Un consumatore su quattro acquista solo sul web
L’occupazione tiene, ma la condizione economica delle famiglie dei lavoratori del terziario Fvg permane in un’area di difficoltà. Nel commercio e nel turismo i lavoratori indipendenti diminuiscono nel decennio come in nessuna altra regione d’Italia (-15,5% contro -8,6% nazionale), cresce invece la componente straniera.
È la sintesi di quanto presentato nella sede della Confcommercio Pordenone nel corso di un incontro con la stampa promosso dall’Ente Bilaterale del Terziario del Fvg. Sul tavolo le indagini sul mondo del lavoro di Format Research, presentata dal direttore scientifico Pierluigi Ascani, e di Ires Fvg, presentata dal ricercatore Alessandro Russo.
Occasione per il presidente dell’Ebiter Fabio Pillon e per il vicepresidente Adriano Giacomazzi (recentemente nominati nel rinnovato consiglio, composto anche da Guerrino Lanci e Renata Lirussi per Confcommercio Fvg e da Marika Baio per Filcams-Cgil e Matteo Calabrò per Uiltucs-Uil, mentre Giacomazzi rappresenta Fisascat-Cisl) per sottolineare come il monitoraggio dei dati «per un ente come il nostro che rafforza la collaborazione tra imprese e lavoratori si configura come un elemento strategico in questo particolare momento storico, anche al fine di prevedere le tendenze nel medio-lungo termine e anticipare il disagio sociale in relazione agli effetti sul mercato del lavoro della congiuntura economica».
L’ENTE BILATERALE
Previsto dai Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro, coordinato a livello regionale e operativo grazie all’attività di comitati territoriali, l’Ente Bilaterale è costituito tra Confcommercio Friuli Venezia Giulia e le Organizzazioni sindacali dei lavoratori, e ogni anno programma interventi di sostegno al lavoratore e all’impresa del turismo e del terziario: welfare concreto e di semplicissimo accesso per i lavoratori, il modo più vantaggioso per rispondere agli obblighi contrattuali per le imprese, che ogni anno possono anche usufruire di rimborsi per necessità aziendali. Sul programma 2023, ricorda il presidente Pillon, tra Terziario e Turismo sono stati destinati 330mila euro (a fronte dei 186mila del Programma 2022), con risposte positive per oltre 200 imprese e un migliaio di lavoratori.
Il programma 2024 è attivo, fino ad esaurimento fondi, e le domande vengono evase in base all’ordine di arrivo. È possibile rivolgersi per informazioni ai comitati di riferimento territoriali: www.ebt.fvg.it.
A CURA DI FORMAT RESEARCH
Quadro occupazionale
Tiene l’occupazione del settore terziario del Fvg a metà del 2024: l’indicatore congiunturale è pari a 53 punti. Per il prossimo semestre, l’83,4% delle imprese del terziario del Friuli-Venezia Giulia prevedono un quadro occupazionale stazionario. Sono quasi il 9% le imprese che pensano di aumentare il numero di addetti entro fine anno.
Aspettative dei lavoratori
Il 26,3% dei lavoratori segnala che la situazione economica della propria famiglia migliorerà nella seconda parte del 2024, la percentuale di coloro che affermano che peggiorerà è pari al 26,8%. Si riduce leggermente l’area del disagio sociale: era pari al 17,6% alla fine del 2023, oggi è pari al 16,8% delle famiglie. La condizione economica delle famiglie dei lavoratori del Fvg, per quanto leggermente migliorata rispetto al 2023, permane però in un’area di difficoltà. Nel 2024 il 39,5% dei lavoratori ha speso di più per i propri consumi in beni e servizi. Evidentissimo l’impatto sui consumi dell’inflazione, avvertito da quasi l’85% dei lavoratori del terziario del Fvg. Le spese obbligate, intese come mutui, bollette, gestione della casa e altre spese simili sono cresciute considerevolmente per quasi il 65% dei lavoratori, costretti a ridurre i consumi.
Pensando al 2024 quasi il 90% dei lavoratori del terziario non teme tuttavia di perdere il proprio posto di lavoro. Il 12,0% ha al contrario un timore in questo senso, la maggior parte dei quali, si troverebbe a dovere ricorrere ad ammortizzatori sociali come la Naspi.
I canali di acquisto
I consumatori che acquisteranno esclusivamente «offline» sono il 17,5%, coloro che acquisteranno esclusivamente sul web sono il 24,3%. La percentuale di coloro che acquisteranno sia su internet sia presso i canali tradizionali è pari al 58,2%. I lavoratori del Fvg che utilizzeranno il web (in via esclusiva e no) sono l’82,5%.
Ricerca di personale
Negli ultimi due anni il 46,9% delle imprese del terziario hanno effettuato azioni di ricerca di nuovo personale. Nel corso del 2024 il 33,5% delle imprese sta effettuando o già in programma di effettuare azioni di ricerca di nuovo personale. Oltre il 70% delle imprese del terziario cerca nuovo personale per sostituire il personale che ha perso, oltre il 42% per esigenze di crescita dell’impresa stessa, quasi il 20% perché ha bisogno di nuove competenze. Nel 59,1% dei casi il personale perso dalle imprese si è ricollocato in altri settori, nel 34,2% dei casi le risorse sono andate in pensione o hanno preferito ritirarsi dal lavoro, per il 16,7% hanno deciso di modificare il proprio stile di vita.
