La friulana Ingrid Qualizza tra i tre concorrenti che sono riusciti ad attraversare il lago Bajkal a piedi
Sono arrivati solo in tre al traguardo dell’attraversamento dell’enorme lastra di ghiaccio che ha ricoperto il lago Bajkal (il lago più profondo del mondo), dopo quattro giorni di scarpinata e 300 chilometri di percorrenza. E tra questi uomini di ferro, che hanno attraverso a piedi la superficie ghiacciata del lago più profondo del mondo trainando una slitta sotto i gelidi venti siberiani, c’era anche il sergente Ingrid Qualizza, alpina già in forza all’8° Reggimento e ora nei ranghi del 6°, a San Candido. Per la soldatessa friulana (originaria di San Leonardo, nelle Valli del Natisone) questo tipo di imprese non sono una novità, ma «questa ha superato ogni precedente».
Per l’intera marcia i concorrenti della prima The Black Bajkal Race, inizialmente 16, hanno corso il rischio di finire in acqua, con tutte le conseguenze del caso, visto che la temperatura più mite ha registrato un -32. Ad alcuni è successo e solo la buona sorte ha voluto che non finisse in tragedia, vuoi per gli effetti del bagno gelato vuoi per il pericolo che la lastra sollevata dal peso di chi l’aveva smossa ricadesse in modo tale da bloccare la via di fuga. «Non che la superficie ghiacciata fosse sottile, anzi: il punto è che in determinate fasce le correnti ne minano la stabilità».
L’avventura era strutturata come una prova in autonomia quasi totale, posto che l’unico supporto era rappresentato da sparuti check-point: «Ogni concorrente, così, doveva portare con sé il necessario per la traversata, che ovviamente richiedeva un’attrezzatura non indifferente: è per questo motivo che a ciascuno è stata data una slitta, la classica pulka artica. La mia non aveva neanche i fori per agganciare i cordini per il traino: ho dovuto praticarli io». Il tragitto complessivo avrebbe dovuto essere più lungo, 400 chilometri, ma le pessime condizioni meteo hanno imposto agli organizzatori la cancellazione di due tappe. Uno dopo l’altro i maratoneti del ghiaccio si sono ritirati: sono rimasti soltanto Ingrid (che ha voluto arrivare al traguardo pur non da finisher, in conseguenza di un piccolo errore di percorso), un altro italiano, Nicola Bassi (unico finisher) e Brian Bell, imperterriti fra le raffiche e le “frustate” al viso della neve turbinosa. Per il sergente Qualizza, «questa è libertà».