante essenziale della società.
Di Adele Scirotta