3 aprile: Fieste de Patrie dal Friûl
A Vito d’Asio la 45^ edizione
VITO D’ASIO – Il popolo friulano torna a celebrare la sua identità in occasione della 45^ edizione della Fieste de Patrie dal Friûl, ospitata quest’anno da Vito d’Asio, Comune del Friuli Occidentale pronto a raccogliere il testimone da Udine.
945 ANNI DALLA NASCITA DELLA PATRIA Nel 2022 ricorrono i 945 anni dalla costituzione dello Stato patriarcale friulano, fondato il 3 aprile 1077. «Quest’anno – ha ricordato Eros Cisilino, presidente dell’ARLeF, Agenzia Regionale per la Lingua Friulana – la giornata prevista per le celebrazioni coincide esattamente con il 3 aprile. Non capitava da un po’. Una coincidenza, questa, che ci pare particolarmente significativa se si pensa che, a causa dell’emergenza sanitaria determinata dalla pandemia, nel 2020 i festeggiamenti sono stati solo virtuali, mentre lo scorso anno, per la stessa ragione, abbiamo potuto organizzare, in aprile, solo una cerimonia simbolica, posticipando a settembre la cerimonia civile».
PER CELEBRARE I VALORI DEL POPOLO FRIULANO – La Fieste, organizzata quest’anno dal Comune di Vito d’Asio, con il sostegno della Regione Friuli-Venezia Giulia e dell’ARLeF, in collaborazione con l’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Placerean”, è una manifestazione che dal 2015 è stata riconosciuta ufficialmente dalla Regione per ricordare e valorizzare le origini, la cultura e la storia di autonomia del popolo friulano. Si tratta di un’occasione per celebrare, in comunità, i valori culturali e linguistici in cui il popolo friulano si riconosce quotidianamente e attraverso i quali afferma la propria identità. Perché la Fieste, oltre a ricordare le origini del Patriarcato e della Patria del Friuli, fa proprio questo, sin dalla sua prima edizione, festeggiata ad Aquileia nel 1977 su iniziativa di don Francesco Placereani (meglio noto come Pre Checo).
45^ EDIZIONE A VITO D’ASIO – A Vito D’Asio – luogo che ha dato i natali al giovane da cui ha tratto ispirazione Ugo Foscolo per il suo Jacopo Ortis – è quasi tutto pronto: «Questa è un’opportunità straordinaria – ha sottolineato con entusiasmo il sindaco, Pietro Gerometta -. Aver portato la Fieste a Vito d’Asio è per me una grande gioia. Un’opportunità grazie alla quale credo potremo dimostrare che anche un piccolo comune montano può aspirare a ospitare un evento tanto grande e importante». Quello di Vito d’Asio è peraltro un Comune con una singolare peculiarità: da San Francesco, la località più a nord, a Casiacco, quella più a sud, ci sono ben 20 chilometri. Una caratteristica che ha determinato lo sviluppo di due “anime” friulane, come lo stesso sindaco le ha definite: quella carnica, nell’area di San Francesco, confinante con Verzegnis, e un’altra, più affine al sandanielese, nella parte bassa del Comune. Si tratta insomma di un territorio dalla cultura ricca e composita.
IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA – Non è un caso, perciò, se la Fieste non si svolgerà in una sola località. Le celebrazioni prenderanno avvio in piazza Jacopo Ortis a Vito d’Asio, alle 9, con l’esposizione della bandiera del Friuli, un momento solenne che sarà accompagnato dall’Inno del Friuli, “Incuintri al doman”. Alle 10, nella Chiesa parrocchiale di Vito d’Asio, intitolata a San Michele Arcangelo, i tre rappresentanti delle diocesi friulane (Gorizia, Concordia-Pordenone e Udine) celebreranno la Santa Messa in friulano, con letture e preghiere anche in sloveno e tedesco. Alle 11.15, a Casiacco, si svolgerà invece la cerimonia civile, aperta dalla proiezione di un nuovo video con la versione in chiave rock dell’Inno del Friuli, “Incuintri al doman”, realizzato da ILF – l’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Placerean”. Seguirà la lettura della Bolla dell’Imperatore Enrico IV, a cura del gruppo storico di Spilimbergo, al termine della quale, come di consueto ci sarà lo scambio della bandiera del Friuli tra il sindaco del Comune di Udine, Pietro Fontanini, che ha ospitato la Fieste nel 2021, e il sindaco di Vito d’Asio, Pietro Gerometta. La cerimonia proseguirà poi con gli interventi di molte importanti autorità.
