Università di Udine, inaugurato l’anno accademico 2021/22
Conferimento della laurea honoris causa al Sottosegretario di Stato Franco Gabrielli
Si è tenuta questa mattina, lunedì 15 novembre 2021, la cerimonia di inaugurazione del 44esimo anno accademico 2021/2022 dell’Università di Udine sul palco del teatro Nuovo Giovanni da Udine, in presenza.
L’anno accademico appena concluso è stato illustrato nella relazione di apertura del rettore Roberto Pinton.
A cui sono seguiti gli interventi del rappresentante degli studenti, Riccardo Ferrarese, e della rappresentante del personale tecnico amministrativo, Francesca Giannelli.
Alla cerimonia erano presenti e hanno portato il loro contributo il
Sindaco di Udine, Pietro Fontanini, il Presidente della Regione FVG, Massimiliano Fedriga e il prof. Silvio Brusaferro, docente dell’Ateneo e Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
In occasione della cerimonia ha avuto luogo il conferimento della laurea honoris causa in Comunicazione multimediale e tecnologie dell’informazione al dottor Franco Gabrielli, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio (Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica).
Motivazione al conferimento della laurea honoris causa a Franco Gabrielli
Il conferimento della laurea magistrale honoris causa in Comunicazione Multimediale e Tecnologie dell’informazione (cl.LM-18 e cl. LM-19 Informazione e Sistemi Editoriali) a Franco Gabrielli è stato deliberato all’unanimità dal Senato accademico «per il contributo che egli ha dato alla tutela e sicurezza del nostro paese sia dal punto di vista della minaccia terroristica, come appartenente alle Forze dell’ordine, sia dal punto di vista delle emergenze e dei disastri ambientali, in veste di Capo Dipartimento della Protezione Civile».
Relazione del Magnifico Rettore Prof. Roberto Pinton
Didattica e internazionalizzazione
Le misure emergenziali legate alla pandemia da Covid-19, con la conseguente sospensione della didattica in presenza e il passaggio a una pressoché esclusiva modalità a distanza, hanno contraddistinto l’anno accademico appena concluso.
Questa situazione è stata affrontata con grande spirito di adattamento da parte di docenti e studenti e, grazie ai notevoli investimenti per potenziare le dotazioni tecniche, i punti di accesso alla rete e i sistemi informatici, abbiamo ottenuto, pur in un quadro emergenziale, un generale miglioramento nell’erogazione dei servizi rispetto a quanto osservato nel precedente periodo didattico.
I risultati del questionario sulla Student satisfaction evidenziano che l’85% degli studenti è complessivamente soddisfatto della sua esperienza universitaria, percentuale in linea con l’elevato tasso di soddisfazione rilevato negli anni precedenti. Anche i servizi maggiormente condizionati dalle restrizioni della pandemia hanno ricevuto valutazioni in linea, se non migliori rispetto al passato. Il focus specifico sull’esperienza della Didattica a Distanza indica una soddisfazione del 79% tra gli studenti, superiore al già positivo risultato del 70% rilevato lo scorso anno.
Ciò nonostante, sono state evidenziate criticità legate agli aspetti tecnologici (con il rischio di esasperare diseguaglianze nell’accesso alla tecnologia), alla difficoltà di mantenere l’attenzione durante le lezioni, all’isolamento sociale, alla programmazione dello studio e alle condizioni non ottimali di rapporto tra docenti e studenti.
Se da un alto, quindi, queste nuove modalità possono consentire una maggiore flessibilità nell’erogazione e nella fruizione dell’insegnamento, dall’altro pongono in grande evidenza il valore della didattica in presenza e l’essenzialità della centralità della persona.
Per questa ragione il nuovo anno accademico, quello che stiamo inaugurando, è partito con la decisa e convinta scelta di non sottostare alla logica della ricerca degli immatricolati ad ogni costo e puntare realmente alla qualità della formazione, ripartendo dagli studenti e dalla valorizzazione delle relazioni umane. Naturalmente non ci siamo dimenticati delle categorie fragili, fornendo agli studenti impossibilitati a frequentare le sedi non solo le registrazioni delle lezioni, ma anche materiali di supporto e la possibilità di interagire periodicamente con i docenti e i tutor.
