Salute: istituita la rete pediatrica regionale
Nel contempo è stato dato mandato al direttore generale dell’Irccs Burlo Garofolo di Trieste di attivare l’ufficio di coordinamento della rete pediatrica a supporto del Comitato tecnico scientifico entro il prossimo 30 settembre. Infine l’esecutivo regionale, oltre a stabilire che annualmente allo stesso Burlo Garofolo viene riconosciuto uno specifico finanziamento per assicurare l’ufficio di coordinamento, ha dato mandato al direttore centrale della Salute di nominare entro il 30 giugno 2018 il Comitato regionale per l’assistenza pediatrica e adolescenziale e il Comitato per il coordinamento della ricerca pediatrica.
Il documento presenta in primo luogo quello che è lo scenario nazionale e internazionale, individuando una serie di fattori che contraddistinguono questa fase storica, come ad esempio: la ridotta natalità, il tendenziale miglioramento delle condizioni di salute dei bambini, l’aumento del rischio di obesità, l’emersione del disagio psichico legato all’infanzia, la progressiva deospedalizzazione delle cure pediatriche, la presa in carico di patologie pediatriche gravi in strutture di secondo livello e infine la progressiva riduzione del numero dei medici pediatri.
Questo quadro pone il problema della sostenibilità professionale attuale e futura a causa dell’eccessiva frammentazione dei servizi e dei reparti pediatrici, anche a livello regionale. Al contempo però l’analisi fa emergere rilevanti opportunità di recupero, in termini di risorse ed efficienza, all’interno del sistema. Tra queste, la riorganizzazione dei percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali, attuabile solamente attraverso la messa a rete in tutti i nodi che erogano prestazioni sanitarie in campo pediatrico.
In questo contesto, partendo dagli obiettivi del Sistema sanitario regionale (equità d’accesso alle cure, integrazione tra assistenza, formazione e ricerca, trattamenti innovativi, adeguato utilizzo di supporti informatica, appropriatezza delle cure), il documento delinea anche compiutamente i nodi della rete, prevedendo una governance strutturata e articolata in grado di affrontare le criticità e perseguire gli obiettivi di miglioramento previsti; al contempo pone anche le basi per assicurare la sostenibilità economica e professionale complessiva del sistema.
Nel dettaglio la rete pediatrica regionale prevede il modello hub&spoke, che si fonda sulla differenziazione delle strutture sanitarie rispetto alla complessità della casistica trattata: l’hub è il perno del sistema, nel quale vengono concentrate tutte le maggiori tecnologie e le équipe specializzate per gestire la casistica di alta e media complessità di tutte le specialità mediche; negli spoke si effettuano, invece, trattamenti di media e bassa complessità per le principali discipline mediche e chirurgiche mentre i casi più complessi vengono rinviati all’hub della rete. I nodi della rete quindi sono i presidi ospedalieri che svolgono attività pediatrica, classificati per l’appunto in presidi ospedalieri di base (spoke) e di I e II livello (hub).
La rete pediatrica regionale svilupperà un sistema di erogazione dell’assistenza caratterizzato dalla capacità di attribuire ruoli appropriati a ciascuno dei nodi della rete, finalizzato al miglioramento della qualità e della sicurezza delle cure mediante l’orientamento dei piccoli pazienti verso le strutture che dispongono delle capacità adeguate di risposta, consentendo anche una adeguata mobilità dei professionisti all’interno della rete favorendo la collaborazione tra loro.
Per quel che riguarda i processi di governance della rete pediatrica, essi sono assicurati dal Comitato regionale per l’assistenza pediatrica e adolescenziale che si avvale di Gruppi multidisciplinari regionali per patologia e assolve al ruolo di coordinamento regionale della rete tramite un proprio ufficio di coordinamento. Al Comitato regionale per l’assistenza pediatrica e adolescenziale si affianca e riferisce il Comitato di coordinamento della ricerca pediatrica.