Aquileia, la domus di Tito Macro apre al grande pubblico
Una delle più vaste dimore di epoca romana tra quelle rinvenute nel Nord Italia
Da mercoledì 1 febbraio apre al pubblico tutti i giorni la domus di Tito Macro, una delle più vaste dimore di epoca romana tra quelle rinvenute nel Nord Italia. La Domus sarà aperta a febbraio dalle 10 alle 16 durante la settimana e fino alle 17 sabato, domenica e festivi; a marzo e ottobre sarà aperta dalle 10 alle 18 e durante il periodo estivo fino alle 19.
Il biglietto d’ingresso è di € 5 (intero), € 4 (ridotto per gruppi >15 persone), gratuito per minori di 18 anni, guide turistiche, giornalisti, visitatori disabili, residenti ad Aquileia, membri ICOMOS e ICOM.
Il biglietto individuale è acquistabile al bookshop della basilica di Aquileia in piazza Capitolo oppure on-line al link https://shop.midaticket.it/basilicaaquileia/Event/13/Dates, i gruppi invece devono prenotare la visita almeno cinque giorni prima della data d’ingresso al link www.midaticket.it/prenotazione-tito-macro.
L’ingresso è scaglionato ogni 30 minuti e il numero massimo di partecipanti per gruppo è di 50 persone.
La domus, che si trova nell’area archeologica dei fondi Cossar, nei pressi di piazza Capitolo, copre una superficie di 1.700 metri quadrati si estende per circa 77 metri in lunghezza e 25 in larghezza massima, tra due strade lastricate della città (cardini) all’interno di uno degli isolati meridionali della colonia, fondata nel 181 a.C.
La dimora fu indagata parzialmente negli anni ’50 del secolo scorso e, tra il 2009 e il 2015, è stata oggetto degli scavi condotti da parte del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova, in convenzione con la Fondazione Aquileia e su concessione del MiBACT. Gli scavi hanno permesso di riconoscere, in particolare, la pianta della domus, costruita nel I sec. a.C. e vissuta ininterrottamente fino al VI sec. d.C. , e di proporne l’attribuzione a Tito Macro, facoltoso abitante di Aquileia, in base al ritrovamento di un peso di pietra con maniglia di ferro con l’iscrizione T.MACR.
Alla casa si accedeva da ovest, attraverso un atrio sorretto da quattro colonne e dotato di vasca centrale per la raccolta dell’acqua e di un pozzo, parzialmente conservatosi e integrato nella parte mancante. In asse con l’accesso si trovava il tablino, sala da ricevimento del padrone di casa, con ricco pavimento musivo. La parte retrostante della casa gravitava su uno spazio centrale scoperto, il giardino, circondato da un corridoio mosaicato e dotato di una fontana. Su di esso si apriva la grande sala di rappresentanza e, a sud, il triclinio, affiancato da ambienti di soggiorno e da una stanza da letto (cubicolo). A nord si trovava invece la cucina con bancone in muratura, mentre nella parte orientale sono state riconosciute quattro botteghe, tra le quali anche il negozio di un panettiere con il forno per la panificazione, i cui resti sono rimasti in vista.
L’innovativo progetto di valorizzazione e ricostruzione degli ambienti della Domus di Tito Macro, promosso dalla Fondazione Aquileia e il cui progetto di copertura è opera del Gruppo di progettazione diretto da Eugenio Vassallo, è stato realizzato attraverso l’utilizzo delle risorse erogate alla Fondazione dalla Regione Friuli Venezia Giulia e mediante il contributo di ALES S.p.A., società in house del MiBACT.