Furlans di Lion: Friulani e Bandiere italiane in missione di Memoria
Un monumento, su una piccola piazza a Vaulx en Velin nella periferia popolare di Lione, una statua torturata, una lapide con 23 nomi di martiri tra cui 5 italiani, dimenticati da quasi tutti.
La DACI -Discendenti degli ex-Combattenti e Reduci Italiani, era presente con tre bandiere italiane, fra tante altre, per rammentare il sacrificio di questi partigiani della Libertà, gli alfieri si chiamano Valotto, Giacomini, Toniutti, Pandini, Ponis….non erano svedesi.
I 23 martiri massacrati erano qualificati di ‘’terroristi, banditi, e pidocchiosi di razza inferiore’’, fucilati dai tedeschi un 21 febbraio 1944 sul Mont Valerién vicino a Parigi.
Fra di loro c’erano cinque italiani, torturati e fucilati, c’era anche Rino Della Negra figlio di Rizieri, di Tarcento, erano gli amici dei nostri padri, nonni, avevano emigrato per guadagnarsi ‘’il pagnut’’, fuggire la miseria e la follia dei manganelli fascisti.
Rino Della Negra era un campione di calcio, giocava nella squadra parigina di serie A, la Red Star.
”Al podeve sta a cjase”, poteva stare a casa, rimanere tranquillo, ha scelto la resistenza ed integrato il gruppo clandestino FTP-MOI (Franchi Tiratori Partigiani- Mano d’Opera Immigrata) comandato dall’armeno Missak Manouchian un pidocchioso anche lui…..hanno tutti perso la vita, ma vinto la Libertà per noi!
Erano poveracci, emigrati friulani a ‘’bati modon’’, diventati martiri quasi dimenticati, salvo dai friulani di Lione.
La DACI ed i figli, nipoti, di emigrati, non permetteranno mai un vergognoso oblio, con la bandiera italiana, il cappello malandato, ‘’tarmât’’ del padre alpino o bersagliere, rammenteranno il sacrificio di questi martiri friulani, italiani, armeni, spagnoli, moldavi, rumeni, polacchi…tutti ‘’pidocchiosi’’ ma vincitori della Libertà in terra straniera.
Pedoglôs o no….bisugne vé coragjo par fa chês robes!
Danilo Vezzio