GLI EVENTI COLLATERALI – Concluso il pranzo, ospitato dal centro polifunzionale di Casiacco, il programma, curato dall’Eco Museo Lis Aganis, dalle 14.30 prevede la possibilità di visitare la mont di Anduins, dove si trova il monumento alla Mari dal Friûl; sarà possibile anche scoprire il Castello Ceconi, a Pielungo; le Grotte di Pradis; oppure l’antica biblioteca storica di monsignor Zannier, dove, per l’occasione, dalle 15.00, sarà presentato il libro di Walter Tomada “Storia del Friuli e dei Friulani”. Inoltre, nella serata che precederà le celebrazioni, il 2 aprile, al centro polifunzionale di Casiacco, alle 20.30, dopo un breve intrattenimento dell’orchestra di archi di Anduins, è in programma lo spettacolo realizzato dai poeti della Val d’Arzino “Rievocazione della nascita del Friuli”.
In tema di manifestazioni collaterali, è importante sottolineare che, come ogni anno, le celebrazioni della Festa del Friuli saranno arricchite su tutto il territorio friulano da un calendario di eventi culturali, promossi da tutti i Comuni che hanno aderito al bando dell’ARLeF, in attuazione alla Legge n. 6/2015 per il sostegno delle manifestazioni che accompagnano la ricorrenza.
3 APRILE, IL SOLE SORGE SUL FRIULI – Ma perché la Fieste de Patrie dal Friûl si festeggia proprio il 3 aprile? Cosa è accaduto in quella giornata, nell’anno 1077? La storia ci racconta che in quella data, a Pavia, l’imperatore Enrico IV ha sancito la nascita dello Stato patriarcale friulano, posto nelle mani del Patriarca di Aquileia. Lo Stato friulano aveva proprie leggi, un proprio esercito, batteva moneta e costituiva uno dei più vasti territori statuali dell’epoca. Perdurò fino al 1420 quando, dopo una lunga guerra, fu conquistato dalla Repubblica di Venezia.
IL PARLAMENTO FRIULANO, PRIMO IN D’EUROPA – Non è tutto, perché secondo molti studiosi, il suo è stato il Parlamento più antico d’Europa. Nacque dalle assemblee consultive dei nobili e del clero, convocate dal Patriarca di Aquileia fin dal XII secolo, per chiedere nuove contribuzioni in moneta e in uomini d’armi. Nel giro di poco tempo, tuttavia, il Parlamento della Patria assunse sempre più vaste funzioni legislative, amministrative e giudiziarie. Nell’Assemblea, accanto ai nobili e agli ecclesiastici, sedevano anche i rappresentanti dei Comuni. Esso operò per circa 600 anni, fino al 1805, quando fu soppresso da Napoleone.
La bandiere dal Friûl, une des plui antighis de Europe
La bandiere dal Friûl e je un dai simbui inconfondibii de nestre Patrie, che ducj i furlans, ancje tal forest, si ricognossin. E je une des plui antighis de Europe e e je ricognossude, inte version moderne, cu la Leç regjonâl numar 27 dal 2001.
LA BANDIERE PLUI ANTIGHE
La acuile eraldiche colôr aur cu lis alis displeadis su fonts colôr celest che o sin abituâts a viodi svintulâ fûr des cjasis e dai Comuns, si ispire al vessil antîc e preseôs di Beltram, conservât intal Museu dal Domo di Udin dal secul XIV: un drap maraveôs di forme cuadrangolâr, di sede grise celeste, là che tal mieç e je une acuile cul cjâf voltât a man çampe. Il cuarp, lis çatis e lis alis a son zalis, lis sgrifis rossis. La sô origjin e rimonte ai timps dal Stât patriarcjâl furlan. Il vessil al jere part dal furniment funerari dal patriarcje Beltram di Saint Geniès, al podê su la catidre di Aquilee dal 1334 al 1350, e copât in maniere barbare par vie di une conzure di nobii furlans. Il simbul de acuile, lu confermin i reperts numismatics, al caraterizave il Stât patriarcjâl furlan za tai timps di Volchîr di Erla, Patriarcje di Aquilee dal 1204 al 1218.
ANCJE IN VERSION TATILE
L’an passât, in ocasion des celebrazions de Fieste de Patrie dal Friûl e je stade screade, simpri li dal Museu dal Domo, une riproduzion tatile dal innomenât vessil di Beltram, par personis vuarbis e ipovedentis, furnide di un test cu la descrizion in Braille.
«Acedi al patrimoni culturâl, che in chest câs al è ancje identitari, al è un dirit di ducj – al marche il president de ARLeF, Eros Cisilino -. Al è par chest che o vin acetade cun plasê la sielte di inserî une version tatile de bandiere dongje ae bandiere di Beltram. Une azion inclusive, che e ufrìs aes personis cun disabilitâts visivis une esperience di visite plui profonde, ma soredut al rapresente un contribût piçul ma impuartant par sdrumâ lis barieris percetivis sensoriâls».
Da IL PAîS Gente della nostra terra edizione cartacea _marzo ’22
Lo potete sfogliare qui https://bit.ly/3woToSv