Sono quasi 3 i milioni in buonuscita per chi lascerà il Consiglio dopo il 29 aprile
I funzionari si preparano non solo alle nuove leve che arriveranno dopo il 29 aprile, ma devono pensare anche a chi se ne andrà quando terminerà l’attuale consiliatura e si aprirà la XII. Le prime cifre utili escono dal bilancio di previsione del Consiglio, quest’anno sono stati accantonati 2,6 milioni proprio per le buonuscite. Le norme per la spartizione sono cambiate tra il 2011 e il 2013, sull’onda dei tagli ai costi della politica ma anche delle sollecitazioni esterne, come quelle del fu Comitato promotore del referendum per eliminare i privilegi dei consiglieri regionali. Un colpo di spugna nell’agosto del 2013 ha tagliato i benefit. Il Consiglio, su proposta del centrosinistra approvata con i sì del centrodestra dopo una puntigliosa trattativa, ha cancellato i vitalizi a partire dalla consiliatura che sta per concludersi, ridotto stipendi e buonuscite che sono state cancellate per gli assessori “esterni”, non eletti. E così il Tfr dei consiliari è stato trasformato in un più modesto assegno da 6 mila 300 euro per ogni anno in Consiglio, per un massimo di dieci anni, perché 6 mila 300 euro è lo stipendio mensile lordo di un consigliere.
Di certo 17 attuali consiglieri a maggio lasceranno lo scranno libero. Far di conto caso per caso è impegno dei funzionari del Consiglio. Elencate però le regole generali, emerge che la buonuscita per chi ha appena cinque anni alle spalle sarà di almeno 31 mila 500 euro lordi – 6 mila 300 per ogni anno in Aula. Per chi si è impegnato dai dieci anni in su, invece, il sistema è misto, tra vecchie e nuove regole. E dunque con due legislature il conto della liquidazione è di circa 85 mila euro. Teoricamente, quindi, con quindici anni l’assegno può salire a oltre 131 mila euro e con vent’anni superare i 180 mila euro. Teoricamente. Perché negli anni è anche possibile che qualche eletto abbia chiesto l’anticipo della buonuscita e oggi quindi si ritrovi con importi inferiori. Ai 17 dei quali è certa l’assenza nell’Assemblea che verrà, potranno aggiungersene altri.