L’educazione finanziaria nel mondo social
L’educazione finanziaria al giorno d’oggi è oramai un fenomeno di tendenza. Già da alcuni anni nel mondo social stanno spopolando le figure di diversi influencer finanziari che insegnano ai loro follower come risparmiare, come investire utilizzando le piattaforme tradizionali e come acquisire maggiore dimestichezza con strumenti complessi, come crypto-valute, NFT (Non Fungible Token) o ICO (Initial coin offering). Occhio però, non è tutto oro quello che luccica e l’ecosistema dei social media è popolato da molteplici figure oscure, che polarizzano l’attenzione dei follower millantando facili guadagni in tempi brevissimi e pubblicizzando strategie di trading online o portali dove poter fare i propri investimenti con costi irrisori. Fate molta attenzione, spesso la comunicazione non è imparziale ma finalizzata alla vendita di prodotti di dubbia provenienza, facendo leva sui desideri degli utenti o sulla cosiddetta f.o.m.o., fear of missing out, ovvero la paura degli investitori di perdere un’occasione/un’opportunità per ottenere un guadagno sfruttando un trend.
L’ambiente dei social media rappresenta inoltre un terreno molto fertile per rendere facilmente avvicinabili soggetti che non hanno modo di avvedersi dell’ingannevolezza di un messaggio in materia di investimento, alla luce di una credibilità attribuita a chi divulga questi contenuti dettata da distorsioni cognitive tipiche dell’ambiente social.
La questione è molto delicata e i dati dell’ultimo rapporto di Banca d’Italia relativi all’alfabetizzazione finanziaria nel nostro paese non sono rassicuranti. Il livello di alfabetizzazione finanziaria degli adulti in Italia nel 2023 è lievemente aumentato rispetto ai dati del rapporto 2017, pur rimanendo su livelli bassi. Il miglioramento è guidato dai comportamenti e dagli atteggiamenti degli individui nella gestione dei propri risparmi e nell’accortezza nell’uso del denaro. Queste due caratteristiche, unite alla conoscenza di concetti finanziari di base sono molto importanti per la partecipazione ai mercati finanziari, la resilienza rispetto alle difficoltà e il benessere finanziario.
Coltivare l’alfabetizzazione finanziaria è fondamentale per non dare adito ai molti fenomeni truffaldini presenti sul web. I dati dell’ultimo rapporto Clusit 2023 relativo all’anno 2022 descrivono un andamento esponenziale delle truffe perpetrate online, 15.699 i casi identificati lo scorso anno. Di questi il 18% è rappresentato da truffe collegate al settore finanziario ed al trading online, il che, a primo acchito, potrebbe sembrare una percentuale esigua ma se si guardano gli importi sottratti le cose cambiano: nel 2022 sono stati 93 milioni di euro gli importi frodati grazie a truffe di carattere finanziario su un totale di 116 milioni relative alle truffe informatiche, ovvero un percentuale che va oltre l’80%. La situazione pare drammatica soprattutto alla luce del fatto che questi dati sono in continua evoluzione. Nell’ultimo quadriennio infatti, stando ad un rapporto Consob di luglio 2023, sono stati oscurati 927 siti web riconducibili a pratiche truffaldine, e nonostante gli sforzi delle autorità competenti in materia di vigilanza dei mercati il fenomeno sembra molto difficile da arginare. La proliferazione di contenuti fraudolenti richiede sempre più una collaborazione attiva tra gli enti preposti e i cittadini.
L’evoluzione normativa non tiene il passo con la crescita delle insidie finanziarie nel mondo dei social media, la tutela dei consumatori passa attraverso gli strumenti di segnalazione alle autorità competenti (Consob, AGCM) ma ancor di più c’è bisogno di una presa di coscienza da parte degli investitori.
Una sana educazione finanziaria, insieme a una solida prassi di ricerca accurata delle informazioni e di verifica della veridicità dei contenuti diffusi dagli influencer finanziari, rappresenta lo strumento più efficace per contrastare e cercare di limitare il fenomeno delle truffe.
Scritto da dr. Manuel Bernardis
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