Cupla Fvg alla Regione: potenziare gli ospedali pubblici e rafforzare la medicina territoriale
Cupla – 80mila associati tra commercianti, artigiani, agricoltori e piccoli imprenditori – chiederà colloquio con vicepresidente e assessore alla Salute, Riccardo Riccardi. «Oggi neppure chi ha tre dosi può ricevere in ospedale le cure di cui ha bisogno. Occorre agire».
Individuazione di sei priorità-urgenze in ambito sanitario, appello alla Regione perché si organizzi, anche finanziariamente, per dare risposte a tali esigenze, richiesta al vicegovernatore di un incontro per aprire «un confronto costruttivo» su questi temi.
È la sintesi dei lavori del Comitato di presidenza del Cupla, il coordinamento unitario pensionati lavoro autonomo, del Friuli Venezia Giulia, che conta oltre 80mila associati in regione tra commercianti, artigiani, agricoltori e piccoli imprenditori. Coordinatore è Pierino Chiandussi, che opera con vicecoordinatori Sergio Cozzarini e Guido De Michielis e i segretari Gianfranco Trebbi e Antonio Buso. Gli associati commercianti, artigiani, agricoltori e piccoli imprenditori.
Pur rendendosi conto della complessità della situazione attuale, che non ha soluzioni di facile attuazione ma richiede invece interventi straordinari sia dal punto di vista economico che organizzativo, il Cupla ritiene che la pandemia abbia messo in rilievo molte inadeguatezze del sistema sanitario ed assistenziale del Friuli Venezia Giulia e che conseguentemente sia necessario che gli enti pubblici, ed in particolare l’amministrazione regionale, mettano in atto una serie di scelte politiche.
Queste le priorità indicate dal Coordinamento:
- completamento della campagna di vaccinazioni in modo da portare nel tempo più breve possibile alla ripresa di una vita pressoché normale pur convivendo, per un periodo che purtroppo non sarà breve, con il virus;
- rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale, sostenendolo con risorse adeguate al fine di potenziare gli ospedali pubblici anche attraverso nuove assunzioni di personale medico, infermieristico e tecnico;
- ridurre le liste di attesa a tutela della salute dei pazienti di tutte le patologie (oncologia, cardiologia, geriatria, ecc.);
- rafforzare le strutture della medicina territoriale in modo da spostare sul territorio alcune funzioni attualmente svolte dagli ospedali. Su questo argomento il CUPLA ritiene che il ruolo dei medici di base vada riqualificato e rafforzato; potenziare e riqualificare l’assistenza domiciliare ed assicurare il diritto a tutti gli anziani che ne hanno bisogno di poter fruire di RSA (sia pubbliche che private) con standard qualitativi alti e a costi sostenibili; sostenere attraverso un finanziamento straordinario i servizi pubblici (domiciliari, semi residenziali e residenziali) dedicati ai non autosufficienti.
In questo scenario il Cupla ritiene che l’amministrazione regionale debba fare tutti gli sforzi possibili, soprattutto dal punto di vista della destinazione delle risorse, per dare risposte rapide ed efficaci alle priorità sopra elencate, anche attraverso l’utilizzo degli stanziamenti previsti per la nostra regione dal Recovery Plan nazionale. Nei prossimi giorni il Coordinamento del Friuli Venezia Giulia presenterà una richiesta di incontro al vice Presidente nonché assessore alla Sanità Riccardi, per conoscere le strategie della Regione ed aprire un confronto costruttivo su questi temi.
Gli anziani infatti, che rappresentano oltre un quarto della popolazione residente e una percentuale ben più alta dei fruitori dei sevizi socio-assistenziali, sono quelli che sono stati maggiormente toccati dalla pandemia, sia per quanto riguarda la percentuale di coloro che sono rimasti infettati dal virus, sia per le conseguenze più gravi della malattia, nonché per la situazione di sofferenza generale nella quale si trova il servizio pubblico sanitario in conseguenza della sovraoccupazione dei reparti ospedalieri, non solo di terapia intensiva.
Ora, l’intasamento dei reparti ospedalieri non consente, neppure a coloro che hanno fatto la vaccinazione, ha concluso il Cupla, di vedersi riconosciute tempestivamente le dovute prestazioni sanitarie.