Ecobonus: certificazione Soa per le imprese anche per i lavori con i privati
Tilatti: «un principio inaccettabile»
Il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, critico sull’emendamento inserito dal Parlamento al Decreto sulla Crisi Ucraina che introduce l’obbligo di Soa per tutte i lavori legati agli ecobonus superiori ai 516mila euro
«Nuove e incomprensibili barriere burocratiche». Così il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, commenta l’emendamento al decreto sulla Crisi Ucraina approvato dal Parlamento e riguardante una ennesima modifica all’Ecobonus. La misura su cui si concentrano le osservazioni critiche di Confartigianato riguarda l’estensione dell’obbligo di Soa – la certificazione sin qui obbligatoria per partecipare alle gare degli enti pubblici – per lavori legati agli ecobonus di importo superiore ai 516mila euro a partire dal 1° gennaio 2023.
Gli artigiani, con le loro organizzazioni nazionali hanno lavorato fino all’ultimo per convincere i parlamentari dell’inopportunità della norma e, contemporaneamente hanno operato per limare i contenuti al fine del minor impatto sulla categoria. Tuttavia, «quanto approvato costituisce un principio inaccettabile – aggiunge Tilatti -, perché esclude circa l’80% delle micro e piccole imprese dai lavori di riqualificazione che non lavorano per gli appalti pubblici ed estende al settore privato un sistema pensato per i lavori pubblici, che nulla ha a che fare con la qualificazione delle imprese».
Se l’obiettivo è la qualificazione delle imprese, «servirebbe piuttosto una legge che riconosca il profilo professionale e i requisiti delle imprese edili», conclude Tilatti, convinto che «l’unico effetto della norma sarà l’ennesimo rallentamento dell’esecuzione dei lavori e l’apertura di un business rilevante per le società che rilasciano attestazioni Soa».