Raccoglimento incanto e mistero in Adolfo De Turris
di Lara Franciosi
Vi voglio parlare di un artista che probabilmente già conoscete ma per il quale non sono state spese abbastanza parole, un artista che ha compiuto nell’arco del tempo un interessante percorso evolutivo: Adolfo De Turris.
Nato a Montalbanco Jonico ( Mt ) il 23 Febbraio 1952, dopo il liceo artistico si è formato presso l’Accademia di Brera, sotto la guida di illustri Maestri.
Dotato di una insaziabile curiosità ha assimilato e personalizzato stili e movimenti artistici, dalla Rinascenza Bizantina fino alla Transavanguardia, passando per il Cubismo. La raffigurazione caratterizzante la sua produzione artistica è il paesaggio, un soggetto talmente elementare che in tutte le epoche gli artisti vi hanno polarizzato l’attenzione, ma che contrariamente a quanto si è soliti pensare, rappresenta la più difficile delle sfide per un pittore, perchè solamente attraverso il confronto con soggetti elementari, può emergere la grande pittura.
De Turris lascia trasporre nelle opere le influenze dei grandi del passato, aggiungendo le sue noti personali, la sua cifra stilistica non è statica ma si evolve con la sua crescita e maturazione pittorica. De Turris infrange la tela con un tratto non preordinato, ma figlio dell’attimo, del qui e ora, non scegliendo nulla ma lasciandosi guidare dalle emozioni, le stesse che riesce a suscitare in coloro i quali entrano in empatia con le opere di questo straordinario artista.
Avvicinandosi ad un suo quadro, si entra in una dimensione di raccoglimento, incanto, mistero,dove colori, oggetti e personaggi prendono vita, raccontando emozioni attraverso scene apparentemente consuete che l’artista è in grado di trasfigurare.