A Gorizia tutti pazzi per Sissi: tantissimi visitatori per la mostra dedicata all’imperatrice d’Austria
«Sapevamo che la figura della principessa Sissi riesce sempre a catturare grande attenzione ma stiamo andando oltre ogni previsione e già a pochi giorni dall’apertura contiamo numeri molto positivi». Esprime grande soddisfazione il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, per il notevole interesse che sta sollevando la mostra di Elisabetta d’Austria. Donna, Imperatrice Viaggiatrice promossa dal Comune di Gorizia e realizzata dal Centro Ricerche Turismo e Cultura. Curata da Marina Bressan e Marino De Grassi con l’allestimento di Roberta Calvo, l’esposizione presenta in un’affascinante cornice la figura di Elisabetta, riportata al suo contesto storico e alla sua dimensione umana. La mostra (al Museo S. Chiara, Corso Giuseppe Verdi 18) è aperta ogni fine settimana fino al 10 giugno con il seguente orario: venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30. L’ingresso è gratuito. Visita guidata ogni domenica alle 16.30.
VISITATORI DA FUORI REGIONE – «Il dato più eclatante- evidenzia il primo cittadino- riguarda le visualizzazioni registrate sul post della pagina facebook del Comune di Gorizia che sono quasi 50 mila con circa 600 condivisioni, un record assoluto per un evento di questo genere che ci porta a pensare che sarà sicuramente visitata da tanta gente per tutta la durata della sua apertura. Peraltro, già dai primi dati abbiamo appreso di visitatori arrivati dal Veneto e altre regioni, oltre che dalle altre aree del Friuli Venezia Giulia». Nonostante il brutto tempo c’è stato un notevole afflusso. «Abbiamo avuto quasi 1.300 persone- racconta l’assessore alla cultura, Fabrizio Oreti-, un dato davvero straordinario, con la punta più alta raggiunta la domenica pomeriggio, quando si è svolta la visita guidata. Ciò che da maggior soddisfazione è il fatto che non solo tutti se ne vanno soddisfatti ma diversi annunciano che vogliono rivederla».
L’AIUTO DEGLI STUDENTI – Anche la curatrice, Marina Bressan che segue la mostra insieme a Marino De Grassi è molto felice della grande risposta di pubblico. «Sinceramente non mi aspettavo un’ esordio così scoppiettante- con tante persone così attente e coinvolte che, anche dopo un’ora e mezzo di visita guidata, continuano a manifestare interesse. Voglio anche ringraziare gli studenti del liceo linguistico d’Annunzio, impegnati con un progetto di alternanza scuola lavoro, che stanno svolgendo un lavoro egregio. Sono davvero molto soddisfatta anche se non avevo dubbi sul fascino eterno di Sissi».
IN ESPOSIZIONE 200 OPERE CIRCA – La mostra occuperà tutti e tre i piani di Santa Chiara, ove saranno esposte circa duecento opere tra cui alcuni importanti dipinti con ritratti e vedute, incisioni e litografie, oggetti e vestiti, panorami, bandi, documenti, libri e vari pregevoli oggetti relativi alle vicende dell’imperatrice Elisabetta d’Austria (1837-1898). L’intento dei curatori è quello di offrire al visitatore, attraverso una ricca e in parte innovativa esposizione di materiali rigorosamente originali, una autentica restituzione della dimensione storica di Sissi, imperatrice e regina d’Ungheria, troppe volte proiettata nel mito e rappresentata in modo non sempre corrispondente a una realtà complessa e talora drammatica, comunque sempre interessante. I materiali esposti provengono dai Musei Provinciali di Gorizia, dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, dal Castello di Miramare, dal Museo Tecnico Navale della Marina Militare di La Spezia, dall’Archivio di Stato di Gorizia e dall’Archivio del Comune di Trieste, dalle Biblioteche Statali di Trieste e di Gorizia, nonché da esponenti della nobiltà asburgica e da numerosi collezionisti privati. Le didascalie e gli spiegoni saranno in italiano e in inglese. Il catalogo sarà pubblicato da Edizioni della Laguna.
NOTE SULLA MOSTRA – L’allestimento evidenzia l’intreccio dei tre ruoli di Elisabetta come donna, imperatrice e viaggiatrice. L’ambientazione degli anni a Possenhofen viene ricreata attraverso litografie originali, i ritratti dei genitori ed in particolare viene sottolineata l’influenza che il padre Max esercitò sulla figlia sia dal punto di vista dell’amore per certi autori, sia per l’amore per la natura – dimensioni queste che saranno approfondite nel corso della rassegna.
Il ruolo di imperatrice viene particolarmente evidenziato nei suoi primi anni, quando al braccio dello sposo Elisabetta inaugurò una tratta della Südbahn, allorché intraprese il viaggio in Italia, compresa la visita a Trieste e a Gorizia, conquistando con la sua bellezza e grazia anche gli animi più dubbiosi; viene pure focalizzato il ruolo nello Ausgleich con l’Ungheria e la visita a Trieste nel 1882. Rientra nel compito di imperatrice anche l’educazione per il figlio Rodolfo, mentre una parte rilevante riguarderebbe la calorosa attestazione di affetto come regina di Ungheria.
Il senso del viaggio per Elisabetta occupa una parte consistente della rassegna: inizialmente viaggio come fuga, poi di passione e di scoperta e infine di ritrovamento di se stessa: mai banale, ma sempre documentato e suffragato da letture appropriate. Viaggio come confronto di cultura-civiltà; viaggio alla scoperta di valori integri, viaggio in compagnia di autori del passato a lei molto cari, Shakespeare, Omero, Heine e ancora Swinburne, Carmen Sylva, Ibsen. Viaggio per mare partendo da Miramare per arrivare all’amata Corfù, dove tra la gente del popolo e nella natura mediterranea trovava lenimento alle sue pene. Viaggi vissuti anche da coloro che le stavano accanto come l’ammiraglio Oscar Cassini, legato alla Famiglia Coronini, Christomanos e altri minori, fra cui servitori triestini.
Infine gli ultimi viaggi già gravati dal presentimento di morte, quando ormai consapevole del suo destino fatale, vagava spettrale. Infine l’ultimo viaggio a Ginevra e il compimento del suo destino. La tanto meta agognata era stata raggiunta attraverso il gesto dell’anarchico Luccheni.
La rassegna si conclude con alcune riflessioni sulla figura di Elisabetta, forse la figura più affascinante di una decadenza, di una rovina.