Prima edizione di We Love Safety, coinvolti 736 studenti del Fvg
Oggi, giovedì 31 marzo, al Cefs Udine le premiazioni del concorso
Giorgia Costance Mwangala, dell’I.C. don Milani di Aquileia, per il progetto ‘Caschetto di protezione’, ed Elisa Fabbri, dell’Isis Mattiussi-Pertini di Pordenone, per il progetto ‘Giubbino ad alta visibilità’, sono stati i vincitori della prima edizione del concorso We Love Safety, ideato dagli enti di formazione professionale CEFS, ESMEPS, FORMEDIL ed EDILMASTER, cui hanno preso parte, da dicembre 2021, oltre 700 alunni delle scuole medie e superiori del Friuli Venezia Giulia. Le premiazioni si sono tenute questo pomeriggio nell’auditorium del CEFS di Udine in via Bison 65. Sono intervenuti, tra gli altri, Angela Martina, presidente del CEFS Udine nonché presidente Ance Udine, e Umberto de Eccher, presidente della Cassa Edile.
Scopo di questa iniziativa, finanziata dalle Casse edili di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste, era quello di far imparare ai ragazzi la cultura della sicurezza attraverso la creatività. Gli studenti erano stati infatti coinvolti nella riprogettazione creativa di due dei dispositivi di protezione individuale più iconici del mondo delle costruzioni: il caschetto e il gubbino ad alta visibilità.
Per il progetto ‘Caschetto di protezione’ si sono classificati, al secondo posto, Alexandra Gabriela Fantana, dell’I.C. Ezio Giacich di Monfalcone, e al terzo, pari merito, Matilde Titton, dell’I.C. don Milani di Fiumicello, e Celine Tarus, dell’I.C. Campi Elisi di Trieste. Per il progetto ‘Giubbino ad alta visibilità’, il podio è stato completato da David Battistella, dell’ISIS Sacile Brugnera di Carniello, secondo classificato, e dalle terze a pari merito Valentina Dinuzzi e Alessia Basso Delle Vedove, entrambe dell’ISIS Mattiussi-Pertini di Pordenone.
Oltre ai singoli studenti sono stati premiati, con un buono da 500 euro da spendere per migliorare le dotazioni della propria struttura scolastica, anche l’istituto madre del progetto primo classificato (I.C. don Milani di Fiumicello), la scuola con più progetti premiati (7 progetti – I.C. don Milani di Fiumicello), quella con più studenti partecipanti (129 partecipanti – I.C. Ezio Giacich di Monfalcone) e quella più partecipativa- propositiva (I.C. Campi Elisi Lionello Stock di Trieste).
Infine, a partire dall’11 aprile, una moltitudine di maxi-poster 6×3 rappresentativi dei progetti vincitori invaderanno i capoluoghi regionali restituendo alla collettività la visione di un futuro possibile dove i concetti di sicurezza e moda sperimentano nuove modalità di contaminazione reciproca, incentivando (si spera) così i lavoratori nell’utilizzare quotidianamente i dispositivi in grado di salvare loro la vita.
“Per Angela Martina, presidente del CEFS Udine, “questa iniziativa vuole coniugare l’edilizia sicura con l’edilizia bella nell’accezione più ampia del termine anche sotto il profilo estetico. Noi ci interroghiamo spesso sulla necessità di come far avvicinare i giovani al nostro comparto, ma, questa volta, vogliamo fare un passo in più: non vogliamo pensare ai ragazzi solo come futura maestranze edili, ma anche come stimolo per l’intero nostro settore in termini di freschezza di idee e di sguardo verso il domani”.
“Questo esperimento – spiega il direttore del CEFS Udine, Loris Zanor – nasce come una sfida attraverso la quale portare qualche ingrediente della sicurezza analizzato a 360° all’interno di gruppi di giovani studenti. L’edilizia si porta dietro lo sporco, la scomodità e soprattutto un’immagine che è legata a cinquant’anni fa, l’uomo con il caschetto, il giubbottino e le cuffie”. E allora, perché non cercare con l’aiuto degli studenti di rendere questi oggetti veramente alla moda, come accade in altre professioni in cui la divisa ha assunto dei connotati fashion, provando a creare una linea di Dpi che facciano sentire i lavoratori orgogliosi di indossarli? Questa è stata la sfida che ha coinvolto i 736 alunni.
“All’inizio – aggiungono Zanor e Caterina De Cal, direttrice della Cassa Edile Udine – c’è stata una certa difficoltà a coinvolgere le scuole nel partecipare, lo sforzo è stato come quello di un aereo che al decollo deve investire la maggior parte del carburante. Tuttavia, una volta che le scuole sono partite, l’entusiasmo è stato tale che lo sforzo è stato ripagato. Il risultato è stato notevole perché hanno aderito 736 studenti, quasi equamente suddivisi su tutto il territorio della regione. Dobbiamo trovare il modo di poter continuare a lavorare in questa direzione, favorendo un processo di cambiamento che lega sicurezza con creatività”.