Il Friuli faro per la malattia di Lyme
Friuli Coram mette a punto test diagnostico innovativo
I cambiamenti climatici stanno provocando situazioni imprevedibili anche e soprattutto dal punto di vista sanitario. Proprio l’aumento delle temperature sta determinando un incremento della presenza, su tutto il territorio italiano e soprattutto in Friuli Venezia Giulia, delle zecche. Il morso del parassita è indolore ma può costituire un’insidia per la salute. Durante il pasto possono essere trasmessi, infatti, diversi agenti infettivi (batteri, virus, protozoi, ecc) responsabili di malattie anche complesse, talora serie e non sempre facili da riconoscere. La malattia più diffusa è la malattia di Lyme. Solitamente esordisce con un arrossamento (eritema migrante) localizzato nella zona del morso. Se non curata, colpisce le articolazioni, il sistema nervoso, coinvolgendo talora l’occhio e il cuore ed altri organi interni. Evolve a stadi successivi e può avere un decorso persistente.
Proprio in Friuli Venezia Giulia opera uno dei maggiori esperti italiani in materia, il professor Maurizio Ruscio (nella foto), docente presso l’Università degli Studi di Trieste, presidente nazionale del Gruppo Italiano per lo Studio della malattia di Lyme (GISLM). Ruscio collabora con la Friuli Coram, qualificata e storica azienda con sede a Udine e con “core business” nel settore sanitario dal 1973 che ha fatto del rigore scientifico, il suo credo. Una eccellenza tutta friulana protagonista della ricerca scientifica proprio sul morbo di Lyme.
In Friuli Coram si sta mettendo a punto un nuovissimo test diagnostico, come conferma Alessia Rampino (nella foto), uno degli amministratori della società: ‘L’auspicio è che questo nuovo test sia disponibile da fine agosto. Si tratta del dosaggio dell’‘Interferon gamma per Borrelia, l’agente responsabile della malattia di Lyme’.
E’ un test innovativo eseguibile in modo esclusivo a livello nazionale: ‘documenta la presenza dell’agente infettivo responsabile della malattia di Lyme nei tessuti. L’utilità di questo test è duplice – afferma Ruscio: si positivizza all’esordio dell’infezione prima dei test sierologici tradizionali ma, in particolare, permette di documentare la scomparsa della Borrelia burgdorferi dopo la terapia antibiotica. Aspetto questo non trascurabile in quanto i comuni test sierologici restano positivi nei controlli post terapia, anche ad avvenuta guarigione, determinando, talora, la somministrazione di ulteriori terapie non necessarie.
Le zecche sono però responsabili anche della trasmissione di altre patologie come la TBE (Tick-borne encephalitis) o meningoencefalite da zecca, una malattia severa che colpisce il sistema nervoso e di numerose altre infezioni tutte ad esordio febbrile come: l’Anaplasmosi-Erhlichiosi, le rickettsiosi, la febbre ricorrente, febbre bottonosa del mediterraneo ed altre patologie più rare. Per tutte queste malattie, presso il Laboratorio della Friuli Coram vengono eseguite sofisticate indagini molecolari in grado di rilevare eventuali “coinfezioni” che si possono associare alla malattia di Lyme o presentarsi singolarmente.
Questo complesso di malattie oltre al Friuli Venezia Giulia, e più in generale nel triveneto, sono divenute endemiche anche in Lombardia e Piemonte, fino alla Liguria. Importanti focolai della malattia di Lyme (e non solo) sono segnalati in Emilia-Romagna, in Toscana, senza risparmiare le regioni del centro e sud Italia.
Prevenire però è sempre meglio che curare. Evitare le zecche è il modo migliore per difendere la propria salute. E’ importante mettere in atto piccoli, efficaci accorgimenti da usare prima, durante e dopo un’immersione nel verde. Prima di partire, usare un abbigliamento che copra quanto più possibile il corpo. Durante l’escursione camminare al centro dei sentieri, evitando il contatto con l’erba incolta, foglie e cespugli. Al rientro spazzolare i vestiti ed ispezionarsi con cura dalla testa ai piedi. Se nonostante le precauzioni si trova una zecca sulla pelle va rimossa subito adeguatamente, annotare la data e fare attenzione ai sintomi che possono comparire nelle settimane successive: arrossamenti persistenti sulla pelle o febbre non vanno sottovalutati. Una pronta diagnosi e una corretta terapia sono le condizioni migliori per una completa guarigione, conclude Ruscio.
Grandissima la soddisfazione per la Friuli Coram che lavora da anni, in campo sanitario.
‘Ci riempie di orgoglio poter affermare di avere fatto fare passi in avanti in questo specifico settore, oltre che avere nel nostro gruppo di lavoro un luminare come il prof. Ruscio. Ed è tutta friulana la messa a punto di questo nuovo test, da poter offrire a tutta la comunità scientifica, oltre che, ovviamente, all’utente finale’ sottolinea Rampino.