Abbiamo lavorato e stiamo lavorando per aumentare ulteriormente gli spazi dedicati allo studio e ai servizi di contesto, con particolare riguardo all’utilizzo delle aree verdi di Ateneo, che diventeranno sempre di più luoghi di studio e di aggregazione. Specifica attenzione è costantemente posta alla sicurezza, che l’Ateneo considera un aspetto prioritario e non negoziabile.
Anche nel questionario del benessere organizzativo è emerso un trend positivo delle valutazioni espresse dal personale tecnico-amministrativo, che si è sentito tutelato e supportato. L’emergenza sanitaria è diventata anche un’opportunità per sviluppare ulteriormente il lavoro agile: una scelta che è stata valutata molto positivamente, anche in prospettiva futura.
L’offerta formativa è stata arricchita dal corso di laurea in Assistente sanitario e da quello di laurea magistrale in infermieristica, entrambi interateneo con l’Università di Trieste, dalla revisione e dall’ampliamento del numero programmato di alcuni percorsi. Sulla scia della recente laurea in Ingegneria industriale per la sostenibilità ambientale, che con un approccio interdisciplinare tratta lo sviluppo di tecnologie per il controllo e la riduzione dell’impatto ambientale dei processi industriali, si colloca anche il nuovo progetto della laurea in Filosofia e transizione digitale, che coniuga competenze umanistiche, informatiche e socio-economiche.
L’anno accademico 2020-21 ha visto i primi laureati della laurea professionalizzante in Tecniche dell’edilizia e del territorio, in International marketing, management and organization (IMMO) – double degree tra l’Università di Udine e la Carinthia University of Applied Science (CUAS), e in Diritto per l’innovazione di imprese e pubbliche amministrazioni.
L’offerta di alta formazione, che vede quasi 400 iscritti ai master e ai corsi di perfezionamento, è stata ulteriormente arricchita con sei nuove iniziative per l’a.a. 2021-22.
Nello scorso anno l’Ateneo ha continuato a porre specifica attenzione alla didattica laboratoriale, ormai divenuta parte caratterizzante dei corsi di studio in tutti gli ambiti disciplinari, anche introducendo modalità virtuali, soluzioni a distanza e tematiche di straordinaria attualità come la Cybersecurity. A questo proposito mi piace citare la partecipazione dei nostri studenti, in team con ragazzi delle scuole superiori, al progetto Cyberchallenge nazionale.
Rimane un esempio mirabile di integrazione fra docenti e studenti la nostra Scuola Superiore, il cui principale obiettivo è l’allestimento di un’offerta costituita da corsi disciplinari e interdisciplinari per le due classi, scientifico-economica e umanistica. A ciò si aggiunge l’avvio delle attività del polo “I Lincei per una nuova didattica nella scuola: una rete nazionale” ospitato presso la Scuola, e il costante contatto con le organizzazioni di formazione professionale per gli insegnanti.
L’Università di Udine è impegnata nell’organizzazione di attività formative trasversali e complementari agli insegnamenti dei corsi di laurea di cui possono giovarsi tutti i nostri iscritti. Tra queste va citata l’iniziativa Uniud XL, nata con un programma del Fondo sociale europeo.
Ai corsi in ambito linguistico e informatico si sono aggiunti lo scorso anno accademico i due insegnamenti sullo Sviluppo sostenibile e sulle Pari opportunità e inclusione, che hanno visto la partecipazione di quasi 1700 studenti. Forti dello straordinario riscontro ottenuto, stiamo per avviare nuove attività tra le quali segnalo quelle di Educazione finanziaria e di Educazione e prevenzione sanitaria.
La crescente attenzione allo sviluppo delle competenze interdisciplinari e di soft skills è considerata essenziale per arricchire il bagaglio culturale che permetta agli studenti di diventare cittadini e lavoratori resilienti, sempre pronti ai cambiamenti. I percorsi formativi così strutturati stanno alla base dell’elevato grado di occupabilità dei laureati; questo è uno dei cofattori che giustifica l’ottimo posizionamento dell’Università di Udine nella classifica Censis 2021/22.
Con l’attenzione rivolta ai percorsi internazionali, l’Ateneo ha ottenuto a dicembre 2020 la certificazione “ERASMUS CHARTER FOR HIGHER EDUCATION 2021-27” con un punteggio di 100 su 100, prerequisito essenziale per la partecipazione al programma Erasmus Plus.
I flussi di mobilità studentesca in uscita e in entrata ancora risentono della situazione pandemica, tuttavia cresce l’interesse da parte di studenti stranieri per i corsi di studio offerti dal nostro Ateneo.
