Fvg – Austria: un futuro da condividere
Non ci può essere cooperazione economica senza un progetto di formazione condivisa comunitaria. Servono finanziamenti europei ad hoc per la formazione transfrontaliera
Il futuro di Friuli Venezia Giulia e Austria è uno scenario di collaborazione strategica che abbraccia non solo la sfera istituzionale dei due paesi confinanti, ma che, partendo dalla formazione universitaria condivisa, diventa cooperazione culturale, economica e finanziaria.
L’Associazione Mitteleuropa, nell’ambito di Mittelfest, ha organizzato a Villa de Claricini Dornpacher il forum economico-culturale che ogni anno vede protagonista un diverso Paese: dopo la Slovenia nel 2021, quest’anno è stato dedicato all’Austria col titolo “FVG e Austria: un futuro da condividere”.
“È un forum dedicato ai destinatari più importanti del nostro lavoro: i giovani – sottolinea Paolo Petiziol, presidente dell’Associazione Mitteleuropa – si parla, infatti, di collaborazione tra paesi, regioni e università: se la sinergia tra gli atenei di Udine, Trieste e Nova Gorica è già in cantiere, presto potrà diventare un lavoro a quattro coinvolgendo anche l’Università di Klagenfurt per un progetto di alta formazione transfrontaliera a tutti gli effetti”.
Il primo panel ha visto la partecipazione dei deputati del Parlamento austriaco Erwin Angerer, Philip Kucher e Christian Ragger che hanno sottolineato due aspetti molto diversi, ma strettamente connessi della cooperazione transfrontaliera: la formazione dei giovani da un lato e i rapporti economici, dall’altro.
Non può esserci, infatti, progettualità economica comune se non si condivide anche la progettualità dedicata alla formazione: a partire da quella universitaria e, a monte, anche dagli ordini scolastici che la precedono. Investire in formazione condivisa è un modo pioneristico per dare vita ad un nuovo pensiero europeo e, di conseguenza, ad una nuova visione di economia comunitaria.
Ragger ha poi portato un esempio di innovazione della logistica di confine recentemente presentata dall’Italia per movimentare le merci con i droni fino a 120 kg: su tale modello italiano, l’Austria lavorerà ad un sistema simile pronto a rivoluzionare lo scambio merci tra i due paesi ed in particolare tra FVG e Carinzia con una portata di droni che toccherebbe i mille kg.
Nel secondo panel i riflettori erano puntati sulle università di confine con Roberto Pinton, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Udine, Bostjan Golob, Magnifico Rettore dell’Università di Nova Gorica e Valter Sergo, Prorettore Vicario dell’Università degli Studi di Trieste e Saša Dobričič, Professore dell’Università di Nova Gorica.
Fare rete è una vocazione che deriva dalla specificità geografica di un territorio, quello tra FVG, Austria e Slovenia, in cui convergono culture, tradizioni, lingue. Ed è proprio su questa unicità, ha sottolineato Pinton, che bisogna elaborare una formazione capace di valorizzare il ruolo delle zone di confine: sviluppo sociale ed economico, patrimonio culturale, formazione, gestione dell’ambiente, creando competenze uniche e concorrenziali a livello internazionale. Un modo completamente nuovo e rivoluzionario di fare formazione, come ha spiegato Golob, che punta alla creazione di un’Università europea come istituzione, ma, come invece ha sottolineato Sergo, stando attenti a non uniformare i sistemi universitari dei singoli Paesi che, con le proprie specificità rappresentano storia, cultura e identità di ogni popolo.
“Se dovessimo davvero riuscire a creare un’Università europea transfrontaliera – ha sottolineato Petiziol – potremmo diventare un vero modello comunitario, replicabile in diverse realtà di confine come la nostra”.
Si tratta di progetti di ampio respiro e lungo periodo che hanno bisogno di un supporto economico ad hoc: allo stesso modo in cui l’Unione Europea finanzia la ricerca, dovrebbe mettere a disposizione dei finanziamenti specifici per i progetti di formazione cross-border e le stesse università, assieme agli enti territoriali, potrebbero finanziare in modo congiunto delle “cattedre euroregionali” di diritto transfrontaliero.
Quest’ultima è l’idea lanciata da Elena D’Orlando, Direttrice Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Udine, che ha concluso la mattinata coordinando il panel a cui hanno preso parte i docenti di UniUd Gianpiero Porcaro, Samantha Buttus, Daniele Casciano e il professor Giulio Maria Chiodi.
D’Orlando ha presentato il piano strategico del Dipartimento del prossimo che pone l’alta formazione come punto di partenza per costruire identità e cittadinanza europea, un progetto di didattica che dovrebbe diventare la nuova laurea magistrale “Cittadinanza istituzioni e politiche europee”.
Il panel ha poi approfondito il tema della fiscalità transfrontaliera e del commercio internazionale, come strumenti per superare i confini e costruire una reale cooperazione conveniente per tutti i Paesi rendendo sempre più omogenei i sistemi, in un quadro culturale che poggia su solide radici comuni.