Possiamo noi immortalarci nelle montagne?
Alcune sono sulle cime, quindi basta rovesciare a destra o sinistra la foto, altre si trovano verticalmente sulla roccia viva e sembrano scolpite con martello e scalpello, altre ancora si formano tra neve e vegetazione: queste sono le più effimere e durano il tempo della neve. Altre sono derivate dalle luci e dalle ombre a certe ore del giorno – e questo sono le più incerte e instabili.
A curare questa scoperta, forma d’arte o altro ancora è Gino Maria Sambucco, un appassionato di fotografie e di montagne che qualche anno fa si è accorto di questo fenomeno ed ha cominciato a documentarlo. Sono foto catturate sulle montagne dolomitiche bellunesi, trevigiane e friulane. Ma la cosa più inquietante per uno come me che ha analizzato qualche decina di foto, oltre un centinaio comunque e il Sambucco mi ha fatto notare che in certe rocce si vedono numerose facce o immagini anche di animali e che queste immagini stanno emergendo, si stanno formando. Quanto ci vorrà? 10, 100 o mille anni o forse più? Qual è il meccanismo dell’imponderabile che fa emergere queste figure, ovviamente inscenate da una volontà, un pensiero. In che epoca terrestre hanno vissuto questi signori? Sono tutte domande che credo nessuno sa dare risposta, almeno un terrestre.
Il Sambucco lo scorso anno ha fatto un paio di mostre su questo argomento, una in estate al Museo delle Carrozze a Codroipo e una in novembre a Latisana nella banca Bcc di Basiliano. Quest’anno ne ha in programma altre. Speriamo di organizzare un dibattito pubblico e chissà che non emerga qualcosa.
VANNI DE CONTI