La visibilità internazionale dell’Ateneo è migliorata grazie alle collaborazioni con numerose università straniere e alla partecipazione a eventi di orientamento internazionali. Ciò, congiuntamente ai risultati conseguiti nel campo della ricerca, ha consentito alla nostra Università di consolidare o rafforzare la sua posizione nelle principali classifiche di ranking internazionale ottenendo, per alcune discipline, piazzamenti di vertice.
Ricerca
È sempre vivace l’impegno dei ricercatori dell’ateneo nella presentazione di proposte progettuali su bandi di ricerca competitivi: sono state 203 nel solo 2021.
Nel periodo 2020-21 ben 61 proposte hanno avuto ad oggetto tematiche correlate alla lotta al COVID-19, focalizzandosi tanto su aspetti medici e clinici, quanto su problematiche sociali ed economiche. In particolare, segnalo il finanziamento di 3 progetti sul bando FISR del MUR dedicato all’emergenza pandemica.
La volontà di promuovere l’attività di ricerca interdisciplinare si è concretizzata mediante il finanziamento, nell’ambito della collaborazione con la Fondazione Friuli, di tre progetti sui temi strategici del Cibo, dell’Invecchiamento Attivo e della collaborazione uomo-robot nell’area dell’Intelligenza Artificiale.
Grazie alle risorse (3,7 milioni di Euro) del Fondo per la promozione e lo sviluppo delle politiche del Programma Nazionale per la Ricerca 2021-27 l’Ateneo intende promuovere la ricerca di eccellenza favorendo la partecipazione ai bandi ERC, Staff Exchanges e Doctoral Networks del programma Marie Skłodowska-Curie Actions (MSCA), MSCA-Postdoctoral Fellowship – Global Fellowship.
Ulteriori risorse del Fondo sono destinate a progetti di ricerca collaborativa da realizzare con Università ed enti pubblici di ricerca e a rafforzare le reti nazionali e internazionali in cui l’Ateneo è già presente. Parte del Fondo, infine, è investita per implementare la dotazione infrastrutturale dell’Ateneo con laboratori dedicati alla sostenibilità di processo e di prodotto.
A valere sui fondi PON 2014-20 è stato possibile attivare ben 32 borse di dottorato e 23 contratti di ricercatore a tempo determinato (RTDa) su tematiche relative ai settori green e innovazione, con il fine di sostenere le transizioni verde e digitale del Paese. Queste iniziative daranno un deciso impulso sia alla ricerca accademica, sia al rapporto dell’Università con il sistema produttivo, poiché prevedono la permanenza dei dottorandi e dei ricercatori per almeno 6 mesi presso aziende con cui le tematiche di ricerca sono state preventivamente condivise.
Nell’ultimo anno accademico abbiamo attivato tre nuovi corsi di dottorato di ricerca (“Accounting and Management”, in convenzione con l’Università degli Studi di Verona, “Scienze matematiche e fisiche” e Informatica e intelligenza artificiale in convenzione con la Fondazione Bruno Kessler), portando a 11 il numero complessivo dei corsi di dottorato aventi la sede amministrativa presso l’Ateneo. Tutti gli 11 corsi attivati sono stati valutati positivamente dall’ANVUR ai fini del mantenimento dell’accreditamento ministeriale e 10 hanno ottenuto la qualifica di “dottorati innovativi”. È stato inoltre emanato il bando “dottorato industriale” a cui hanno aderito 7 corsi di dottorato di ricerca tra quelli attivati nel 37° ciclo. L’Università di Udine è entrata a far parte del Dottorato di ricerca nazionale in Intelligenza Artificiale (ambito Agrifood e Ambiente).
L’Ateneo ha assicurato il sostegno ai corsi di dottorato, garantendo 48 borse di studio triennali, alle quali si sono aggiunte quelle provenienti dagli enti convenzionati e quelle reperite da accordi con aziende, per un totale di 23 borse.
Gli iscritti ai concorsi “ordinari” di ammissione per il 37° ciclo sono stati 535, di cui il 28% con titolo di studio conseguito all’estero e il 57% con titolo conseguito presso altri Atenei italiani, a testimonianza della buona attrattività esterna dei nostri corsi.
