Il Panathlon Udine in visita all’Asu
Durante l’incontro si è parlato della fase di emergenza, ma anche di futuro e in particolare della necessità di ampliare l’impianto di via Lodi 1
A marzo 2020, all’Associazione Sportiva Udinese, era tutto pronto per la serata con la delegazione del Panathlon Club Udine guidata dal presidente Massimiliano Pittilino. L’emergenza sanitaria e i successivi lockdown hanno costretto gli organizzatori a posticipare tutto, fino a oggi, a quasi due anni di distanza, perciò «questa serata è particolarmente significativa – ha spiegato il presidente dell’Asu, Alessandro Nutta -, non solo perché si parla di sport, ma perché è per noi il primo evento, seppur ristretto nei numeri, che ospitiamo nella nostra sede dopo il Covid».
«Abbiamo pensato di dedicare l’appuntamento al racconto di “Asu 2021, la ripartenza; progetti, programmi e iniziative”, ha detto Pittilino aprendo l’incontro a cui ha partecipato anche l’assessore allo sport del Comune di Udine, Antonio Falcone. «Asu è senz’altro un’eccellenza trasversale, l’evidenza è sotto gli occhi di tutti. Credo siano poche le realtà di questo tipo e analizzare le modalità con cui ha affrontato e sta affrontando un periodo tanto complesso, sarà certamente interessante».
TENACIA E POSITIVITÁ – «È strano a dirsi, ma nella gestione Covid c’è stato da parte di tutti un atteggiamento positivo e propositivo», ha chiarito Nutta. Cercare di riassumere la fase pandemica, che ancora non si è conclusa, è spettato al direttore generale di Asu, Nicola Di Benedetto: «È stata una crisi grave e sconvolgente, una rivoluzione per il mondo dello sport, che si è sentito l’ultima ruota del carro, e che ne è uscito massacrato. In regione sono “rimaste sul campo” tante associazioni sportive», ha ricordato.
I NUMERI PARLANO DA SOLI – In quanto ad Asu, a febbraio 2020 gli abbonati frequentanti erano 931; a ottobre 2021, 939. E questo nonostante le rigide regole Covid (Asu ha peraltro stilato subito uno stringente protocollo interno che ha bloccato eventuali possibili contagi), i numeri contingentati, i timori e il green pass. «A livello organizzativo abbiamo apportato una vera e propria rivoluzione, creando piccoli gruppi ed estendendo gli orari, sabato compreso. Ha funzionato. Anche le attività estive, sia nel 2020 che nel 2021, sono state un successo e ci hanno consentito anche di restituire i crediti dovuti ai soci a causa delle chiusure forzate. È stata dura, lo è ancora, ma ce la stiamo facendo perché abbiamo sempre ragionato come squadra. E questo ci ha consentito di proseguire anche con l’Accademia di ritmica, per esempio, ma soprattutto di pensare al futuro».
LA RICHIESTA DI AMPLIAMENTO DELLA SEDE – Perché i programmi non mancano, ma diversi progettualità necessitano di maggiori spazi: «Il nostro è un impianto che ha pochi eguali, in Italia e all’estero. Grazie al Coni Fvg e a Fondazione Friuli negli ultimi mesi è anche dotato di un sistema di purificazione d’aria all’avanguardia. Non finiremo mai di ringraziare il Comune per aver creduto in questo progetto, ma come già detto in passato, abbiamo la stringente necessità di ampliare la sede. La nostra richiesta non è cosa nuova, ma è un’istanza che muoviamo da anni, che però non ha ancora ricevuto risposta», ha sottolineato il presidente Asu. In questa maniera potrebbero crescere i corsi per bambini e anziani, ma anche i progetti (one-to-one) di disabilità grave, già in corso da anni, e parte di un ramo dell’associazione che si chiama “Asu per il sociale”. Quello stesso filone che già prevede l’inserimento dei tecnici Asu nelle scuole, che grazie al sostegno di Csen Fvg (al momento sospeso con il Covid) si mettono a disposizione con dei corsi gratuiti; lo sviluppo di attività in appoggio ad associazioni di disabili; e l’attività integrata (a partire dal 2022) grazie alla quale i ragazzi con disabilità più o meno grave, verranno inseriti nei corsi ma affiancati da un tutor dedicato.