Covid e sieri, coppie “scoppiate”
PSICOLOGICAMENTE
A dura prova la tenuta affettivo-familiare
I riflessi della pandemia stanno lasciando spesso delle voragini nelle coppie e nelle famiglie
Il Covid ha fatto emergere dissapori e contrasti, inclusi quelli derivanti dalle posizioni antagoniste sui sieri (sia all’interno stessa della coppia sia per le scelte che coinvolgono i figli).
Abbiamo chiesto qual è lo stato di salute alla psicologa Federica Parri, commissaria di Pari Opportunità del Comune di Trieste, esperta proprio in dinamiche familiari e terapie di coppia.
Dottoressa, quali le difficoltà maggiori che affrontate sul vostro tavolo professionale? “La pandemia ha inciso molto nelle dinamiche di coppia, basti pensare all’aumento dei casi di violenza domestica e di divorzi. L’essere rimasti mesi e mesi a casa, sempre insieme, troppo insieme, magari in smart working, con i bambini a seguire videolezioni e senza nessun tipo di diversivo (visite agli amici, sport, hobby), ha aumentato lo stress individuale che si è riversato come un’onda in piena nella coppia”.
La pandemia ha colpito qualche coppia in particolare? “No, ha travolto tutti i tipi di coppia, da quelle classiche sposate a quelle in cui i partner non vivevano insieme, a quelle separate in casa, agli amanti. Molte coppie hanno acuito le problematiche relative all’educazione dei figli, altre hanno dovuto affrontare malattie durante la pandemia (quindi con un moderato supporto di parenti amici) ed un incremento del ‘lavoro’ da parte del partner sano; altre ancora erano separate in casa in una situazione già di tensione che l’isolamento sociale ha per forza inasprito; altre avevano già criticità che riuscivano a tenere sotto controllo grazie al poco tempo passato insieme ma, una volta che questo è venuto a mancare, sono esplose. La verità è che sono rare le storie in cui la pandemia ha fatto bene alla coppia”.
E adesso come si vive (green pass, sospensioni dal lavoro, etc)? “C’è poca fiducia nel vaccino, c’è poca fiducia nella ripresa economica. La gente vive nell’angoscia delle chiusure. Non si vive tranquillamente, anche per la gestione dei figli. Chi lascia il lavoro per seguire i figli? Insomma, ritorna l’ansia da autunno, le difficoltà legate al lavoro. La perdita del lavoro in questo periodo di incertezza economica è sicuramente un duro colpo per le persone, prima di tutto perché siamo abituati ad identificarci con il nostro lavoro e quando lo perdiamo vengono minate la nostra identità e la nostra autostima e poi per i problemi pratici derivati dalla mancanza del sostegno economico. Sicuramente perdere il lavoro o essere messi in cassa integrazione determina un cambio radicale delle abitudini e delle dinamiche della relazione”.
In molte coppie e famiglie si stanno registrando divisioni marcate sul tema vaccinale: un partner favorevole, l’altro scettico e contrario… “Il vaccino è un tema che divide tantissimo, ci sono pochissimi moderati al riguardo, o si pensa che vada fatto o si pensa che non vada fatto. Questa esasperazione avviene perché è un tema che va a toccare i nostri valori di fondo, il bisogno di sentirsi sicuri ed il bisogno di sentirsi liberi.
Un collante molto profondo nella coppia è dato appunto dalla condivisione dei valori, è per quello che le persone si uniscono e intraprendono una strada insieme. Quando questa visione dei valori viene scissa su un argomento caldo come quello vaccinale, la coppia va in crisi. Ora, non è che una coppia che va d’amore e d’accordo quando si scontra sui vaccini si lascia, ma una coppia di quelle di cui parlavamo prima, già provata dal lockdown, già risentita, può profondamente spaccarsi”.
E quando lo spinoso argomento vaccino sì-vaccino no riguarda le scelte sui figli? “Solitamente quando questo avviene la coppia è già divisa, anche se non effettivamente, lo è di cuore e di mente. Una coppia dovrebbe sempre trovare lo spazio per il dialogo e per una sintesi con la visione dei partner, che non è né la visione di uno né la visione dell’altro ma è qualcosa di diverso che nasce dal tenere in considerazione le due visioni.
Quando ci sono conflitti di questo tipo sulle scelte di salute dei figli minorenni, si tratta di scontri di potere mascherati per scontri di amore. Ai ragazzi ovviamente nuoce e confonde vedere i genitori litigare per temi che li riguardano, farebbe bene invece vedere i genitori in grado di parlare e confrontarsi civilmente”.
Ci sono ragazzi che finiscono in terapia per questi ‘scontri’ domestici sui sieri? “Ho avuto in terapia ragazzi in difficoltà perché i genitori divorziati si approcciavano in maniera contrapposta a molti temi tra cui il tema-covid: uno con estrema ansia, l’altro con estrema superficialità. Questa modalità confondeva i ragazzi che non sapevano più dove stava la verità e a chi credere: questo aumentava la loro ansia perché sentivano di non potersi più fidare dei genitori, dal momento che nessuno dei due aveva delle tesi che li convinceva appieno. Questi ragazzi non avevano intorno persone che gli spiegassero le cose chiaramente: per ‘chiaramente’ non intendo in modo scientifico bensì in modo sincero. Queste situazioni causano una forte sofferenza mentale nei ragazzi che finiscono per chiudersi in se stessi o per cercare risposte nei gruppi dei pari, con le problematiche che questo può comportare se il gruppo dei pari di riferimento è disfunzionale”.
Scritto da Irene Giurovich
per IL PAîS gente della nostra terra edizone cartacea ottobre/novembre 2021
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