Nel corso dell’ultimo anno accademico è stato potenziato l’impegno nell’implementazione delle azioni richieste dalla Carta Europea dei Ricercatori. Tali azioni, oltre a costituire un elemento qualificante dell’Ateneo, sono necessarie per il mantenimento del prestigioso riconoscimento “HR Excellence in Reaserch Award”, conseguito dell’Università nel 2016 e soggetto a valutazione periodica da parte della Commissione Europea.
Terza missione
La terza missione dell’Università di Udine considera la promozione del trasferimento dei risultati della ricerca, la divulgazione scientifica e il public engagement.
Nel confronto con i valori medi nazionali delle Università italiane, l’Ateneo si caratterizza per l’elevato numero di invenzioni e varietà vegetali tutelate, in totale 136, di cui 4 nell’ultimo anno accademico. Diversamente da quanto accade in media a livello nazionale, i ricavi derivanti dallo sfruttamento dei brevetti superano di 2-3 volte le spese di deposito e mantenimento.
Per dare ulteriore impulso allo sviluppo industriale delle invenzioni brevettate dall’Ateneo a più bassa maturità tecnologica sono in corso di svolgimento due iniziative per Proof of Concept, una finanziata dal MISE e l’altra autofinanziata dall’Ateneo.
A livello internazionale sono stati avviati rapporti con European Institute of Innovation & Technology (EIT), nell’auspicio di avviare ricerche collaborative in grado di elevare il Technology Readiness Level (TRL) delle soluzioni più promettenti.
Il progetto Cantiere Friuli, con il quale l’Università si propone come soggetto catalizzatore di cambiamento e rinascita del Friuli, ha concluso la sua prima fase di attività con un bilancio, in termini di impatto e risultati ottenuti per il periodo 2017-21 ragguardevole:
41 docenti/ricercatori di 17 diversi settori disciplinari, afferenti agli 8 dipartimenti, coinvolti nelle Officine Tematiche (OT); 45 esperti esterni nei gruppi di lavoro delle OT; 55 eventi (incontri, workshop, conferenze stampa e presentazione risultati); 36 collaborazioni con Enti terzi; 2.385 presenze rilevate agli eventi; 181 interventi di docenti/ricercatori dell’Ateneo alle iniziative; 1 unità full time segreteria di coordinamento; 14 assegni di ricerca attivati; 341 ore/persona tirocinanti interni.
La realizzazione del progetto ha contribuito ad accrescere nella società friulana e nei decisori il ruolo dell’Università quale motore propulsivo per il rilancio regionale, registrando di conseguenza un aumento di proposte di collaborazione da parte di enti locali, associazioni e portatori di interesse.
Dal metodo Cantiere Friuli parte anche il contributo dell’Università al progetto promosso dal Comune di Udine FriuliEuropa – Udine2050 nell’ambito del PNRR regionale.
Sono ben 11 i volumi pubblicati nella collana editoriale “Quaderni di Cantiere” e altri 2 sono in attesa di stampa. I quaderni sono pubblicati da Forum, casa editrice universitaria. Forum nel 2021 ha pubblicato 55 nuovi libri e 9 numeri di riviste. Ha organizzato 45 incontri in presenza e 17 incontri on-line e ha dato vita a 3 nuove collane editoriali.
Particolarmente intensa e distintiva è stata l’attività del CUG “Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” che ha promosso, nell’ambito del Piano delle Azioni positive per il triennio 2020-22, la redazione del primo Bilancio di Genere dell’Ateneo. Il documento consente di mettere a fuoco le situazioni di diseguaglianza uomo/donna ed è fondamentale per la preparazione del Gender Equality Plan, necessario per l’accesso ai finanziamenti del programma Horizon Europe e a quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
L’attività del CUG ha riguardato anche attività formativa per il personale, per studenti e dottorandi sui temi dell’inclusività e della medicina di genere e azioni specifiche contro la violenza e/o le discriminazioni di genere.
L’Università di Udine aderisce alla “Rete delle Università Sostenibili” (RUS) ed è da tempo impegnata in attività didattiche, divulgative e di ricerca inerenti allo sviluppo sostenibile. Anche nel 2021 il nostro Ateneo ha proposto, tramite la RUS, alcuni eventi inclusi nel programma del Festival dello Sviluppo Sostenibile e ha organizzato una serie di incontri sul territorio dal titolo “Per un domani sostenibile”. Ha contribuito, inoltre, alla elaborazione di documenti nell’ambito della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile. Intensa è stata pure la collaborazione con la nuova Commissione sostenibilità creata all’interno del Consiglio degli Studenti che ha visto, tra le altre iniziative, l’organizzazione del ciclo di incontri online “Il futuro è sostenibile” e l’avvio di tirocini curricolari collegati al progetto “Uniud sostenibile”.
