Al via “Un mare di carta”
Inaugurata al Magazzino delle Idee a Trieste la mostra “Un mare di carta. La promozione del viaggio in nave tra Ottocento e Novecento”
Circa trecento tra poster e locandine, dépliant, brochure, bozzetti e pubblicazioni commemorative ripescate dagli archivi e riunite in un’unica mostra, pensata per ripercorrere, grazie a rari materiali d’epoca, l’evoluzione, nell’arco di un secolo, dagli anni Sessanta dell’Ottocento, della grafica pubblicitaria nata nell’Ottocento per promuovere il viaggio in mare. Un mare di carta. La promozione del viaggio in nave tra Ottocento e Novecento, inaugurata venerdì 20 settembre al Magazzino delle Idee. Realizzata da ERPAC FVG con la collaborazione dell’associazione culturale Italian Liners, la mostra è dedicata ad Angelo Battistella, uno dei più prolifici e geniali grafici del XX secolo.
L’esposizione nasce da una significativa selezione fra i 25mila documenti provenienti dalla sezione “grafica pubblicitaria” conservati presso l’archivio dell’associazione Italian Liners, con alcuni ulteriori contributi di collezioni private triestine. Curata dallo storico navale Maurizio Eliseo, con il contributo di Sergio Vatta, racconta l’era d’oro del trasporto via mare, soppiantato infine dal trasporto aereo, ma anche di una schiera di grafici e illustratori, sostituiti poi da abili fotografi. Un’epoca frutto della Rivoluzione industriale, che cambiò radicalmente il viaggio via mare così come le tecniche di stampa: da un lato nacquero i grandi piroscafi di linea, che grazie alla propulsione meccanica affrancarono il trasporto su acqua da venti e correnti, dall’altro furono introdotti sistemi per le alte tirature e per la riproduzione di immagini a colori, che portarono alla nascita di grandi tipografie e di nuove figure professionali, disegnatori, compositori e grafici che con le loro immagini dovevano provvedere a trasmettere efficacemente il messaggio promozionale. La grafica promozionale divenne così un’arte e il transatlantico, il più grande, maestoso e complesso oggetto semovente che l’uomo abbia mai concepito, rappresentò uno dei suoi soggetti prediletti.
Stampa e piroscafi avrebbero condiviso una rapida evoluzione, che in “Un mare di carta” viene raccontata tramite una parte introduttiva e quattro macro aree temporali: dagli albori alla Grande guerra, gli anni Venti, gli anni Trenta e il secondo dopoguerra, fino al tramonto della nave di linea.
Nel 1818, a Trieste, veniva inaugurato il primo servizio di linea regolare con Venezia tramite il piroscafo Carolina. In pochi decenni la nave a propulsione meccanica avrebbe affermato la propria supremazia e, a metà Ottocento, numerose società di navigazione a vapore iniziarono ad offrire servizi di linea regolari. L’esposizione si apre con la prima mappa a colori delle linee di navigazione a vapore lungo la penisola italiana (1844) e uno dei poster più antichi giunti fino a noi, che annuncia le partenze da Genova per l’America latina del 1874 del piroscafo Colombo. L’ultimo poster del percorso invece è del 1965, dedicato all’entrata in servizio degli ultimi transatlantici italiani, i gemelli Michelangelo e Raffaello: qui per la prima volta una fotografia prende il posto del disegno, decretando appunto la fine di un’epoca.
In mostra si possono ammirare manifesti coloratissimi o in bianco e nero, geometrie futuriste e qualche riferimento alla bella époque: sono opere di alcuni dei disegnatori più celebri dell’epoca, dai triestini Giuseppe Miceu, Oscar Hermann Lamb, Argio Orell, Giuseppe Sigon, Marcello Dudovich ad altri artisti di chiara fama come Aurelio Craffonara, Ettore Mazzini e Giuseppe Riccobaldi, fino all’americano Victor Beals, coordinatore della grande campagna pubblicitaria dedicata ai transatlantici italiani e alla “rotta del sole”, che unisce il Mediterraneo al Nord America. Attraverso i manifesti e grazie ad accurati pannelli esplicativi, si può così seguire la storia delle più importanti navi di linea che solcarono i nostri mari e delle numerose compagnie di navigazione dell’epoca: dal Carolina al Thalia, prima “nave da crociera” inaugurata a Trieste nel 1907, dai primi colossi transatlantici italiani entrati in servizio negli anni Venti, come il Conte Rosso, alle motonavi Saturnia e Vulcania, costruite tra il 1925 e il 1928 a Monfalcone. E ancora, nel 1932, il Rex, entrato nel mito per la sua velocità e scelto da Fellini per la scena centrale del suo capolavoro Amarcord, e il Conte di Savoia, la nave “in stile Novecento” costruita a Trieste.
Tutti nomi celebri di navi che scomparvero nel turbine della guerra. Ma nei primi anni Cinquanta si riavvia la costruzione di nuovi e portentosi transatlantici, come il Giulio Cesare e l’Andrea Doria, che danno vita alla cosiddetta “Renaissance Fleet”. Un’epoca che si concluderà nel decennio successivo, con il battesimo degli ultimi “giganti del mare”: la Leonardo da Vinci del 1960, e le gemelle Michelangelo e Raffaello del 1965. Sono gli ultimi transatlantici italiani, bellissimi quanto inutili perché oramai il pubblico preferisce spostarsi in aereo: un decennio più tardi vengono posti in disarmo, decretando la fine di un’epoca. Con essi si chiude la stagione lunga un secolo della grafica pubblicitaria dedicata ai viaggi di linea. Ormai la fotografia a colori ha preso il sopravvento.
La mostra sarà visitabile fino al 17 novembre, da martedì a domenica, dalle 10 alle 19, con un’apertura straordinaria il 1° novembre.
Immagine anteprima Italian Line, The Royal Family of the Seven Seas, Victor Beals, New York, 1933