Friuli e migranti: un fenomeno complesso da affrontare senza paura ma con regole ben precise
Tanti o pochi? E’ un’invasione o un fenomeno strutturale? Sono l’origine dei nostri mali o sono la scusa dietro la quale nasconderci? Dopo la puntata in radio di ieri (se volete la potete riascoltare a questo link https://www.spreaker.com/user/nprradio/la-repubblica-delle-banane-puntata-2), nella quale ho potuto confrontarmi con esperti in materia, ho imparato che la questione migranti è molto più complessa ed articolata di quanto la politica, dell’una e dell’altra sponda, ci vuol far credere.
Quello dei migranti è uno dei temi chiave attorno al quale ruota gran parte di questa campagna elettorale. I partiti di opposizione che non esitano a parlare di “invasione”, mettono in correlazione le difficoltà che si trovano a vivere alcuni italiani con l’arrivo di queste persone e quelli di maggioranza, trinceati nella loro idea che immigrazione vuol dire sviluppo per tutti noi e probabilmente spaventati dalle conseguenze, soprattutto elettorali, che potrebbe avere una narrazione più realistica di quanto sta accadendo.
Ma qual è la verità? Un po’ tutte un po’ nessuna. Se da un lato è vero che la gestione dei migranti, anche qui in Friuli Venezia Giulia, lascia spesso a desiderare e che certe zone delle nostre città sono ormai in una condizione di completo degrado, dall’altro dobbiamo essere onesti nel dire che non tutti i mali di questa nostra crisi senza fine sono da additare ai profughi.
Cosa possiamo fare? Il Friuli da solo ben poco. Perchè quello delle migrazioni è un problema più grande di ogni Sindaco e forse anche di ogni ministro, un problema che va affrontato di concerto con l’Europa. Perché solo tutti assieme infatti possiamo regolare un fenomeno così complesso.
Il fenomeno delle migrazioni sarà certamente uno di quelli più importanti da affrontare negli anni a venire se si pensa che in Africa l’età media della popolazione, oggi, si aggira intorno ai 18 anni (in Italia è quasi 45 anni) e si calcola che nel 2050 i suoi cittadini saranno più che raddoppiati arrivando ad essere oltre 2,5 miliardi. Si calcola che nel mondo un lavoratore su quattro sarà africano.
La sfida, quindi, non è a chi riuscirà a chiudersi meglio in se stesso, perché credetemi non basterà costruire muri, non basteranno guardie, steward o rimpatri forzati per fermare ciò che sta accadendo, ma a chi riuscirà a governare il fenomeno e volgerlo a suo favore senza paura ma con capacità, visione e anche con una serie precisa di regole da rispettare. Noi friulani possiamo farlo forti anche di un passato da migranti poveri e non amati, di migranti che si sono più volte visti sbattere la porta in faccia ma che con rispetto, serietà e duro lavoro hanno saputo conquistarsi la fiducia altrui. Pochi anni fa, e forse anche oggi, dall’altra parte del confine c’eravamo noi.
Una sfida, è certo, alla quale quindi non ci si può affacciare da “ignoranti” ma che necessita di studi e conoscenze.