Tra le attività divulgative dell’Ateneo merita ricordare il progetto “Play Uniud”, canale Youtube libero e aperto per la diffusione della conoscenza multidisciplinare, nato durante il periodo di lockdown.
La Biblioteca Florio dell’Università di Udine, donata dal prof. Attilio Maseri all’Ateneo nel 2013, è riconosciuta fra le dieci biblioteche di interesse regionale presenti in regione e costituisce uno dei più cospicui e preziosi patrimoni storico-culturali del Friuli Venezia Giulia.
Uno dei più preziosi manoscritti conservati nella Biblioteca, il codice della Divina Commedia datato fra il XIV e il XV secolo, noto agli studiosi come Codice Florio, dal 17 dicembre 2020 è a disposizione di ricercatori e studiosi di tutto il mondo grazie alla copia digitale consultabile sul sito Teche.uniud, la biblioteca digitale dell’Ateneo.
Il placement e la promozione dell’imprenditorialità accademica
Al fine di promuovere la costituzione di spin off e start up che possano valorizzare commercialmente i risultati della ricerca scientifica dell’Ateneo, in questo anno accademico sono state intraprese iniziative volte a incentivare la propensione all’imprenditorialità degli studenti e dei dottorandi di ricerca.
In particolare sono stati organizzati:
– Il corso “Imprenditorialità e business plan – on line”, rivolto a studenti degli CdL e CdLM dell’Ateneo,
– Il corso “Ricerca e imprenditorialità: dall’idea alla start up”, dedicato ai dottorandi di ricerca dell’Ateneo.
Nell’ambito del Progetto Condiviso con la Fondazione Friuli, che intende promuovere eventi e attività che rientrano nel percorso di collaborazione del sistema ateneo-territorio, l’Ateneo ha aderito a Enactus Italia, un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro dedicata ad ispirare gli studenti a migliorare il mondo attraverso l’imprenditorialità. Il team Enactus UniUd, formato da 13 studenti coordinati dall’area ricerca e coadiuvati da docenti dell’Ateneo, è risultato vincitore della competizione Enactus Italia-edizione 2021, con il progetto “Co2gnac”, basato su una tecnologia che mira a rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera sfruttando fonti di energia rinnovabili. Il gruppo rappresenterà l’Italia alla competizione internazionale 2021.
Durante l’anno accademico 2020/21 sono state pubblicate, a cura del Career center dell’Ateneo 550 offerte di lavoro, per le quali sono stati raccolti e gestiti 3208 curriculum vitae. Per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, sono stati confermati, seppure in formato digitale, gli appuntamenti con i “Mercoledì del Placement” e il “Job Breakfast”.
Anche l’attività di Punto Impresa, che è parte del progetto Cantiere Friuli ed è sostenuta da Fondazione Friuli, è stata in parte rivolta alla diffusione della cultura imprenditoriale.
Per quanto riguarda gli eventi con le imprese, è proseguito il ciclo delle iniziative denominate “Aziende in cattedra”.
Sul piano del rapporto con il territorio va segnalata la crescente e sempre più proficua collaborazione con il tessuto produttivo regionale, che si è concretizzata in particolare nello sviluppo di Uniud Lab Village, il polo della ricerca avanzata che vede riuniti nello stesso luogo i laboratori universitari e delle imprese che operano in sinergia per realizzare progetti congiunti.
Questo è un progetto dell’Ateneo, supportato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Fondazione Friuli, nato con l’obiettivo di integrare il mondo accademico e il mondo produttivo, per dare risposte più puntuali alla necessità di innovazione del comparto economico-produttivo territoriale.
Ai primi insediamenti è seguita nel 2021 la costituzione di ulteriori spazi dedicati: laboratorio di analisi sensoriali – LABAS; cinque laboratori informatici sui temi della Cybersecurity, Realtà virtuale aumentata, IoT, Sistemi autonomi e Intelligence, Human-robot collaboration – SMACT3; tre laboratori misti DMIF-Imprese sul tema dell’intelligenza artificiale – AI2S, che ospitano il nodo udinese del Digital Innovation Hub di IP4FVG e il laboratorio di Area Science Park dedicato al machine learning non supervisionato. Altri laboratori sono in fase di allestimento (LARA, Media Lab, ecc.).