Il 34,7% delle imprese hanno incontrato (o stanno incontrando) molte difficoltà nella ricerca del personale del quale hanno bisogno, il 41,8% abbastanza difficoltà. Solo il 23,5% delle imprese del terziario del Fvg alla ricerca di nuovo personale hanno incontrato scarse difficoltà. Quasi il 40% delle imprese è riuscita ad assumere tutte le risorse delle quali aveva bisogno. Il 60% non ci è riuscita e il 53,2% di queste ha sofferto un impatto abbastanza o molto significativo sui ricavi.
Fabbisogni formativi
Nell’ultimo anno il 37,3% delle imprese ha fatto partecipare i dipendenti a percorsi formativi non obbligatori. La formazione è stata svolta dalle imprese con i seguenti obiettivi: aumento della qualità del servizio, sostenere le innovazioni, aumentare la produttività. Per ricevere la formazione della quale avevano bisogno il 30,8% delle imprese si è rivolto ad un’associazione di categoria, il 28,2% a un ente di formazione, il 24,4% a società di consulenza specializzata, il 24,4% a un consulente esterno e il 19,2% al fornitore dell’investimento che richiedeva la formazione specifica.
Il 63,2% dei lavoratori ha partecipato ad attività di formazione in azienda negli ultimi due anni, di questi quasi il 76% ha valutato come “utile” l’esperienza. Le modalità di erogazione dei processi di formazione preferite dai lavoratori sono risultati i corsi di autoapprendimento fruiti via internet con supporto di un tutor e a seguire i corsi in aula.
Nota metodologica – Lo studio “Osservatorio Lavoro FVG” viene effettuato con l’obiettivo di monitorare l’evoluzione della situazione occupazionale nella Regione FVG con riferimento al comparto del terziario (imprese del commercio, del turismo, dei servizi). L’osservatorio è basato su due studi differenziati: INDAGINE ALLE IMPRESE DEL TERZIARIO: rivolta alle imprese del commercio, del turismo e dei servizi operative in FVG. 1.236 interviste alle imprese. INDAGINE AI CITTADINI E LAVORATORI DELLE IMPRESE DEL TERZIARIO: rivolta a residenti nel FVG e ai lavoratori occupati presso le imprese del commercio, del turismo e dei servizi operative in FVG. 500 interviste ai cittadini. Interviste effettuate con il sistema Cati/Cawi nel mese di luglio 2024. www.agcom.it www.formatresearch.com
A CURA DI IRES FVG
Il lavoro indipendente nel commercio e nel turismo
Nel decennio 2013-2023 il numero di lavoratori indipendenti nel commercio e nel turismo è diminuito del 15,5% in Friuli Venezia Giulia (da 40.472 a 34.211). È la contrazione più accentuata in termini percentuali tra le regioni italiane; a livello nazionale la flessione è stata pari a -8,6% e solo la Campania ha evidenziato una modesta variazione positiva (+1,7%). L’insieme considerato comprende sia i titolari, sia i loro familiari che lavorano nell’impresa con carattere di abitualità e prevalenza, iscritti alla gestione previdenziale Inps dei Commercianti. Il significativo calo rilevato ha interessato tutte le ex province della regione, in quasi eguale misura (spicca solo Gorizia che registra un -18,1%). La diminuzione ha, inoltre, riguardato prevalentemente la componente femminile (-19,5% contro il -12,7% di quella maschile) ed è stata più marcata tra i collaboratori (-38,8%) rispetto ai titolari (-12,1%), probabilmente a causa del declino del tradizionale modello familiare di impresa. Nell’ultimo decennio si rileva anche un marcato processo di invecchiamento della classe imprenditoriale, in linea con le più generali dinamiche demografiche. I commercianti under 50 sono diminuiti di oltre 9.000 unità, in particolare tra i 40 e i 49 anni (-43,1%), mentre crescono sensibilmente gli over 60 (2.437 unità in più). Il risultato degli andamenti descritti è che il Friuli Venezia Giulia risulta la regione con la quota più elevata di over 50 (sono il 61,2% del totale). Anche il numero annuale di iscrizioni a questa gestione Inps è in forte discesa nel tempo, da oltre 2.200 unità nel 2013 a poco più di 1.100 nel 2020, confermando un ricambio generazionale sempre più debole. Nell’ultimo triennio si è comunque registrato un lieve aumento, anche se i livelli rimangono inferiori a quelli pre-pandemici (1.345 nuove iscrizioni nel 2023).
I titolari delle ditte individuali attive nel terziario
I titolari delle ditte individuali nel terziario sono in maggioranza maschi (60,5%, pari a oltre 15.000 all’inizio di quest’anno). Tra i principali comparti, solo nei servizi alla persona (quali lavanderie, parrucchiere, trattamenti estetici, centri benessere e altro) prevalgono le donne (sono il 78,9%). La componente straniera sta diventando sempre più importante anche nel terziario, tanto che i titolari nati all’estero sono il 18,6% (14,8% al di fuori dell’Unione Europea e 3,8% nell’UE). Nell’area giuliana si rileva la percentuale più elevata (21,4%). Tornando a considerare l’intero contesto regionale, nell’ambito delle attività di servizi di pulizia i titolari nati all’estero raggiungono il 29%, mentre l’incidenza più bassa si riscontra nelle attività connesse all’informatica (6,5%). Il principale Paese di nascita (dopo l’Italia) è la Cina (primato che si riscontra anche nell’ambito della ristorazione e dei servizi alla persona). Per quanto riguarda il commercio al dettaglio prevalgono gli imprenditori originari del Marocco, nei servizi di pulizia quelli provenienti dai Paesi dell’ex Jugoslavia. Nonostante l’aumento del numero di stranieri, generalmente giovani, il grado di invecchiamento del settore rimane elevato, al punto che i titolari con meno di 30 anni operanti nel terziario (il 5,7% del totale) sono addirittura meno numerosi degli over 70 (6,5%).