Uno due o tre cognomi per i figli ?
Discordie genitoriali
La Storia del nome di famiglia è onomastica delegata a indicare il vincolo col proprio padre, come, ad esempio, in greco il Pelide Achille (dal nome del padre Peleo e anche in Italia i “patronimici” hanno una lunga e remota tradizione.
Tanti sono i casi noti (per esempio Dante Alighieri, si chiamava Durante degli Alighieri).
Quando si chiama una persona o se ne pronuncia il cognome, che è il nome riferito a quale famiglia appartiene, o si chiama, per prenome (nome proprio di persona) che ne forma l’antroponimo.
Così si sono formati e cristallizzati tanti cognomi nel nostro paese, compresi tanti di/Di e de/De spesso non di nobili natali. Per esempio vi sono cognomi quali Degli Esposti che rimandano a un pro avo affidato appena nato alla ruota degli esposti.
Il Giudice delle leggi nel recente 2022, è ritornato a occuparsi dell’annoso e discusso argomento di cui si discute da quasi cinquanta anni in Italia sul cognome che devono portare i neonati e in generale i figli.
La Corte Costituzionale, «si è pronunciata sulla norma che non consente ai genitori, di comune accordo, di attribuire al figlio il solo cognome della madre e su quella che, in mancanza di accordo, impone il cognome del padre anziché quello di entrambi i genitori e ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di tutte le norme che prevedono l’automatica attribuzione del cognome del padre, con riferimento ai figli nati nel matrimonio, fuori del matrimonio e ai figli adottivi».
La Corte ha ritenuto: “discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre”. L’automatismo dell’acquisizione del cognome del padre è stato ritenuto illegittimo perché va in contrasto con la Costituzione artt 2, 3, e 117. Le norme non possono discriminare riguardo alla madre, ai vincoli derivanti dall’ordinamento europeo compresa la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Su questo tema il panorama internazionale è variegato e in via di costante evoluzione: in molti paesi europei, la scelta è affidata alla responsabilità dei genitori e il doppio cognome non è precluso. Al Nord del bel paese, come in Austria, in caso di mancato accordo nella coppia prevale il cognome della madre. Più a sud ovest come in Spagna il figlio riceve in automatico un doppio cognome composto dal primo cognome dei due genitori.
Nel mondo anglosassone il sistema è molto libero, si può anche decidere (secondo le leggi e gli Stati) di assegnare un cognome diverso da quelli dei genitori.
In concreto, da alcuni mesi a questa parte, basta che, d’accordo, i genitori decidano il cognome della mamma e “il gioco è fatto”.
Buone notizie dunque per coloro che, profittando della retroattività di efficacia delle sentenze della Corte costituzionale, volessero modificare il cognome di un figlio già nato perché in tal caso possono rivolgersi al Ministero dell’Interno c/o sua ecc.za il Prefetto che potrà, in presenza dei presupposti, e secondo le nuove regole assecondare la domanda di cambio cognome.
In ogni caso, questa non è l’ultima tappa di una serie di novità sul tema in quanto, restando aperti alcuni aspetti da definire il Legislatore, invitato dalla stessa Corte di Cassazione, avrà il compito di regolare ogni aspetto connesso alla decisione della Superiore Corte di C. Ciò nell’ottica di prevenire complicazioni a cominciare dal potenziale proliferare di casi in cui un doppio cognome diventi poi quadruplo alla seconda generazione e via seguitando.
Sul punto anche il Consiglio Nazionale del Notariato ha preso posizione con uno studio specifico sul punto che richiama, tra l’altro, anche alla “sconvenienza” di casistiche in cui dei fratelli potrebbero portare più cognomi o diversi cognomi rispetto ad altri.
L.D.D. virtus iustitia moderatio prudentia
scritto da Avvocato Roberto Omenetto
Laboratorio del Diritto www.laboratoriodeldiritto.it – info@laboratoriodeldiritto.it roberto.omenetto@laboratoriodeldiritto.it
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edizione cartacea gennaio 2023