L’istituzione, in collaborazione con Fondazione Friuli, di 20 borse di studio a favore di studenti iscritti alle lauree magistrali che possano svolgere attività presso Uniud Lab Village contribuisce a rafforzare il legame tra formazione, ricerca e trasferimento della conoscenza che in questa struttura si vuole realizzare.
Uniud Lab Village costituisce un unicum a livello nazionale e rientra fra le Infrastrutture di ricerca regionali inserite nel Piano Nazionale delle Infrastrutture di Ricerca 2021-27 recentemente approvato dal MUR.
Il successo del progetto ha indotto l’Ateneo a lanciare un concorso di idee per la realizzazione di un secondo edificio dedicato a queste attività di collaborazione pubblico-privato.
In aggiunta a questa iniziativa sono stati creati alcuni Tavoli di Lavoro Università-Impresa, di concerto con Confindustria Udine e il Cluster FVG legno arredo, finalizzati alla definizione di proposte progettuali da implementare sul territorio regionale nell’ambito di varie tematiche (Intelligenza Artificiale, Meccatronica, Robotica, Industria 4.0, Energia e Green, Materiali, Legno, Agricoltura 4.0): azione, questa, di fondamentale importanza in un periodo di grandi opportunità legate ai piani di ripresa post-pandemica strutturati a livello nazionale ed europeo.
L’Ateneo sostiene una fitta serie di collaborazioni con le associazioni di categoria, i Cluster tecnologici e i Parchi scientifici regionali. Nell’ottica di potenziamento delle reti regionali l’Ateneo ha costituito, con l’Università di Trieste, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA), l’International Centre for Theoretical Physics (ICTP), il MIB Trieste School of Management e Generali il Data Science & Artificial Intelligence Institute, che ha l’obiettivo di fungere da polo di innovazione nell’ambito data science e intelligenza artificiale.
Ha inoltre aderito alla Fondazione di Partecipazione Agrifood & Bioconomy FVG, che vuole aggregare i portatori di interesse nel settore agricolo, alimentare e bioeconomico della Regione.
Infrastrutture
L’attività didattica e di ricerca di Ateneo usufruisce di infrastrutture, organizzate in poli disciplinari distribuiti in ambito cittadino a Udine e in complessi messi a disposizione dell’Università nelle altre tre sedi di Pordenone, Gorizia e Gemona.
La realizzazione di nuovi spazi della conoscenza – grazie alla costruzione di nuovi edifici o il ripristino di altri già esistenti – testimonia come il nostro Ateneo rappresenti un grande propulsore di rigenerazione urbana.
Un complesso ubicato su un’area di circa tremila metri quadrati di via Faedis a Udine ospiterà nuovi laboratori dell’area medica dedicati allo sviluppo di ricerche nell’ambito delle tematiche dell’invecchiamento in salute.
Il campus universitario dei Rizzi avrà una nuova e importante fase di crescita grazie alla realizzazione della nuova biblioteca del polo scientifico, che ospiterà anche un’innovativa sala polifunzionale con tribuna telecospica capace di trasformarsi in auditorium o sala studio a seconda delle esigenze.
La copertura piana delle grandi aule ubicate nella struttura seminterrata dello stesso complesso dei Rizzi, con la sua superficie di circa 5700 mq, rappresenta un grande spazio all’aperto fruibile dagli studenti. Per rendere più sostenibile la nostra università è stata indetta una gara per la sostituzione di tutti i corpi illuminanti di Ateneo.
Sarà completata a breve la ristrutturazione dell’edificio ex-Renati, che garantirà la piena autonomia operativa al polo giuridico, garantendo la disponibilità di spazi per uffici, studi e aule.
È in fase di progetto un nuovo campus di area medica, che sorgerà in prossimità del complesso di piazzale Kolbe e consta di 6600 mq da destinare alla didattica, ai laboratori e agli studi.
Da ultimo voglio citare la recentissima sottoscrizione di un accordo tra Università, Comune di Udine e Fondazione Friuli per rendere fruibile a tutta la cittadinanza il parco monumentale di Palazzo Antonini Maseri, uno dei giardini storici udinesi. Attualmente di proprietà dell’Ateneo, quale parte della generosa donazione del prof. Attilio Maseri avvenuta nel 2018, sarà in futuro gestito dal Comune nell’ambito un ambizioso progetto di rigenerazione e valorizzazione del patrimonio storico immobiliare cittadino di cui sarà protagonista la Fondazione Friuli.
