Occupazione e meccanica Fvg: un mercato con basso turnover e che guarda ai giovani
Lo dice l’osservatorio della Metalmeccanica FVG
In un momento in cui il tema della carenza di personale è stringente, il comparto regionale si distingue per vivacità e stabilità delle collaborazioni. Le aziende con board giovani sono le più orientate a crescita, innovazione e sostenibilità. Cresce l’attenzione ai collaboratori con iniziative di welfare e qualità del lavoro
Ideato e coordinato dal Cluster della Metalmeccanica regionale COMET, lo studio è unico nel suo genere perché riunisce e analizza i dati provenienti da Innovation Intelligence FVG di Area Science Park, UniTs, UniUd e Intesa Sanpaolo
Seppur manifestando la stringente necessità, comune a tutto il mondo dell’impresa, di reperire nuova forza lavoro qualificata, la metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia si distingue in regione così come in Italia per vitalità e capacità di mantenere la stabilità contrattuale. Le nostre imprese si confrontano con il passaggio generazionale che si traduce in sviluppo e propensione alla transizione ecologica.
L’emergenza del turnover non è così marcata come ci si aspetta e viene contrastata con azioni di welfare, incentivazione economica, attenzione al giusto equilibrio tra lavoro e vita privata con la flessibilità di orario e creazione di contesti di lavoro confortevoli e stimolanti, perché le aziende del territorio hanno ben chiaro il valore dell’investimento sulle persone, la formazione e il coinvolgimento, fattori che portano alla soddisfazione personale e quindi alla fedeltà nei confronti dell’azienda.
È quanto è emerso oggi, alla presentazione del secondo report dell’Osservatorio della Metalmeccanica FVG negli spazi di Innovation Factory di Electrolux Italia SpA, di Porcia.
Ad aprire l’incontro, è stata Marzia Segato, Responsabile HR e Industrial Relations Electrolux Italia: “È con grande piacere che oggi ospitiamo l’Osservatorio della Metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia presso la nostra Innovation Factory, spazio dedicato dell’innovazione e alla sua contaminazione, ideale per la discussione dei temi emersi dallo studio. Siamo orgogliosi di appartenere con il nostro sito industriale di Porcia alla realtà metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia realtà di cui fanno parte anche molti dei nostri fornitori che contribuiscono con le loro competenze e dinamicità ad un ecosistema regionale particolarmente forte e attivo. I risultati positivi relativi a questo tessuto industriale, che sono emersi anche dall’indagine, hanno il loro fondamento nel capitale umano che è senza alcun dubbio la risorsa più importante alla base di ogni realtà produttiva , di ogni impresa e innovazione. È per questo che Electrolux continua ad investire affinché i migliori talenti possano trovare nella nostra azienda terreno fertile dove sviluppare idee, progetti, e carriere. Per fare ciò è essenziale continuare a coltivare una cultura di diversità e inclusione. Questo attraverso l’attivazione di strumenti che supportino un miglior work-life balance, al contempo continuando ad orientare il nostro fare impresa ai valori della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente e della società in cui operiamo. Valori che da sempre connotano il DNA di Electrolux, ma che ora stanno acquisendo sempre maggior rilevanza soprattutto per le nuove generazioni”.
Prosegue Alessia Rosolen, Assessore al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia della Regione Friuli Venezia Giulia: “I dati del report presentato oggi testimoniano l’andamento positivo dell’occupazione in Friuli-Venezia Giulia che, nonostante la difficoltà di reperimento di manodopera in alcuni settori, continua a crescere rispetto al 2022 e al periodo prepandemico. I numeri, malgrado il lieve calo di assunzioni registrato tra il 2021 e il 2022, confermano il miglioramento in termini qualitativi del nostro mercato del lavoro – ha sottolineato l’assessore regionale al lavoro Alessia Rosolen – e dimostrano che le politiche attive del lavoro introdotte dall’Amministrazione regionale in questi anni hanno migliorato la qualità delle assunzioni e le competenze per l’accesso al lavoro.
