Festeggiata nella capitale del Friûl la Fieste de Patrie
La 44^ edizione si è svolta nuovamente in presenza, molte le autorità intervenute a Udine
Mentre l’inno ufficiale del Friuli risuonava in piazza Libertà, cantato da ArteVoce Ensemble, una bandiera lunga 9 metri e larga oltre 4 è stata srotolata lungo la Torre dell’orologio che sovrasta la loggia di San Giovanni, in piazza Libertà, a Udine. È cominciata così la Cerimonia civile per la 44^ edizione della Fieste de Patrie dal Friûl, il 12 settembre. Per adagiare sulla torre il grande drappo celeste con l’Aquila d’oro araldica, simbolo per Friulani di tutto il mondo, il Comune di Udine, che ha voluto l’iniziativa, ha fatto intervenire una squadra di professionisti specializzati.
Organizzata quest’anno dal Comune di Udine, con il sostegno della Regione Friuli-Venezia Giulia e dell’ARLeF – Agenzia Regionale per la Lingua Friulana, in collaborazione con l’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Placerean”, la manifestazione è cominciata di buon mattino con l’esposizione della bandiera del Friuli sulla specola del Castello, a cui è seguita la messa in friulano, in Duomo. In piazza Libertà, concluso l’Inno ed esposto il grande drappo celeste, è stata letta la Bolla dell’Imperatore Enrico IV, l’atto fondativo della Patria. A seguire il Stefano Ceretta, vice sindaco di Gorizia, città che aveva ospitato la Fieste nel 2019, ha simbolicamente consegnato la bandiera del Friuli nelle mani del primo cittadino di Udine, Pietro Fontanini, che parlando della Fieste ha precisato: «Il fatto che questa edizione della Fieste de Patrie dal Friûl si tenga a settembre, invece che il 3 aprile, data della fondazione dello stato Patriarcale del 1077, dimostra chiaramente la determinazione del popolo friulano e la volontà di non arrendersi alla pandemia che ancora, seppur vedendo la luce in fondo al tunnel, stiamo attraversando. Anzi, l’idea di far confluire questa celebrazione all’interno di Friuli Doc rappresenta la nostra capacità di trasformare le difficoltà in opportunità, come fatto all’indomani del terremoto del Settantasei. Oggi la situazione è certamente diversa, non fosse altro che per il fatto che la crisi è globale, ma credo che il popolo friulano possa ancora una volta fare la sua parte, insegnando al mondo come uscirne e dando ancora una volta una lezione di organizzazione, serietà ed efficienza attraverso la definizione un nuovo modello Friuli. Con questa immagine rivolgo a tutti il mio più sincero augurio: buine Fieste de Patrie dal Friûl!».
Con quest’edizione della Fieste gli organizzatori hanno voluto porre l’attenzione proprio sull’importanza della Bandiera del Friuli. E con l’obiettivo di valorizzare questo «simbolo di una condivisione di valori», come ha spiegato il presidente dell’ARLeF, Eros Cisilino, proprio nella mattinata di celebrazioni, è stata inaugurata, nel Museo del Duomo, una riproduzione tattile del vessillo di Bertrando, il più antico conservato proprio nella struttura museale adiacente alla Cattedrale, ulteriormente valorizzata anche grazie a un testo descrittivo in Braille e a un nuovo allestimento, interno ed esterno. «La bandiera è un simbolo in cui tutti i friulani si riconoscono, ovunque si trovino nel mondo. La sua importanza, così come l’importanza che riveste la nostra lingua, devono essere quotidianamente preservati e certamente i sindaci, gli amministratori regionali, i componenti delle associazioni culturali, e soprattutto dei nostri insegnanti stanno facendo molto in tal senso. Ma la tutela arriva dall’iniziativa del singolo. Perché finché parleremo in friulano, potremo sentirci sempre più friulani. Il friulano è, metaforicamente, quel paio di occhiali, che ci permette di vedere la realtà a nostro modo, che è sicuramente prezioso, tanto quanto lo è quello degli altri, perché ci arricchisce, ci rende unici». Hanno posto l’accento sull’importanza della lingua anche Markus Maurmair, presidente dell’AcliF, Assemblea delle comunità linguistiche friulane, e Roberto Pinton, Rettore dell’Università di Udine, mentre Geremia Gomboso, presidente dell’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Placerean”, ha posto l’accento sull’importanza della bandiera, che vediamo sventolare ovunque, anche alle recenti Olimpiadi di Tokyo. Accorati anche gli interventi del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin e dell’Assessore regionale alle finanze, Barbara Zilli.