Le sfide: dal Piano Strategico di Ateneo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Come tutto il sistema universitario italiano l’Ateneo esce a testa alta dal periodo più duro dell’emergenza pandemica, che ha affrontato con la concretezza e la determinazione di sempre. Per questo ci sono dati inequivocabili (ore di lezione erogate, esami di profitto e laureati, record immatricolati, servizi agli studenti).
Non vi è dubbio che l’opportunità offerta dai finanziamenti ministeriali mirati al superamento dell’emergenza erogati nel 2020, adeguatamente integrati con fondi di Ateneo, sia stata pienamente colta con il risultato di poter ampliare la dotazione tecnologica di aule e laboratori e, soprattutto, creando le condizioni ideali perché, una volta superata la pandemia, l’Università possa nuovamente diventare il luogo del confronto e del dialogo tra docenti e studenti, svolto in presenza e avvalendosi di nuovi strumenti con cui arricchire l’esperienza di apprendimento e disegnare scenari didattici innovativi.
L’Università, d’altro canto, si distingue dagli altri soggetti della formazione poiché ha fra i suoi scopi la ricerca. Questa nutre la didattica, qualifica l’Ateneo ed è il volano dell’innovazione. La valorizzazione di questa attività, unita alla capacità di formare le nuove generazioni, sta alla base del ruolo dell’Università quale propulsore di avanzamento sociale, culturale ed economico di un territorio e di un Paese.
Oggi più che mai questo ruolo deve essere chiaro negli obiettivi strategici che un Ateneo si pone e va rivendicato con forza sulla base delle proprie competenze. Per fare questo l’Università deve essere capace di immaginare gli scenari futuri, di interagire con le altre componenti della Società e, in stretto coordinamento con queste, di individuare e condividere i percorsi di cambiamento per progettare azioni congiunte di sviluppo a medio e lungo termine.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con le sue stesse sfide che coinvolgono in modo inequivocabile il sistema universitario, costituisce un’opportunità unica per costruire e rafforzare queste reti virtuose e, ciò che è più importante, per dare concretezza al cambiamento.
Se negli ultimi anni i finanziamenti alla ricerca non hanno avuto l’accelerazione che la rapida evoluzione della Società avrebbe richiesto, appare oggi come questo trend venga significativamente invertito, con una serie di iniziative governative che hanno l’obiettivo comune di rilanciare la capacità di innovazione del Paese, partendo dal consistente sostegno al sistema scientifico.
L’Università di Udine si è preparata a questo ed accetta con grande consapevolezza la sfida dei cambiamenti in atto. Anzi, ha già dato prova di volerli anticipare predisponendo una serie di misure che favoriscano il dialogo costruttivo con le Istituzioni e guardino al consolidamento della reputazione dell’Ateneo nel panorama nazionale e internazionale della ricerca e dell’alta formazione.
In particolare l’Ateneo ha deciso di dotarsi di un Piano Strategico per i prossimi 5 anni, che sarà accompagnato da risorse auto generate.
Partendo dall’analisi degli scenari futuri delle università a livello nazionale e internazionale; dall’analisi di contesto e del posizionamento dell’Ateneo in relazione alle proprie mission; dalla discussione con i rappresentanti territoriali, sono state definite delle linee guida condivise con i Dipartimenti, per la formulazione dei Piani Strategici Dipartimentali.
Forte è emersa l’esigenza di perseguire la caratterizzazione del profilo scientifico e formativo dell’Ateneo attraverso un chiaro posizionamento in ambito nazionale e internazionale, l’ampliamento nella progettualità di ricerca e didattica di eccellenza e lo sviluppo di temi interdisciplinari.
Così come sono state individuate le sfide imprescindibili che il nostro Ateneo deve affrontare, quali la revisione dell’offerta didattica interna e di quella in collaborazione con le altri componenti della filiera dell’education, il potenziamento della ricerca, il rafforzamento dei partenariati strategici europei, il consolidamento della progettualità sul territorio e dell’interazione con il sistema produttivo, l’intensificazione dei rapporti con le altre università, in particolare quelle regionali, e il sistema della ricerca regionale.
Il successo di questa progettualità dipende decisamente dalla capacità di conciliare le valenze specifiche con una logica di rete che consideri l’integrazione interna all’Ateneo ed esterna ad esso.
