Agricoltura: Lizzi (Lega), l’obiettivo del 25% al biologico è poco realistico e inopportuno
Bruxelles, 15 aprile – “L’obbiettivo del 25% dei terreni agricoli da adibire ad agricoltura biologica come proposto nel Green Deal è un’imposizione troppo ambiziosa ed inopportuna”.
Lo ha affermato l’europarlamentare della Lega, Elena Lizzi, nell’intervento in Commissione Agricoltura, ricordando come “l’Italia sia il quarto paese europeo ad avere una superficie destinata all’agricoltura biologica con il 15,2%” e ribadendo che “il sostegno allo sviluppo delle coltivazioni biologiche deve essere in linea con l’andamento del mercato e con la concreta possibilità per gli agricoltori di vendere i propri prodotti del totale ad un prezzo equo, sia per l’imprenditore che per il consumatore”.
“Questa tipologia produttiva non può essere imposta, ma una libera scelta nella consapevolezza che esistono altre pratiche agro-ecologiche che rispettano altrettanto la biodiversità. Se l’Unione europea dovesse perseguire comunque su questa strada –continua l’europarlamentare friulana- si renderebbe necessario cambiare il regolamento lasciando agli imprenditori agricoli il tempo di adeguarsi. Non essendoci ancora un’analisi d’impatto del green deal, non si tiene in considerazione che il probabile calo di produzione indotto, potrebbe non garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare che vuole la Commissione e che dovrebbe essere l’indirizzo prioritario dell’UE”.
“Gli obiettivi legati all’agricoltura biologica devono essere conciliati con la sicurezza degli approvvigionamenti, il cosiddetto food security, e con la politica agricola europea. Invece con questa scelta di forzare sul biologico e con le nuove ambizioni ambientali, non solo la sovranità alimentare europea è a rischio, ma così facendo –conclude Lizzi- si favorirebbe le importazioni provenienti da Paesi terzi dove i controlli sui prodotti importati sono troppo spesso meno rigorosi di quelli imposti ai nostri agricoltori”.