Federsolidarietà Fvg: carenza di personale nel Terzo settore
Forte tasso di abbandono durante la formazione; tensione al ribasso negli appalti pubblici; lavoro di cura con una bassa percezione pubblica
Luca Fontana, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Fvg, propone la propria analisi sul tema della carenza di personale nel Terzo Settore
La Commissione paritetica regionale del Terzo Settore, ha messo in luce tutta una serie di problematiche tra le quali primeggia quella della carenza di personale nelle cooperative.
«Rispetto al passato, non c’è più un problema di limitata offerta da parte del sistema formativo – dice Luca Fontana, presidente regionale di Federsolidarietà Fvg e del Consorzio di cooperative sociali “Il Mosaico” -. È, infatti, in corso uno sforzo coordinato tra associazioni di categoria, istituzioni, Università ed enti di formazione per promuovere i percorsi di formazione e colmare il gap tra domanda e offerta di figure professionali nel comparto, ma siamo ancora molto lontani dal risolvere il problema. Il problema vero, paradossalmente, è che c’è un forte tasso di abbandono durante i corsi di formazione, che spesso annulla tutti gli sforzi messi in atto – aggiunge Fontana -. Molto spesso i posti disponibili non vengono coperti e altrettanto spesso solo una percentuale minima dei candidati conclude il percorso formativo. Dai dati a nostra disposizione, ad esempio, tra gli infermieri soltanto il 30 per cento delle matricole supererebbe il primo anno, ma è un po’ in tutto il settore che c’è un elevato tasso di abbandono. E, certamente, è anche un problema di riconoscimento economico – prosegue il presidente -. Un esempio? Le basi d’asta degli appalti pubblici spesso non recepiscono nemmeno gli aumenti dei contratti collettivi nazionali di lavoro, l’ultimo di quasi il 6 per cento. Costi che, di conseguenza, rimangono a carico delle cooperative sociali, che applicano il contratto collettivo del settore. Le dinamiche degli appalti pubblici creano, da anni, una tensione ribassista sui salari che colpisce tutto il settore e che è davvero inaccettabile, perché da un lato si esige una formazione sempre maggiore, dall’altro molto spesso le stazioni appaltanti vorrebbero contenere i costi, con un’ambiguità di fondo che va assolutamente risolta. Il tema è serio: si sta andando verso una nuova stagione di rinnovo contrattuale nazionale e il tema retributivo sarà centrale. La Pubblica amministrazione farà la sua parte? – si chiede Fontana – Infine, oltre che una questione organizzativa dove il tempo di impiego dell’operatore è ben più lungo del tempo di lavoro senza riconoscimento alcuno dei “tempi morti”, è anche una questione culturale: pesa la scarsa attrattività tra i giovani delle professioni legate al lavoro di cura, nonostante la loro centralità nella società attuale e le prospettive di collocamento lavorativo praticamente certe. Ciò succede anche a causa di una percezione negativa del valore di questo lavoro nell’opinione pubblica, una prospettiva che, per Confcooperative, va affrontata con un’assunzione di responsabilità tra tutti gli stakeholder», è la sua conclusione.
Foto: Luca Fontana, presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Fvg