I Friulani di Lione commemorano il 25 aprile 1945
Forse in Italia non si usa più, ma a Lione, i friulani continuano a commemorare il 25 aprile 1945, la Festa Nazionale della Liberazione, questo, nel ricordo dei nostri padri, era la loro festa!
Li hanno trattati di pidocchiosi, morti di fame, fascisti, traditori, voltagabbana….forse era (parzialmente) la verità, ma a Lione nessuno tratterrà i friulani di smemorati, irriconoscenti.
Se abbiamo la Libertà di celebrare questa festa, lo dobbiamo a coloro che hanno combattuto per ottenerla, tra cui i partigiani o la Resistenza, non solo in Italia ma anche qui in Francia !
I friulani di Lione organizzano, in collaborazione con il consolato, queste commemorazioni, che iniziano sempre con il deporre dei fiori alla lapide di Tite Cois, per noi è simbolo della Resistenza a Lione!
Era un friulano, partigiano della FTP-MOI (Franchi Tiratori-Mano d’Opera Immigrata) italiano certo, ma una volta dissanguato è diventato francese, ha pagato il prezzo senza sconti!
Giobatta Cois era di Tarcento, sapeva riparare le armi dei partigiani, è stato denunciato, preso e fucilato sommariamente dai tedeschi, ha dato il nome ad una via, e c’è una piccola lapide che nessuno vede, alla porta d’accesso di un grande liceo di Lione-Villeurbanne.
Lo hanno ammazzato qualche mese prima del 25 aprile, aveva 56 anni, se non fosse stato denunciato avrebbe potuto vivere la Liberazione!
I friulani del Fogolar di Lione, sono testardi, insistono, mettono il cappello di alpino e vanno con la bandiera italiana alla lapide per dire mandi a Tite, portando due fiori!
Perdiamo tempo? Siamo in pochi? Ma non importa! La bandiera rappresenta un popolo, poi ci viene anche il console generale, incuriosito da questa fedeltà al nostro Tite Cois, una volta salutato, andiamo tutti assieme alla Casa degli Italiani, per la grande cerimonia.
La Casa degli Italiani è il monumento vivente dei nostri morti in terra di Francia, c’è una lapide ed all’interno, dietro il bar, un Albo d’Oro con centinaia di nomi di italiani, forse erano pidocchiosi, ma non erano né traditori, né voltagabbana, lo hanno provato perdendo il loro sangue per la Liberté, questa non ha nazionalità, è universale.
I friulani non li dimenticano, abbiamo promesso ai nostri padri di inclinare le bandiere su queste lapidi, sono promesse che valgono più di un patto d’acciaio.
Danilo Vezzio/ Fogolâr Furlan