Industria 4.0 investe il lavoro nei campi
QUADERNO DI CAMPAGNA ADDIO: COSì LA DIGITALIZZAZIONE CAMBIA L’AGRICOLTURA
Affollato convegno al Consorzio agrario Fvg
Dedizione, sacrificio, competenza non bastano più a reggere la sfida del mercato che al lavoro nei campi chiede un passo avanti. Oltre la tradizione, verso la tecnologia. Industria 4.0 investe così anche il mestiere più vecchio del mondo. Lo fa salendo a bordo di trattori, seminatrici, droni che s’iniziano a vedere anche nei campi di casa nostra e con i quali – vaticinano i produttori – ci abitueremo presto a convivere. La sfida digitale si affaccia così alla porta delle aziende agricole, legate (più di altre) al fare manuale, ma coscienti altresì che il treno va preso. A dimostrarlo, la sala stracolma d’imprenditori che domenica hanno risposto all’invito del Consorzio agrario del Fvg per celebrare i 100 anni di John Deere e partecipare al convegno che l’azienda di Basiliano ha dedicato all’agricoltura 4.0. Esempi alla mano.
Sul piazzale antistante la cooperativa sono infatti stati esposti gli ultimi concentrati di tecnologia per l’agricoltura. Trattori che dei loro antenati mantengono la forma, ma che, sottopelle gialla e verde, nascondono un concentrato di tecnologia.
“L’obiettivo – ha esordito la direttrice Elsa Bigai – è sensibilizzare i nostri agricoltori sull’importanza dell’innovazione. Ci consente di avere a portata di mano, costantemente aggiornata, l’esatta situazione dei campi, di essere più precisi delle operazioni perché ormai le mietitrebbia sono laboratori analisi in movimento: consentono, grazie ad appositi sensori, di registrare in continuo le caratteristiche qualitative e di salubrità del prodotto raccolto andando così l’incontro alle nuove esigenze di consumatori sempre più attenti e al contempo garantendo agli agricoltori riscontri migliori in termini di prezzo”.
Il quaderno di campagna insomma non si scrive più a matita, ma via cloud. La macchina invia i dati a un server che poi li conserva rendendoli accessibili dall’azienda come da casa. Sempre. Una rivoluzione per le imprese che abbraccia l’intero ciclo nei campi: dalla semina al raccolto. Metro quadro per metro quadro.
Spingono la rivoluzione diversi incentivi fiscali messi a disposizione dallo Stato. Vedi l’iper-ammortamento e la Sabatini. Poi il Psr, “che non va considerato però – ha precisato Bigai – come l’unica strada da percorrere viste le risorse limitate, i tempi (lunghi) di erogazione delle misure e le regole stringenti”.
A spiegare quale innovazione i mezzi digitalizzati portino nei campi sono stati quindi Enrico Rampin di John Deere e Pier Alberto Gobbo, product manager di Maschio Gaspardo, che le sue seminatrici digitali le produce, tra l’altro, anche a Morsano al Tagliamento dove occupa ben 400 persone. Vecchio trattore vs trattore digitalizzato? Non c’è partita. “Con il secondo si velocizza la manutenzione, si controlla ogni variabile di lavoro, tutto è sotto controllo” racconta Gobbo. Ma gli agricoltori? Rampin ammette una certa resistenza. “Sono restii ad abbracciare il digitale pensando cancelli lavoro ed esperienza di una vita che invece restano fondamentali e rafforzate dal digitale fanno la differenza”.