Tagliamento, ecosistema culturale. Un documento di Legambiente dedicato al re dei fiumi alpini
Il Tagliamento è un ecosistema fluviale e un corridoio ecologico.
Gli ecosistemi sono sistemi aperti che interagiscono nelle loro componenti costitutive fisiche, biologiche e culturali sempre in equilibrio dinamico tra loro. Lungo il percorso il fiume è una “successione di ecosistemi” tra loro interconnessi e la biodiversità lo testimonia. Il Taiament di mieç è uno di questi. Non solo!
E’ uno dei fiumi più studiati per le sue caratteristiche di naturalità presenti in alcuni tratti. E’ un interessante laboratorio europeo per la ricerca applicata e per il trasferimento delle “buone pratiche” dove la naturalità è preminente e insegna.
E’ anche un fiume diviso quando l’acqua si gonfia o quando la siccità scopre interamente l’alveo o quando il farsi e disfarsi dei ponti segnala il tempo della follia. E’ anche un fiume che nasce due volte: alla sorgente e poi a Peonis, quando le acque prelevate nell’alto bacino vengono riconsegnate al fiume e tornano a casa.
E’ un fiume che ha ispirato gli artisti e ha creato geografie culturali con “al di ca e al di là da l’aghe”.
Può essere, in prospettiva, un ecosistema culturale? Il fiume con i suoi canali intrecciati, simbolicamente indica la via fatta di intrecci, connettività e relazioni.
Tagliamento, ecosistema culturale: pensieri e proposte
1. Mai strassȃ. Locuzione friulana che esprime il concetto che ciò che ha valore non si butta via, precursore, antico, dell’economia circolare. Spesso non si opera in tal senso perché non si coglie il valore delle cose e delle relazioni. Fuor di metafora ci riferiamo a tutti i ricercatori che studiano il fiume. Un esercito quasi invisibile, che viene da ogni angolo d’Europa, che lascia poche tracce sul territorio. Indirettamente lo vediamo digitando su piattaforme dedicate la parola “Tagliamento”, quanto compare un fiume di studi effettuati. Un centro di documentazione (e accoglienza), su strutture anche virtuali esistenti potrebbe facilitare l’emersione di tale fenomeno, creare maggiore
interazione con il territorio e le istituzioni scientifiche regionali.
2. Non solo. Potrebbe essere un luogo di formazione specialistica di livello europeo sulle dinamiche fluviali, sui processi di riqualificazione fluviale, sull’impatto dei cambiamenti climatici sul ciclo idrologico. Il tutto in prossimità al fiume.
3. Ancora. Un centro che può ospitare le scuole della Regione per attività sul fiume: pensiamo anche alla potenzialità didattica della c.d. scienza dei cittadini (citizen science), oltre alla più consolidata educazione ambientale. Laboratori indoor e outdoor e… un luogo dove la natura incontra il digitale nelle sue manifestazioni coinvolgenti quali la realtà aumentata e virtuale per meglio comprendere e interpretare il percepito del fiume e le dinamiche che sottendono al funzionamento dell’ecosistema.
4. Un luogo dove l’arte può incontrare il fiume e dove poter raccontare storie spesso coevolutive delle comunità rivierasche.
5. Percorsi intrecciati. La mobilità lenta e la metrica spazio-temporale corretta per un passaggio immersivo nel territorio, lungo il fiume. Come in tempi molto lontani dove i confini labili permeavano il paesaggio e il passaggio delle persone. La ciclabile del Tagliamento e il Cammino del Tagliamento rappresentano una opportunità. Il completamento della ciclabile una necessità. Il centro di documentazione un
importante luogo di incontro e conoscenza anche per le persone in cammino o in sella alla bicicletta.
6. Mobilità lenta: per incontrare ambienti, comunità e storie: dai geositi nell’alta valle del Tagliamento, alle pievi, agli ospitali e alle chiesette, scrigni d’arte, ai musei del territorio, agli interventi derivatori della SADE negli anni 50, alle aree protette, ai grifoni… Un lungo elenco da scrivere prima che l’orizzonte si confonda con il mare.
7. Mobilità su ferro. Non dimentichiamo il treno che dal finestrino della Gemona – Sacile sul ponte di Cimano ci offre una delle immagini più belle e suggestive del fiume, come lo stesso Pasolini ci ricorda
8. Turismo culturale, esperienziale e della conoscenza, mobilità lenta stimolano risposte anche economiche fatte di accoglienza, ospitalità, lentezza, natura, cultura e sport per la vita.
9. Cornice internazionale. Non solo nella ricerca e formazione, ma anche iniziative che descrivono processi quali le riserve MAB, i contratti di fiume e l’ambizione di annoverare il Tagliamento come sito UNESCO.
10. Tutto questo è un sogno? Forse. Ma vale la pena sognare. Il Tagliamento è un laboratorio di futuro, dove preservare le caratteristiche distintive, riqualificare, considerando l’intero bacino anche nel reticolo minuto, esercitare il senso del limite nelle pressioni, prevenire conflitti nell’uso della risorsa, anche a seguito delle robuste sollecitazioni della crisi climatica. Tutto sommato un fiume rispecchia il territorio che lo contiene e che ha contribuito a formare, come il volto di un bimbo si specchia nell’acqua.
11. Tutto quanto sopra scritto sottende la ricerca di un disegno unitario, che si declina come sistema distribuito di nodi di una rete sostenibile che valorizza il Tagliamento anche come risorsa culturale.
Suggestioni in musica
Per concludere e ammirare il fiume, si può ascoltare un brano, “Tagliamento” di Paolo Forte, sulle immagini di Fabio Pappalettera, che accompagna un volo immaginario dalla sorgente al mare.