Il report ci riprova, inoltre, che le imprese con un welfare più evoluto sono più solide e competitive sul mercato e che la soluzione alla mancanza di manodopera non passa attraverso l’apertura indiscriminata ai flussi migratori, ma piuttosto, ha commentato l’assessore, alle competenze professionali che possano soddisfare le concrete necessità espresse dalle imprese del territorio.
Su queste direttrici si sta muovendo l’Amministrazione regionale con l’obiettivo di aumentare la produttività delle aziende, garantire la sicurezza dei lavoratori, trattenere e attrarre talenti. Siamo consapevoli – ha concluso Rosolen – che la qualità del lavoro e del capitale umano è determinata da più fattori: dalla stabilità dei contratti, dall’adeguatezza dei salari, dalle prospettive di carriera e dalla presenza di strumenti di welfare, per il raggiungimento della quale è indispensabile un’assunzione di responsabilità collettiva”.
Interviene Sergio Emidio Bini, Assessore alle attività produttive e turismo della Regione Friuli Venezia Giulia: “Il Friuli Venezia Giulia sta affrontando la fase di ripresa post pandemica con un ruolo da protagonista. Lo dimostrano le ultime stime sull’andamento del Pil, elaborate dal centro studi di Confcommercio nazionale, che attestano per la nostra Regione una crescita prevista per l’anno in corso dell’1,2%, collocandola appena al di sotto del podio nazionale, a fianco di Lombardia e Veneto. Alla base di questo risultato ci sono la resilienza del nostro tessuto produttivo, la capacità delle nostre aziende di investire nell’innovazione e, non da ultimo, la virtuosa alleanza che in questi anni si è instaurata tra il mondo delle imprese e l’Amministrazione regionale. All’interno di questo contesto, il settore metalmeccanico – che da solo vale quasi la metà del manifatturiero del Friuli Venezia Giulia – conferma di essere traino e apripista per l’economia regionale, come ben evidenziato dall’ultimo report redatto dal Comet: un settore in grado di attrarre importanti flussi occupazionali e di aprirsi ai giovani, anche nei board dirigenziali, puntando al tempo stesso su strumenti di welfare all’avanguardia. Si tratta di un comparto che conta complessivamente oltre 5 mila imprese, cui la Regione non ha fatto e non farà mancare il proprio sostegno”.
Aggiunge Sergio Barel, Presidente di COMET, Cluster della Metalmeccanica FVG: “Dai dati emersi possiamo identificare alcuni trend, alcuni pressoché inaspettati, dai quali trarre importanti spunti per le nostre azioni, che non potranno che essere veloci.
Le nostre imprese si devono focalizzare sul binomio Innovazione-contratti a tempo indeterminato che ci conferma che la tensione verso il futuro paga. La fiducia e la volontà di futuro che le nostre imprese hanno sempre manifestato vanno alimentate e perseguite con fermezza, anche se sono ancora poche le imprese che hanno adottato questo approccio, portando a un ritorno al 2018 in termini di dati relativi all’occupazione.
Il secondo tema è il ruolo femminile nella meccanica, ancora assolutamente insufficiente. Certamente il bilanciamento vita privata-lavoro impatta maggiormente sulle donne impedendo a esse intraprendere una professione in questo settore. Il terzo tema è il ruolo delle persone provenienti da altri Paesi il cui contributo a livello di forza lavoro è di conclamata importanza. In sintesi, e guardando al futuro non possiamo che rivolgerci ai giovani e alle future generazioni che, come dimostrano i dati, sono anche coloro che possono fare la differenza in fatto di attenzione alla sostenibilità, se coinvolti nei board delle imprese.
È però doveroso ricordare che i talenti, prima che tenuti, vanno creati ed è tempo che le imprese si impegnino concretamente nel sostenere ed attivare tutti i percorsi di formazione possibili.
Ripartiamo dai giovani presenti nelle aziende, dando loro spazio, creando percorsi formativi e supportando tutte le iniziative volte a creare attrazione per il manifatturiero e la meccanica in particolare”.
