Scuola Mosaicisti del Friuli, inaugurato il nuovo anno formativo
In una cornice insolita, quanto suggestiva, si è inaugurato lunedì 25 settembre, l’anno formativo 2023/2024 della Scuola Mosaicisti del Friuli.
Come è consuetudine, l’ultimo lunedì del mese di settembre vede la ripresa delle lezioni con una cerimonia per salutare e augurare un buon lavoro agli allievi e a tutto il personale della Scuola. Quest’anno la cerimonia si è svolta nel Duomo di Spilimbergo grazie alla collaborazione di don Giorgio Bortolotto: un luogo pieno di storia e di testimonianze d’arte, che ha riempito gli occhi di tutti i presenti di bellezza, dando all’evento la solennità che si confà ad ogni buon inizio.
Stefano Lovison, presidente del Consorzio per la Scuola Mosaicisti del Friuli, ha aperto la cerimonia con parole incoraggianti, dando il benvenuto alla sessantina di allievi che animeranno i laboratori della Scuola. Nel ricordare che la Scuola era nata 102 anni fa, per offrire un futuro lavorativo sicuro a chi, per età, guardava al mondo con incertezza, il presidente Lovison si è soffermato sul ruolo attuale della Scuola Mosaicisti del Friuli che, con il passare del tempo, ha saputo elevare la qualità formativa con competenza, dedizione e capacità di rinnovamento. La Scuola Mosaicisti del Friuli è un centro internazionale per l’arte del mosaico e per gli ex allievi divenuti “maestri mosaicisti” continua ad essere fulcro di una rete di scambi e relazioni per il settore musivo: un punto di riferimento vitale e aperto, fatto di persone, aziende, saperi, abilità, storie ed esperienze, cresciuto nel suo compito formativo e nella sua capacità di rispondere alle richieste del mondo del lavoro. Questo è stato possibile grazie all’impegno delle persone che compongono la “squadra” della Scuola, grazie alla dirigenza e al sostegno dell’Amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia e dei numerosi Enti consorziati.
Non poteva mancare all’apertura dell’anno formativo il Sindaco di Spilimbergo Enrico Sarcinelli per accogliere gli allievi nella comunità di Spilimbergo che nella Scuola Mosaicisti del Friuli riconosce una “casa” dove nutrire l’animo di bellezza.
Il direttore della Scuola Mosaicisti del Friuli, Gian Piero Brovedani, ha voluto presentare agli allievi le persone con le quali si relazioneranno e si confronteranno durante l’anno: i docenti, il personale amministrativo e tecnico e la segreteria. Ha poi evidenziato come il programma didattico 2023/2024 presenti alcune novità frutto di una razionalizzazione, proprio per stare al passo con gli studi attuali nell’ambito della formazione artistica-artigianale e con le richieste degli allievi che, diversamente dal passato, rivelano una maggior preparazione scolastica spesso documentata da lauree e specializzazioni. Per continuare ad alzare il livello qualitativo e le competenze saranno maggiormente focalizzate le quattro tecniche principali dell’arte musiva: il romanico, il bizantino, il moderno (tecnica indiretta ossia quel rovescio su carta che è peculiare della Scuola e del territorio friulano) e il contemporaneo (tecnica libera). Verranno inoltre potenziate le lezioni di terrazzo e sviluppati progetti interdisciplinari seguendo l’intero processo realizzativo che parte con l’elaborazione di un’idea e termina nell’esposizione dell’opera finita.
A concludere la cerimonia sono state le parole di don Giorgio Bortolotto che ha ricordato come la chiesa sia un luogo di incontro e come il Duomo di Spilimbergo, frutto della volontà di un conte e non di una personalità religiosa, sia di pietra e legno, gli stessi materiali che gli allievi troveranno nella Scuola, quando dovranno tagliare le pietre sul ceppo impugnando una martellina. Scuola che con il Duomo condivide anche l’essere un contenitore di bellezza e da qui l’augurio agli allievi, nel loro primo giorno di scuola, che la bellezza possa essere “la dinamo” che li spinga ad applicarsi con responsabilità e passione.
Inizia così il nuovo anno formativo nel quale è confermata l’internazionalità della Scuola con allievi provenienti non solo da tutta Europa, ma anche dall’Asia e dall’Australia. Nei corridoi tornano dunque a risuonare, dopo la pausa estiva della mostra Mosaico&Mosaici, i colpi delle martelline e si rivive quel fermento di laboriosità, studio e fatica, che nasconde speranze e annuncia successi professionali.