Covid19, cosa sapere sui test diagnostici e le misure di sorveglianza
Nell’impossibilità di trattare in una puntata tutti gli aspetti dell’infezione da SARS-CoV2, iniziamo questa rubrica a cura del dott. Federico Silvestri, illustrando le modifiche introdotte dal Decreto legge 229 del 30/12/2021 per quel che riguarda le misure di sorveglianza sanitaria. Ma prima una breve premessa sui test diagnostici.
Il virus ha una incubazione veloce, circa 3 g per la variante Omicron; il periodo di infettività del malato dura mediamente 7-10 giorni ed è più breve nei vaccinati.
Il virus è rilevabile da 1 a 5 gg dopo il contatto con un positivo (positivo al momento del contatto o nelle 48 ore seguenti).
Vi sono 2 tipi di test:
A) il test Molecolare: individua il materiale genetico del virus; è molto sensibile evidenziando i malati nel 99% dei casi; si positivizza 24 ore prima dei test antigenici; va usato solo in fase diagnostica, cioè per documentare l’infezione, non per controllare la guarigione dall’infezione in quanto piccoli residui di materiale genetico del virus potrebbero generare un test positivo, pur in presenza di paziente guarito.
B) il test Antigenico/Rapido: determina la presenza di proteine prodotte dal virus, cioè gli antigeni virali. E’ meno costoso e soprattutto molto più rapido (minuti contro ore); il problema con questi test è l’alta percentuale di falsi negativi, cioè non rilevano l’infezione in individui infetti. Quelli di ultima (III) generazione hanno una sensibilità maggiore del 90% ma il risultato dipende dalla carica virale (ad es ad inizio malattia, se bassa carica virale il test può risultare ancora negativo col test molecolare già positivo) e dalla qualità del prelievo (ad es il 30% dei test fai-da-te e di quelli salivari è costituito da campioni inadeguati che risulteranno pertanto negativi). Sono ideali per la diagnostica veloce e nei casi in cui sia necessario fare il test ripetutamtente (per i costi) . Ma il test di III generazione, che è valido sia per ottenere il Green pass che per viaggiare, viene fatto solo in laboratori attrezzati (non altrettanto il fai-da-te o il test in farmacia). La Regione FVG ha recentementre stretto un accordo con le Farmacie per rendere valido il test ivi eseguito ai fini di rientro al lavoro dopo isolamento/quarantena. Se il test risulta positivo, non necessita di test molecolare di conferma. Esiste poi il dosaggio degli anticorpi circolanti (test sierologico), la cui funzione è stata ridimensionata in quanto, non essendoci correlazione tra quantità di anticorpi e protezione dall’infezione, il loro dosaggio non serve per programmare i richiami della vaccinazione ma eventualmente solo a rilevare una pregressa infezione passata inosservata in un paziente non-vaccinato.
E ora veniamo alle nuove regole di sorveglianza sanitaria:
1) Paziente risultato positivo ad un test molecolare o antigenico
a) Paziente POSITIVO ASINTOMATICO vaccinato con 2 o 3 dosi da meno di 120 gg o GUARITO da meno di 120 gg: 7 gg di isolamento e test antigenico (Ag) finale negativo;
b) Paziente POSITIVO NON VACCINATO o SINTOMATICO (indipendentemente da situazione vaccinale o guarigione): 10 gg di isolamento dalla comparsa dei sintomi e test Ag negativo dopo 3 gg senza sintomi.
2) Contatto ad alto rischio*
a) NON VACCINATO o solo 1 DOSE o II dose da meno di 14 gg: 10 gg di quarantena e test Molecolare o Ag negativo;
b) VACCINATO con 2 DOSI da più di 120 gg: 5 gg di quarantena e test Molecolare o Ag negativo;
c) GUARITO da meno di 120 gg o VACCINATO con 2 DOSI da meno di 120 gg o 3 DOSI : no quarantena; test Molecolare o Ag negativo dopo 5 gg; mascherina FFP2 per 10 gg.
3) Contatto a basso rischio**
No quarantena; comuni precauzioni igenico-sanitarie; obbligo di mascherina.
Nelle categorie 2 e 3 in ogni momento si procede con test diagnostico (molecolare o Ag) se il paziente diventa sintomatico.
*Definizione di contatto ad alto rischio: una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19, che ha avuto un contatto fisico diretto (per esempio la stretta di mano), che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati), che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti, che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) in assenza di DPI idonei, che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.
**Definizione di contatto a basso rischio: una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) ad una distanza inferiore ai 2 metri e per meno di 15 minuti, che si è trovata in un ambiente chiuso o che ha viaggiato con un caso COVID-19 per meno di 15 minuti, tutti i passeggeri e l’equipaggio di un volo in cui era presente un caso COVID-19.
Il dott. Federico Silvestri
Nato a Udine e ivi risiede; si è laureato in Medicina e Chirurgia col massimo dei voti e lode presso l’Università di Trieste nel 1979 e si è poi specializzato in Endocrinologia presso l’Università di Verona ed in Ematologia presso l’Università di Trieste.
Dopo la laurea ha lavorato per 10 anni come Assistente presso il reparto di Medicina interna dell’Ospedale di Palmanova, poi per quasi 20 anni come Aiuto presso la Clinica Ematologica dell’Ospedale di Udine, e negli ultimi 12 anni di carriera come Primario presso la Divisione di Medicina Interna dell’Ospedale di Latisana. Negli ultimi 3 anni del suo mandato ha svolto anche le funzioni di Primario ad interim della Divisione di Medicina interna dell’Ospedale di Palmanova e di Capo Dipartimento Medico dell’Ospedale di Palmanova-Latisana. Dal 2020 svolge l’attività di Primario della Divisione di Medicina Interna del Policlinico Città di Udine e l’attività di consulenza (visite) presso vari poliambulatori medici (Friul Coram tra gli altri).
Ha trascorso lunghi periodi di studio/ricerca presso i reparti di Ematologia dell’Hammersmith Hospital a Londra e dell’University Hospital a Cincinnati (USA).
E’ stato per 3 anni (fino al 31/12 us) presidente regionale della FADOI, l’associazione che riunisce i Medici internisti ospedalieri.
Ha presentato circa 100 relazioni a congressi nazionali ed internazionali ed è autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche in campo ematologico (principalmente focalizzate su linfomi e leucemie croniche, alterazioni delle piastrine, anemie e policitemie), ed è un esperto a livello nazionale nel campo delle anemie.
a cura del dott. Federico Silvestri – Federico.silvestri@policlinicoudine.it