Un osservatorio unico nel suo genere
Ideato e coordinato dal Cluster della Metalmeccanica regionale COMET, l’Osservatorio della Metalmeccanica FVG è unico nel suo genere perché riunisce il know-how di Area Science Park, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Udine e Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che hanno lavorato sinergicamente e hanno elaborato le informazioni di diverse fonti e banche dati con l’obiettivo di scattare una fotografia nitida dell’attuale panorama lavorativo regionale di uno dei settori economico-produttivi che, grazie alla tecnologia, evolve più velocemente.
Per lo studio della situazione occupazionale del settore, Area Science Park si è avvalsa delle banche dati di Innovation Intelligence FVG combinando i dati delle comunicazioni Obbligatorie fornite dall’Osservatorio Regionale del Mercato del Lavoro della Regione Friuli Venezia Giulia, comunicate dai datori di lavoro su assunzioni e cessazioni. Dall’analisi risulta che, con 5.063 imprese e considerando tutte le forme societarie, la metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia rappresenta quasi il 45% della manifattura regionale.
L’analisi condotta dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo si è invece concentrata sulla composizione per età e genere dei board aziendali delle imprese dell’Elettromeccanica del Friuli Venezia Giulia, il comparto core della metalmeccanica regionale, proponendo dei confronti a livello settoriale e territoriale (sono stati analizzati i board di 81.839 imprese manifatturiere italiane, di cui circa 1.000 riconducibili all’Elettromeccanica del FVG).
Infine, i dipartimenti di Economia delle Università di Trieste e Udine hanno sviluppato e condotto un instant poll su un campione di quasi cento imprese per analizzare la condizione e l’approccio del comparto rispetto al tema dell’occupazione, divenuto oggi di centrale importanza.
I RISULTATI DELL’OSSERVATORIO DELLA METALMECCANICA FVG
Metalmeccanica e Occupazione
A cura di Andrea Bincoletto, Enrico Longato, Leyla Vesnic| Area Science Park con il contributo dell’Osservatorio Regionale sul Mercato e le Politiche del Lavoro
Il ruolo primario della metalmeccanica nel flussi occupazionali
Nel settore manifatturiero del Friuli Venezia Giulia, il comparto della metalmeccanica svolge un ruolo primario in termini numerici e per l’apporto di personale nei flussi occupazionali, dove si registra una forte vivacità per assunzioni e per capacità, rispetto alla manifattura, di mantenere la crescita del saldo occupazionale. Nel comparto metalmeccanico gli avviamenti sono stati 24.273 nel 2022 (saldo: 1.127), contro i 19.816 (saldo: 263) del resto della manifattura regionale.
Nel settore si rileva una certa stabilità del mercato del lavoro: l’indicatore di stabilità, cioè il totale dei contratti avviati sul totale dei soggetti che hanno avviato almeno un contratto, registra che, in media, nel 2022, ciascun soggetto ha avviato 1,09 contratti, conto l’1,12 della manifattura regionale.
I protagonisti sono i giovani e le persone di nazionalità extra EU
I giovani under 24 e le persone di nazionalità extra comunitaria rappresentano la principale risorsa per l’espansione dell’organico delle imprese. Per il periodo 2018-2022, i soggetti di età inferiore ai 24 anni entrati nel mondo del lavoro sono il 23,7%, nonché la seconda fascia d’età per numero di assunzioni dopo quella 25-34. Il personale non comunitario, invece, per la prima volta nel 2022, presenta un saldo occupazionale annuale (562) maggiore rispetto al personale italiano (494).
Per le donne c’è ancora del lavoro da fare
Generalmente percepito come un settore a prevalenza maschile, il comparto metalmeccanico presenta il suo tallone d’Achille nella parità di genere, sia da un punto di vista delle assunzioni di personale femminile, che nel 2022 sono il 24% del totale, sia per quanto riguarda l’equiparazione delle qualifiche, mentre la stabilità dei contratti manifesta un segnale positivo.
