Omicidio di Nadia Orlando: la Regione si costituisce parte civile
La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha deciso di costituirsi parte civile nel processo per il femminicidio di Nadia Orlando, la ventunenne di Dignano assassinata nel luglio dello scorso anno.
La decisione è stata assunta oggi sulla base dell’analisi effettuata dall’Avvocatura della Regione sulla sussistenza di presupposti che legittimino una costituzione di parte civile nel procedimento penale in corso a carico dell’indagato.
Da un punto di vista tecnico e di tempistica processuale, l’Avvocatura della Regione ha rilevato che risulta, allo stato attuale, ancora possibile procedere alla costituzione di parte civile e risulta anche che la legittimazione e i presupposti giustificativi siano ampiamente rinvenibili a livello statutario e legislativo, a livello di articolazione organizzativa e anche in tema di promozione della cultura del rispetto tra i sessi e di azioni a contrasto della violenza di genere in tutti gli ambiti sociali.
Vi sono diversi precedenti giurisprudenziali in materia, che riguardano non solo la generale ammissibilità della costituzione in giudizio come parte civile degli enti pubblici e territoriali, ma specificatamente l’ammissione di Regioni ed enti locali in procedimenti riguardanti atti di violenza contro le donne.
Nello specifico, nel caso del femminicidio avvenuto a Pordenone nel 2009, in cui Sanaa Elketaoui venne uccisa dal padre, nell’ambito del procedimento penale promosso contro l’autore del reato risultavano fra le parti civili ammesse anche la Regione, l’allora Provincia di Pordenone e il ministero delle Pari opportunità. In quel caso il processo si concluse con la conferma da parte della Corte di Cassazione delle statuizioni della Corte d’Assise d’Appello di Trieste, sia con riguardo alla pena detentiva (30 anni di reclusione) sia in ordine al risarcimento del danno alle parti civili.
Un altro recente precedente riguarda la Regione Puglia, costituitasi parte civile in un procedimento definito dalla Corte d’Assise di Bari nel 2017 con una sentenza di condanna dell’imputato per femminicidio. In quel caso fu disposto anche il risarcimento dei danni alle parti civili costituitesi in giudizio, tra cui l’Amministrazione regionale della Puglia.
La Regione Friuli Venezia Giulia ha ritenuto con questa decisione non solo di dare una risposta alla petizione promossa da un gruppo di amici e dai genitori di Nadia Orlando, presentata al Consiglio regionale e sottoscritta da 16.700 persone, e all’analoga petizione lanciata dal Gruppo Giustizia per Nadia sulla rete e diretta al presidente della Repubblica e al capo del Governo che attualmente ha registrato 67.800 adesioni, ma anche di impegnarsi in un’azione molto importante a livello valoriale.
L’Amministrazione regionale con questa iniziativa intende continuare a testimoniare e rafforzare l’impegno per costruire una società più equilibrata e più uguale; oltre alla lesione del diritto alla vita della donna a cui è stata usata violenza diretta ad ucciderla, il femminicidio costituisce infatti una profonda ferita per la società tutta.