Popolare Vicenza: sequestrati beni nella villa di Zonin per 19 milioni di euro
“Andate a prendere i soldi a Zonin!” , era il grido che più di un corteo di risparmiatori truffati inneggiò per mesi davanti alle ville dell’ex patron della Banca Popolare di Vicenza all’indomani del crac dell’istituto vicentino. Molti di quegli stessi risparmiatori oggi, a distanza di quasi tre anni, sono autorizzati a pensare che quello che auspicavano stai accadendo veramente e potrebbe portare agli agognati risarcimenti. Questa mattina, su ordine del Tribunale di Vicenza, sono stati sequestrati, nella villa palladiana di Montebello di proprietà della famiglia Zonin, a titolo conservativo, beni per oltre 19 milioni di euro. Quadri antichi, tappeti, mobili e oggetti preziosi su cui sono stati apposti i sigilli dagli ufficiali giudiziari, arrivati nell’abitazione accompagnati da due legali, Michele Vettore e Renato Bertelle, che rappresentano circa 300 ex soci e risparmiatori dell’ex popolare.
Il via libera al sequestro conservativo è scattato già lunedì, con le trascrizioni del Tribunale di Vicenza, e porterà presumibilmente ad ulteriori sequestri di case, beni e terreni, anche all’estero – in California, Sudafrica, Canada, Argentina, dove stanno indagando i legali dei risparmiatori che chiedono i risarcimenti -, e ai congelamenti di conti correnti e quote azionarie. L’operazione di oggi rientra nel solco dell’ordinanza del giudice Roberto Venditti, che ha concesso sigilli per un ammontare complessivo di 260 milioni di euro, in modo tale che i beni degli imputati al processo non vengano dispersi da qui alla fine del processo. L’avvocato Bertelle è stato autorizzato dal giudice a sequestri per 15,5 milioni di euro, Vettore per 3,8 milioni. “Oggi si è passati ai beni mobili – ha spiegato Bertelle – andando a mettere i sigilli a quanto contenuto nella villa di famiglia che si ritiene appartenga ancora di fatto all’ex presidente della Popolare”. Le operazioni sono solo all’inizio e proseguiranno anche domani. “La villa è molto grande – ha continuato l’avvocato – e gli oggetti che stiamo trovando sono sicuramente di grande pregio, direi importanti”.
All’interno dell’abitazione non c’era Gianni Zonin, ma i figli Michele, al quale il padre ha ceduto l’abitazione, e Domenico. Il tribunale nominerà quasi sicuramente Michele Zonin custode dei beni. Tutti gli oggetti sequestrati saranno congelati fino alla sentenza finale, che dovrà passare per i tre gradi di giudizio, e rimarranno al loro posto senza poter essere venduti, spostati, alienati o distrutti. Alla fine del processo si procederà o con il pignoramento o con la liberazione. Se pignorati, saranno messi in vendita in un’asta e il ricavato servirà in parte per risarcire i risparmiatori vittime del fallimento della Popolare di Vicenza.
L’operazione di oggi giunge dopo il sequestro preventivo da parte della Procura di Vicenza di 106 milioni di euro, depositati in una filiale milanese in un conto corrente intestato a “Bpvi in liquidazione coatta amministrativa”. L’inchiesta a carico di Gianni Zonin vede l’ex presidente indagato per ostacolo agli organismi di vigilanza Consob, Bankitalia e Bce. Ma i tronconi di indagine sono diversi. La procura punta a unificare tutti i rami di indagine, per arrivare a un unico maxi-processo.