Il legame tra innovazione e occupazione
A contribuire in maniera significativa alla maggiore stabilità contrattuale raggiunta negli ultimi anni sono le imprese che presentano almeno un segnale oggettivo di innovazione. Esse infatti nonostante siano solo il 21% delle aziende che hanno presentato comunicazioni obbligatorie nel 2022, hanno avviato il 45% dei contratti a tempo indeterminato.
A illustrare i dati, è intervenuta Leyla Vesnic, ricercatrice dell’Area Science Park: “La seconda edizione del report è complementare a quella precedente in quanto si concentra sulla fonte primaria dei processi innovativi: il personale. Comprendere la domanda di lavoro delle aziende, le sue tendenze negli ultimi anni e come questa si incroci con i dati che caratterizzano il settore produttivo, costituisce un esercizio di analisi e approfondimento che apre a nuove interpretazioni e offre molte indicazioni sulla direzione che il comparto metalmeccanico sta prendendo. Abbiamo caratterizzato i flussi occupazionali, focalizzando aspetti al centro del dibattito sociale ed economico, come la parità di genere, il lavoro giovanile, la provenienza dei lavoratori e delle lavoratrici e la precarietà contrattuale”.
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Analisi della composizione del board delle imprese dell’Elettromeccanica del FVG
A cura di Romina Galleri e Anna Maria Moressa | Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo
Età dei componenti dei board: il passaggio generazionale è alle porte
Emerge una situazione positiva per il comparto friulano che mostra una quota di imprese con board totalmente over 65, seppur alta, inferiore rispetto alla media italiana di settore (10,6% vs 13,9%). All’aumentare della dimensione aziendale diminuisce la quota di imprese con board completamente over 65, fino ad azzerarsi per le grandi imprese. Invece, la quota di imprese che hanno almeno un under 40 nel board è lievemente inferiore alla media nazionale: 16,6% vs 17,3%; anche in questo caso si mettono in luce le imprese di grandi dimensioni, che hanno una quota notevolmente più alta di board con almeno un under 40 (23,1%). Il fatto che la quota di imprese con almeno un under 40 nel board sia superiore alla quota di imprese con tutto il board over 65 per tutte le dimensioni aziendali può essere letto come un fattore positivo, a significare che una nuova generazione è già operativa.
Nelle grandi imprese, porte aperte alle donne
I due terzi delle imprese friulane del campione, ma anche di quelle italiane, non hanno nessuna donna nel board, mentre le aziende che hanno un board composto dal 50% o più di donne sono il 16,6% in FVG e il 17,6% in Italia. Risulta inoltre che, rispetto alla media italiana, la nostra regione è meglio posizionata per presenza di almeno una donna nel board nelle imprese di grandi dimensioni (54% vs 45%).
Innovazione e sostenibilità nelle imprese guidate da giovani
I dati dimostrano come la diversa composizione del board possa influire su competitività, capacità di innovazione, sostenibilità e potenzialità di crescita delle imprese. Infatti le imprese con almeno un under 40 inserito nel board sono cresciute di più in termini di variazione del fatturato tra il 2019 e il 2021 in Italia, ma ancor più nel comparto Elettromeccanico regionale in cui la crescita media è di 15,1%, contro il 6,5% delle imprese con un board composto completamente da over 65.
I giovani sono più orientati all’innovazione, ai temi ambientali e a guidare le imprese nella transizione ecologica: il 25,5% delle imprese dell’Elettromeccanica del FVG con almeno un under 40 nel board ha certificati ambientali, una quota che si ferma al 7,8% per le imprese che invece hanno tutto il board over 65. Le prime registrano inoltre una quota del 10,8% in possesso di almeno un brevetto, contro il 4% osservato nelle imprese con tutto il board over 65.
Secondo Francesca Nieddu, direttrice regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia Intesa Sanpaolo, “Accompagnare con fluidità il trasferimento alle nuove generazioni è un ulteriore modo per disegnare insieme il futuro delle imprese, preservare le storie aziendali e salvaguardare intere filiere produttive, inserendo soluzioni innovative, digitali e sostenibili nei processi produttivi. Siamo pronti a sostenere le impese che, come noi, credono nella crescita attraverso le persone e mettiamo a loro disposizione strumenti concreti come le polizze collettive per la salute dei dipendenti o finanziamenti premianti in termini di tasso al raggiungimento di obiettivi ESG, nei quali rientrano anche le iniziative a favore delle persone in azienda e della parità di genere. Nel Nordest, nel 2022, abbiamo coinvolto circa 10.000 dipendenti con i nostri programmi di welfare aziendale che, grazie alle nuove soluzioni, sono accessibili anche alle piccole e medie imprese.”
