Lavoro: il Fvg è una regione con il tasso di occupazione tra i più alti in Italia
Le assunzioni nette nel lavoro dipendente nel 2021 sono 2.700 in più rispetto al 2019
Udine, 28 aprile 2022 – Il Friuli Venezia Giulia è una regione col tasso di occupazione tra i più alti in Italia. Ha resistito molto bene al periodo della pandemia e, nei primi tre mesi del 2022, ha registrato un numero di assunzioni maggiore rispetto al 2019 (+10%). È quanto è emerso in occasione del convegno “Lavoro e crescita.
Il Friuli Venezia Giulia tra sfide e opportunità” organizzato dalla Regione e tenutosi questa mattina nell’auditorium Comelli, nella sede di Udine della Regione, cui hanno preso parte il governatore del Fvg, che ha aperto i lavori in videoconferenza, l’assessore regionale alle Attività produttive e l’assessore regionale al Lavoro e Formazione, insieme a esperti, funzionari e docenti.
Il governatore ha sottolineato come, grazie alle scelte fatte dall’Amministrazione regionale e grazie alla Direzione lavoro, in questo importante settore sono stati raggiunti risultati importanti per i cittadini del Fvg. Il tasso di occupazione, nel 2021, è del 67,4%, mai così alto, dato che colloca la nostra regione seconda solo a Trentino Alto Adige e Val d’Aosta.
A certificare poi la situazione di “buona salute” del territorio del Fvg sotto il profilo economico e occupazionale c’è il valore dell’export pro-capite, secondo solo all’Emilia Romagna, e in aumento. Le assunzioni nette nel lavoro dipendente nel 2021 sono 2.700 in più rispetto al 2019. La Regione ha sostenuto con misure pronte ed efficaci il lavoro, anche con l’intervento straordinario per incentivare l’occupazione stagionale nel 2020.
Nel corso del 2020 e nel 2021, inoltre, ha spiegato ancora il governatore nel suo intervento, si sono consolidate le misure a favore della conciliazione famiglia-lavoro: centri estivi, contributi alle famiglie, norma quadro sulle famiglie, abbattimento delle rette già dalla scuola dell’infanzia.
Con gli assessori alle Attività produttive e al Lavoro, il governatore ha condiviso la preoccupazione per quelli che potranno essere gli effetti a breve e medio termine della delicata situazione internazionale creatasi a seguito del conflitto in Ucraina, anticipati lo scorso autunno dall’aumento importante del costo delle materie prime e, poi, dall’aumento di quello dell’energia con lo scoppiare della guerra.
Per far fronte a queste criticità, insieme al governo nazionale, la Regione ha messo in campo delle misure emergenziali che troveranno ulteriore risposta nella legge di assestamento di luglio: l’Amministrazione ha fatto una scelta chiara, quella di recuperare oggi più risorse possibili al fine di intervenire, proprio nell’estate 2022, con misure molto importanti nei settori più in affanno. L’obiettivo è di difendere il sistema produttivo del Friuli Venezia Giulia e fargli superare lo scoglio della crisi internazionale.
All’inizio della prossima settimana, ha annunciato poi il governatore, in sede di Consiglio dei ministri sarà approvato il Decreto energia con l’adozione di misure di drastica semplificazione per gli investimenti nel campo energetico, in particolare per l’approvvigionamento nazionale (per il quale anche i presidenti di Regione saranno protagonisti, con ogni probabilità come commissari, ad esempio per la realizzazione di strutture per l’approvvigionamento energetico come i rigassificatori).
Insieme all’assessore al Lavoro e a quello delle Attività produttive, il governatore ha ricordato come anche all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) il Friuli Venezia Giulia ha ottenuto un risultato importante: è stata la prima Regione, infatti, a presentare il Programma operativo regionale (Gol) per le Politiche attive del lavoro. Poi la programmazione degli interventi sulle politiche attive è andata in parallelo e si è coordinata con l’offerta di politiche e di interventi a valere sulla nuova programmazione del FsePlus.
Di concerto con i due esponenti della Giunta, il governatore ha posto l’accento su cosa sia necessario fare, in ambito occupazionale, per far incontrare la domanda con l’offerta; ha detto che è necessario ormai rivedere a livello nazionale tutti gli strumenti di ammortizzatore sociale o di sostegno che sono stati portati avanti, primo tra tutti il reddito di cittadinanza: quest’ultimo è uno strumento da usare, hanno detto governatore e assessori, per riportare nel mondo dell’occupazione e del lavoro attivo chi è in grado di lavorare. Altrimenti smette di essere uno strumento di crescita e fa un danno all’economia.
L’assessore alle Attività produttive ha sottolineato come la Regione abbia messo in campo una strategia chiara per aumentare la competitività oltre alle occasioni di crescita e di occupazione con dati che stanno evidenziando la bontà delle scelte fatte; per questo lavora con organicità partendo dall’attuazione dei contenuti della legge SviluppoImpresa che ha rafforzato gli strumenti in favore dello sviluppo economico, ampliato l’operatività dei consorzi industriali, potenziato il sostegno anche ai comparti del commercio e turismo. Un’azione sinergica con altre misure messe in campo per favorire l’attrazione di investimenti, fra le quali gli incentivi fiscali per i recuperi delle zone produttive depresse o degradate, unitamente alla Zona logistica semplificata (Zls) per beneficiare di semplificazione amministrativa oltre che di incentivi.
L’assessore al Lavoro ha sottolineato, infine, il forte impegno della Regione sul fronte della formazione (fiore all’occhiello nel panorama nazionale), e la stretta collaborazione tra Centri per l’impiego, Agenzie del lavoro, imprenditori e tessuto produttivo, associazioni di categoria e datoriali, e organizzazioni sindacali per intercettare chi è senza lavoro e accompagnarlo fattivamente all’individuazione nel suo spazio nel mondo dell’occupazione.
ARC/PT/gg