Prošek, FedAgriPesca: in prima linea per sostenere l’opposizione alla domanda
«La filiera del Prosecco è un segmento di assoluto valore economico e territoriale nel quale la cooperazione esercita un ruolo di primo piano sia a livello produttivo che commerciale», ha ricordato Venanzio Francescutti, presidente di FedAgriPesca Fvg
«Siamo in prima linea nel sostenere la procedura di opposizione alla richiesta di riconoscimento del Prošek, istanza che riteniamo lesiva per le filiere e per le comunità viticole del Prosecco Doc e Docg, un segmento di assoluto valore economico e territoriale nel quale la cooperazione esercita un ruolo di primo piano sia a livello produttivo che commerciale». Lo ha dichiarato Venanzio Francescutti, presidente regionale di FedAgriPesca, al termine della riunione del gruppo di opposizione alla domanda di riconoscimento della menzione Prošek che si è svolta oggi a Venezia alla presenza, tra l’altro, del sottosegretario alle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia e dell’assessore alle Risorse agroalimentari del Friuli VG, Stefano Zannier, per mettere a punto le linee e la strategia del procedimento di contestazione che sarà notificato alla Commissione europea.
FedAgriPesca ci tiene a evidenziare come il caso Prošek violi i principi stabiliti a livello europeo, perché potenzialmente in grado di ingenerare confusione e di indurre in errore i consumatori che, in taluni casi, ha ricordato Francescutti, «pur non conoscendo le caratteristiche dei prodotti Prošek e Prosecco, riconoscono, o credono di riconoscere, la notorietà del nome, corrispondente alla sua letterale traduzione. Il fatto che il Prošek sia un vino ottenuto da uve appassite e non un vino spumante o frizzante non esclude pertanto – ha proseguito Francescutti – che tale circostanza non possa ingenerare confusione nel consumatore, anche considerando le recenti pronunce della Corte di Giustizia europea che, in più occasioni, ha garantito un ampio raggio di tutela delle Dop e delle Igp, esteso a tutti gli usi, compresi tra l’altro i servizi e non solo i prodotti, come indicato nella sentenza “Champanillo”, che sfruttano la notorietà dei nomi protetti. Il caso Prošek – ha concluso Francescutti – potrebbe rappresentare un precedente pericoloso e un grimaldello per indebolire in futuro altre filiere territoriali Dop e Igp. Per questo abbiamo apprezzato l’azione unitaria e coordinata tra il Governo, il Ministero delle politiche agricole, che ha attivato uno specifico tavolo di lavoro, nonché le Regioni, i Consorzi di tutela e le altre associazioni e organizzazioni del settore vitivinicolo».