Il lago di Fusine sta sparendo, ma Graziano Busettini ed Edo Piantadosi stanno portando avanti la loro campagna per salvarlo
«Il lago Superiore di Fusine sta morendo». Non usano giri di parole Graziano Busettini ed Edo Piantadosi per definire la situazione del lago Superiore e l’appello sta per essere rilanciato con forza con una petizione. Nel luglio 2015, era stata promossa una campagna online indirizzata alla presidente della Regione, sul sito dedicato www.avaaz.org, per salvare il piccolo specchio d’acqua. Ora, dopo aver raccolto 581 sottoscrizioni, vogliono portare di nuovo la questione all’attenzione pubblica, rilanciando sia il documento apparso su Internet, sia una raccolta di firme direttamente in loco. «Il lago Superiore purtroppo sta subendo negli ultimi decenni un progressivo interramento causato dallo straordinario accumulo di ghiaia e fango; ciò ha provocato l’innalzamento del fondo del lago e una progressiva riduzione della sua superficie, sostituita in gran parte dell’anno (specie se piove poco) da prato e fango. Durante l’inverno, di fatto, di acqua ne rimane ancora meno perché, a causa della ridotta profondità residua, essa viene sostituita da ghiaccio, tanto da aver provocato in passato autentiche stragi del pregiato Salmerino, il pesce che dall’era glaciale lo abitava in grandissima quantità (presente solo in pochi altri laghi alpini). Questo fenomeno di trasformazione di un lago prima in palude e poi in prateria, benché in parte naturale per i laghi alpini, nel caso del lago superiore di Fusine è stato notevolmente accelerato dall’uomo con opere di regolamentazione delle acque torrentizie che adesso trasportano il materiale ghiaioso e i limo molto più velocemente e in quantità maggiore».
Fatta questa premessa, si chiede che «la Regione Friuli Venezia Giulia al più presto valuti scientificamente il problema e metta in atto le azioni per il ripristino e la salvaguardia del lago Superiore di Fusine». I promotori hanno avuto contatti con l’assessore alle Risorse agricole e Forestali, Cristiano Shaurli e si stanno attivando per riportare la questione in Regione. «In più, quando le condizioni meteo saranno migliori e ci sarà un significativo afflusso di turisti, promuoveremo una raccolta firme sul posto. La primavera sarebbe il periodo giusto, perché la secca del lago è ancora più evidente». Non solo azioni per il lago in sè e per sè, ma l’intervento andrebbe a ritoccare anche le infrstrutture, si cerca infatti la diminuzione del traffico, magari convertendo le strade in piste ciclabili «Vorremmo affrontare altri problemi come quello del traffico. Questa è una zona di elevato pregio ambientale e sarebbe il caso di limitare al massimo l’afflusso di veicoli a motore, che portano inquinamento atmosferico e acustico. Potremmo chiudere la strada di accesso e permettere di raggiungere l’area solo con bus navetta elettrici. O ancora, sempre con l’interdizione al traffico, puntare su un percorso ciclabile: già oggi sono molti i turisti che raggiungono il lago in bici. Così aumenterebbe anche la loro sicurezza».