Contribuiti prima casa: in Fvg cambiano le regole
Trieste, 18 novembre 2021 – Massima attenzione nel favorire i giovani per l’acquisto della prima casa, un numero limite di metri quadri dell’abitazione ai fini della concessione dei contributi e la cifra massima da utilizzare come parametro per la conferma dei sostegni economici.
Sono stati questi gli elementi principali, modificati in corso d’opera dalla Giunta regionale dopo un consulto con i rappresentanti della Maggioranza, che hanno caratterizzato il dibattito in sede di VI Commissione consiliare che, presieduta da Mara Piccin (FI) e riunita a Trieste, ha espresso parere favorevole a maggioranza sulla delibera giuntale 1.620, relativa alle modifiche al regolamento di esecuzione per la disciplina degli incentivi di edilizia agevolata a favore dei privati cittadini per il sostegno nell’acquisizione o nel recupero di alloggi da destinare a prima casa.
Comunque contrarie le Opposizioni, mentre il solo Emanuele Zanon (Regione Futura) si è astenuto al termine di una seduta fiume aperta da una serie di audizioni in videoconferenza con il coinvolgimento dei principali portatori d’interesse del settore.
Una riunione che ha richiesto un intero pomeriggio di attività con conseguente rinvio ad altra convocazione degli altri tre punti previsti dall’ordine del giorno.
L’espressione di voto da parte della Commissione, che ha riguardato le variazioni ai contenuti della legge regionale 1/2016 sulla Riforma organica delle politiche abitative e il riordino delle Ater, è stata preceduta dall’illustrazione dei contenuti da parte dell’assessore regionale a Infrastrutture e Territorio, Graziano Pizzimenti.
“Viene affrontata – ha esordito Pizzimenti – la rivisitazione di una norma che ha avuto effetti consistenti e andiamo a tarare un’offerta proposta già un paio d’anni fa. Ora è giusto fare il tagliando per capire cosa serve e come è più giusto calibrare la nostra visione. Manteniamo lo schema ma proponiamo requisiti diversi o ricalibrati rispetto gli attuali”.
Nello specifico, come prima cosa, sono stati ridotti i metri quadri massimali delle prime case per cui si chiede il contributo: 120 per acquisto o nuove costruzioni e 150 con il recupero (si parla sempre di valori catastali, senza pertinenze).
Gli importi, ridotti per la coesistenza con altre agevolazioni, passano invece da 15 a 12mila euro per acquisto + recupero, a 13mila per nuove costruzioni e da 8mila a 7 mila per recuperi minori equiparati. Non vengono invece diminuiti i contributi per le zone montane. 5mila euro il reddito minimo richiesto all’acquirente, mentre l’operazione dev’essere compiuta con metà cifra sotto forma di mutuo almeno decennale. I richiedenti, infine, non devono essere proprietari di altri alloggi da almeno due anni.
Alessandro Fabbro, rappresentante dell’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci), ha definito le proposte “in linea con le esigenze attuali delle nostre famiglie per agevolare chi ha veramente bisogno”. Perplessità da parte degli altri auditi: Leonardo Piccoli, presidente regionale della Federazione italiana Agenti immobiliari professionali (Fiaip), pur ricordando che “l’attuale regolamento ha funzionato e ha tratto fuori dal letargo un mercato immobiliare fermo da troppo tempo”, ha ritenuto “le superfici indicate non sufficienti ad accontentare un buon numero di coppie alla ricerca della prima casa. Una forzatura anche il mutuo dei 10 anni minimi al 50%”.
Roberto Contessi, Associazione nazionale Costruttori edili (Ance), ha auspicato attenzione per le attività di recupero, alla pari di Paolo Bon (Ordine degli Architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori Fvg) secondo il quale “andrebbe favorito insieme alla rigenerazione. Non opportune – ha aggiunto – la richiesta del mutuo e la metratura quadrata”. Alessandro Gerdina, coordinatore della Commissione urbanistica del Comitato regionale dei Geometri, ha indicato come obiettivo “l’estensione della platea dei beneficiari”, seguito da Denis Petrigh, presidente categoria Edili dell’Associazione Piccola e media industria Fvg ma anche nome di Confartigianato, che ha parlato di “120 e 150 metri quadrati non congrui. Molti immobili, soprattutto nelle aree montane, hanno un prezzo di acquisto basso ma metrature ben più vaste”. Luca Tropina, presidente regionale di Cna edilizia, si è detto “allineato con i colleghi. Metrature troppo basse e 200mila euro che tagliano fuori molti immobili nuovi”.
Nel corso del dibattito generale sono intervenuti praticamente tutti i consiglieri presenti in aula, alcuni dei quali (il leghista Elia Miani, Massimo Moretuzzo del Patto per l’Autonomia, il capogruppo dem Diego Moretti, il civico Tiziano Centis e Furio Honsell di Open Sinistra Fvg) hanno auspicato che il parere della Commissione potesse essere rinviato dopo ulteriori approfondimenti. Particolarmente contraria Mariagrazia Santoro (Pd) che ha parlato di “modifica di regolamento che va contro il Friuli e misura iniqua, contro le famiglie e contro i giovani”.
Criticità sono state evidenziate anche dal fronte pentastellato (Cristian Sergo e Ilaria Dal Zovo), mentre da quello del Carroccio si sono espressi Luca Boschetti, Stefano Turchet (“un regolamento fatto per chi ha la necessità di avere un tetto sopra la testa”) e Lorenzo Tosolini (“sono stati messi 170 milioni di euro su questo capitolo di spesa, il triplo rispetto a quanto fatto da altri in precedenza”).
Giuseppe Sibau ed Edy Morandini (Progetto Fvg/Ar), infine, hanno suggerito rispettivamente “di valutare le situazioni di famiglie che si ampliano, consentendo l’acquisto di abitazioni più consone alle nuove esigenze” e che “quando è stata ampliata la platea, l’edilizia aveva bisogno di un rilancio. Oggi, invece, serve attenzione per chi deve acquistare la prima casa”.
Prima di presentare le modifiche apportate al testo originario, l’assessore Pizzimenti ha ribadito che “parliamo di prima casa: di chi non ce l’ha e fa fatica ad averla. La cornice è molto ampia rispetto e non torniamo indietro”. Le novità che hanno anticipato il voto, senza però conquistare il gradimento delle Opposizioni, riguardano quindi l’aumento di un anno (da 35 a 36) per i soggetti considerati giovani, l’aumento di 2.000 euro per le loro istanze (da 2.500 a 4.500 euro) e l’eliminazione del tetto dei 200mila euro per chi decide di ristrutturare. Infine, Pizzimenti ha rimarcato che nel 2021 sono stati stanziati 113 milioni di euro complessivi e coperte tutte le richieste a ottobre. Nel 2020 erano state presentate 3.627 domande, 4.173 nel 2021.
ACON/DB-fc