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L’attrattività delle imprese della metalmeccanica friulana
A cura di Prof. Marina Chiarvesio e Raffaella Tabacco | Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche di UniUd
Prof. Guido Bortoluzzi | Dipartimento DEAMS – Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche “Bruno de Finetti”di UniTs
La stabilità del comparto metalmeccanico friulano rilevata dall’analisi eseguita da Area Science Park viene confermata dall’instant poll condotto dai Dipartimenti di Economia di UniTS e UniUd, che ha affrontato i temi del turnover del personale e dell’attrattività delle aziende metalmeccaniche friulane. È stato rilevato che l’emergenza turnover varia in misura significativa al variare delle dimensioni delle aziende, e che le aziende più sensibili al tema, così come le più coinvolte, sono quelle di maggiori dimensioni. La necessità di lavorare su elementi di attrazione per i talenti è trasversale a tutto il campione e tra le iniziative più recenti messe in atto ci sono soprattutto strumenti di welfare, con incentivazione economica, attenzione al giusto equilibrio tra lavoro e vita privata con la flessibilità di orario e creazione di contesti di lavoro confortevoli e stimolanti.
Le aziende del territorio hanno ben compreso il valore dell’investimento sulle persone, la formazione e il coinvolgimento, fattori che sostengono l’appartenenza, la soddisfazione personale e quindi la fedeltà all’azienda. La comunicazione in chiave employer branding e il rapporto con il sistema della formazione sono ambiti di azione che supportano gli interventi orientati ai dipendenti. Il tema della sostenibilità non appare al momento centrale al fine dell’attrazione di nuovo personale, benché il suo ruolo come fonte di vantaggio competitivo sia comunque indiscutibile.
Spiega la professoressa Marina Chiarvesio di UniUd: “Le imprese intervistate al momento, mediamente non percepiscono in modo grave l’emergenza turnover, tuttavia è ben chiara l’esigenza di investire in una pluralità di direzioni per trattenere chi è già in azienda e reclutare nuove risorse, per sostenere la competitività anche in questa fase post pandemica. Welfare, work-life balance, engagement del personale sono gli strumenti più utilizzati sul fronte interno, assieme ad una maggiore attenzione per la comunicazione e le relazioni esterne, in particolare con il territorio. Vengono segnalate anche esperienze originali che affiancano gli strumenti più consolidati e diffusi, ma non per questo scontati. E rispetto al mondo femminile, su ammissione delle stesse imprese, la meccanica rimane un mondo poco attrattivo.”
Aggiunge il professor Guido Bortoluzzi di UniTs: “I dati raccolti appaiono “in media” confortanti. Ma è proprio questo il problema: le medie ci raccontano spesso mezze verità, come nella nota filastrocca dei polli di Trilussa. Quello che notiamo nelle pieghe dei dati oltre che dalle interviste svolte con i protagonisti del settore è una sensibilità ed un impegno maggiore da parte delle grandi imprese al tema dell’attrazione e della retention dei talenti. E poiché le dinamiche demografiche non sono certamente favorevoli nei prossimi decenni, questo significa che, a parità di altre condizioni legate ai flussi migratori, c’è un grande nodo destinato ad arrivare al pettine: la numerosità dei futuri talenti. E questo nodo impatterà sia le grandi imprese, che già oggi percepiscono una crescente competizione sui talenti con altre grandi imprese, sia le PMI che soffrono e soffriranno sempre più del “ratto dei talenti” da parte di imprese meglio attrezzate ad offrire ai talenti un ambiente di crescita professionale stimolante ed un migliore bilanciamento del rapporto tra vita privata e lavoro”.
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