Tutela del Made in Italy, istruzioni per l’uso
TRE CASI DI SCUOLA PROTAGONISTI DI UN INCONTRO IL 1° MARZO
Tra mille difficoltà, vedi l’alto costo del lavoro e la pressione fiscale stellare, il nostro Paese ha ancora una freccia all’arco che nessuno potrà mai far sua: il Made in Italy. Non più banalmente certificazione d’origine, ma vero e proprio brand che le imprese devono imparare a valorizzare. Per farlo, Confartigianato-Imprese Udine ha organizzato attraverso i comparti moda, legno-arredo e artigianato artistico uno specifico seminario. L’appuntamento è per il primo marzo, dalle 18.30 alle 20, nella sala Beppino della Mora in via del Pozzo 8 a Udine dove saranno illustrate le migliori strategie di valorizzazione del brand nazionale attraverso l’illustrazione di tre progetti che ne hanno fatta la ragione del proprio business.
Il primo di questi è 100% Made in Italy, brand realizzato da Confartigianato-Imprese Macerata che punta a comunicare e tutelare la vera qualità italiana sul mercato nazionale e mondiale dando attuazione alla Legge 166/2009. Il secondo è Shop-o-rama, un nuovo marketplace che si propone come punto di incontro per vendere e acquistare prodotti artigianali in un unico luogo virtuale. Infine, Italian furniture iD, il sistema gestionale brevettato dal Cluster arredo e sistema casa (regionale) il cui fine è rispondere all’esigenza di garantire la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti.
L’incontro offre quindi ad artigiani e piccole imprese, interessati a valorizzare l’origine e la qualità dei propri prodotti, un’occasione per riflettere sulle strategie necessarie. Interverranno Paolo Capponi, responsabile dell’Ufficio Export di Confartigianato Imprese Macerata, Stefano Ritella, fondatore e titolare di Shop-o-rama Srl, e Carlo Piemonte, direttore del Cluster arredo e sistema casa.
La partecipazione al seminario è gratuita ma è richiesta (e per ragioni logistiche) l’iscrizione online tramite l’apposito form sul sito www.confartigianatoudine.com
Alcuni dati sul Made in Italy
La provincia di Udine ha un grado di esposizione all’export delle micro e piccole imprese (MPI) nei settori del Made in Italy superiore alla media nazionale (10,9% contro l’8,4%) collocandosi al 31° posto su base nazionale, peraltro distante da Treviso (26,2%) e da Pordenone (16,3%).Nel comparto artigiano della provincia di Udine il 25% delle imprese manifatturiere esporta in misura significativa le propria produzione, una percentuale che sale al 37% nel settore “legno-arredo”. Solo il 3% delle MPI friulane esportatrici appartiene al settore “abbigliamento-pelletteria”, anche se, almeno nel caso dell’abbigliamento, il trend di crescita nell’ultimo anno ha toccato il 9,3%. E’ un dato incoraggiante se si pensa che in Italia nel 2017 il fatturato del Sistema Moda è tornato a crescere (+2,9%), segnando il dato migliore dell’ultimo triennio. Il nostro paese è al 2° posto nel mondo per entità della contraffazione subita dalle imprese, preceduta soltanto dagli Stati Uniti. Il giro d’affari annuo mondiale dei beni contraffatti nel settore moda ammonta a 66,3 miliardi di euro. Si stima che nel comparto moda la contraffazione sottragga 9,9 miliardi di euro di fatturato annuo e di conseguenza quasi 88.500 posti di lavoro.