Il presidente ha ringraziato il sindaco di Udine per la scelta di issare la bandiera friulana sul Castello della città capoluogo, ricordando come quella del Friuli sia una storia da conoscere e insegnare, sulle orme di pre Checo Placereani, e un’identità culturale da trasmettere, nelle aule dell’Università ma anche a teatro.
L’assessore regionale alle finanze, invece, ha invitato con forza le famiglie a riappropriarsi della lingua friulana, insegnandola ai bambini, perché mantenere in vita il friulano significa dare valore a ciò che c’è stato nella storia e nella tradizione di questa terra ma soprattutto potergli dare una certezza del futuro.
La cerimonia si è conclusa con la premiazione del concorso “Emozions furlanis in viaç pal teritori”, promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale e dall’ARLeF, e rivolto alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, seguito dalla proiezione dei video “Lamps di Friûl”, realizzati dai bambini che hanno preso parte ai Centri Estivi del Comune di Udine.
3 APRILE, NASCITA DI UNA NAZIONE
La Fieste de Patrie dal Friûl celebra il 3 aprile 1077, data in cui a Pavia l’imperatore Enrico IV sanciva la nascita dello Stato Patriarcale Friulano. Lo Stato friulano, retto dal Patriarca, aveva proprie leggi, un proprio esercito, batteva moneta e costituì uno dei più vasti territori statuali dell’epoca. Nel 1420, dopo una lunga guerra, fu conquistato da Venezia.
IL PRIMO PARLAMENTO D’EUROPA
Il Parlamento della Patria del Friuli è, secondo alcuni studiosi, il più antico d’Europa. Nacque dalle assemblee consultive dei nobili e del clero, convocate dal Patriarca di Aquileia fin dal XII secolo per chiedere nuove contribuzioni in moneta e in uomini d’armi. Nel giro di poco tempo, tuttavia, il Parlamento della Patria assunse sempre più vaste funzioni legislative, amministrative e giudiziarie. Nel Parlamento, accanto ai nobili e agli ecclesiastici, sedevano anche i rappresentanti dei Comuni. Esso operò per circa 600 anni, fino al 1805 quando fu soppresso da Napoleone.
UNA DELLE BANDIERE PIÚ ANTICHE AL MONDO
La Bandiera del Friuli è un magnifico drappo quadrangolare di seta color grigio-azzurro, al cui centro è disposta un’aquila con il capo rivolto a sinistra. Il corpo, le zampe e le ali sono di colore giallo, gli artigli di colore rosso. La sua origine risale ai tempi dello Stato patriarcale di Aquileia, detto anche Stato patriarcale friulano, che dal 1077 al 1420 governò, nell’ambito del Sacro Romano Impero, la Patria del Friuli. Il vessillo faceva parte del corredo funerario del patriarca Bertrando di Saint Geniès, rimasto sulla cattedra di Aquileia dal 1334 al 1350 e barbaramente ucciso da una congiura di nobili friulani. Il simbolo dell’aquila, lo confermano i ritrovamenti numismatici, caratterizzava lo Stato patriarcale friulano già ai tempi di Volchero di Erla, Patriarca di Aquileia dal 1204 al 1218. All’antico vessillo, conservato nel Museo del Duomo, si ispira la moderna bandiera del Friuli, definita e riconosciuta con la legge regionale 27/2001. Essa viene esposta ufficialmente nei luoghi pubblici dei comuni di lingua friulana, accanto alla bandiera della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, a quella italiana e a quella della UE.
Foto anteprima Fieste De Patrie dal Friul 12sett2021 crediti Luca Laureati