In quest’ottica, punto fondante del Piano Strategico è la focalizzazione su tematiche interdisciplinari che valorizzino la complementarietà delle competenze interne e favoriscano il dialogo con l’esterno.
I Dipartimenti hanno risposto predisponendo i loro contributi al Piano strategico e a breve saranno avviate le prime iniziative in coerenza con gli obiettivi prefissati.
Come si può vedere, anche alla luce di quanto esposto nel corso di questa relazione, l’orientamento assunto dall’Ateneo e le azioni già intraprese sono in grande sintonia con le linee guida del PNRR rilasciate nei mesi scorsi, con particolare riferimento alle iniziative di sistema
definite dalla “Missione 4”.
Questo ci conforta e ci stimola a proseguire nel lavoro di attuazione dei nostri obiettivi strategici, opportunamente ricalibrati sulla base di quanto proposto a livello nazionale, e ci consente di affermare che l’Università di Udine è pronta a cogliere le opportunità offerte dal PNRR, contribuendo con le proprie competenze e le proprie forze alla costituzione dei soggetti attuatori delle varie linee di intervento, a livello locale e nazionale.
Conclusioni
L’ambizione dell’Università di Udine è di essere capace di caratterizzare le proprie competenze, di declinare le proprie vocazioni, di intercettare la contemporaneità così da posizionarsi in modo distintivo nel sistema universitario nazionale. Nel fare questo non può e non vuole rinunciare allo stretto legame con il territorio che l’ha fortemente voluta.
Per fare questo, oltre all’ambizione, dovremo sempre fare ricorso ai nostri principi fondanti: orgoglio e senso di appartenenza, fiducia nelle persone e nei propri mezzi, coraggio e determinazione.
All’inizio del nuovo anno accademico desidero esprimere la mia gratitudine a tutta la Comunità accademica per la maturità dimostrata in questi due anni del mio mandato e ringraziare, in particolare, quanti condividono con me questa magnifica avventura:
Prorettore vicario, Delegate e Delegati di area, di settore e Referenti, Direttrici e Direttori dei dipartimenti, Direttore della Scuola Superiore, Coordinatore del nucleo di valutazione, Senatori e Consiglieri, Direttore generale e Vicedirettrice generale, Responsabili delle Direzioni e Capi area, Responsabili dei servizi dipartimentali.
Tutto il personale docente, tecnico e amministrativo, studentesse e studenti e le loro rappresentanze.
Un grazie sincero a quanti nel territorio cooperano con noi e a coloro che non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno.
Un commosso pensiero a coloro che in quest’anno ci hanno lasciati:
Marta Gori, studentessa di master tragicamente scomparsa privando tutti noi del suo futuro; Dario Sorrentino, gastroenterologo e docente dell’Ateneo di cui ricordiamo la passione per il lavoro e l’amore per la famiglia e per la vita; Luigi Reitani, illustre germanista dell’Ateneo, uomo di cultura a tutto tondo che ha illuminato di umanità e scienza Udine e il mondo, ha lasciato in tutti noi un vuoto incolmabile; Marco Fantoni, grande imprenditore friulano la cui figura è legata indissolubilmente al Friuli e all’Università che gli conferì la laurea ad honorem in Ingegneria Gestionale nel 2002; Gustavo Zanin, energico e talentuoso maestro organaro di fama mondiale, laureato ad honorem in Storia dell’arte e conservazione dei beni storico-artistici nel 2017.
Enrico Coccolo, storico collaboratore del prof. Attilio Maseri, che si è prodigato con grande generosità e passione per il bene dell’Ateneo.
Attilio Maseri, grande scienziato e benefattore dell’Università di Udine (come è stato ricordato anche in precedenza), la cui eredità più importante è costituita dai valori con cui ha coronato la propria esistenza: affrontare la vita con coraggio, riporre fiducia nella capacità della scienza di porsi le giuste domande, stimolare i giovani a prendere in mano il proprio futuro e fornire loro gli strumenti per costruire il proprio senso critico, non dimenticare le proprie radici e custodire il passato per progettare il futuro.
Noi non possiamo che impegnarci a cogliere questi stimoli e ripetere con convinzione il nostro motto: Hic Sunt Futura!
Con questi ideali e questi valori solennemente dichiaro aperto l’anno accademico 2021-2022 dell’Università degli Studi di Udine, il 44° della sua storia.