Gestire il cambiamento sanitario: al via la prima edizione del master
Gli iscritti sono 15 e provengono anche da Veneto, Puglia e Campania
Sono 15 i professionisti con background differenti e complementari che hanno scelto di iscriversi alla prima edizione del master di II livello in “Salute e Umanizzazione nell’Organizzazione e Gestione del Servizio Sanitario Nazionale”, il nuovo percorso formativo dell’Università di Udine – primo nel suo genere a livello nazionale – che si propone di realizzare un rinnovamento di prospettive nella sanità italiana.
Le lezioni, sia online sia in presenza, sono iniziate in queste settimane e hanno permesso ai partecipanti e ai docenti di conoscersi e di impostare l’esperienza di alta formazione per costruire un nuovo percorso per rendere tangibile l’umanizzazione delle cure, ovvero la strategia fondamentale per rispondere ai bisogni di salute della popolazione considerando sia la prospettiva clinico assistenziale che quella organizzativo gestionale.
“Costruire un master che si potesse occupare dei temi più salienti che riguardano la nostra società civile ha evidenziato Massimo Robiony, direttore del master – è stata una sfida che, come professionisti della salute e docenti universitari, non potevano non cogliere. Trasferire la nostra esperienza pratica come modello organizzativo per la salute delle persone è un piccolo primo passo per rigenerare il nostro sistema sanitario attraverso la riprogettazione dell’ecosistema della salute del prossimo decennio, tutelando il servizio pubblico che deve rimanere la massima espressione di appropriatezza dei percorsi di prevenzione, diagnosi e cura in chiave umanizzante”.
I protagonisti del cambiamento sono 15 e arrivano per la maggior parte da aziende sanitarie regionali, ma anche dal Veneto, Puglia e Campania. I titoli di studio e le esperienze sono molto vari: ci sono infatti non soltanto laureati in medicina e chirurgia e scienze infermieristiche, ma anche in ingegneria clinica, scienze giuridiche, psicologia, chimica e tecnologie farmaceutiche, farmacia industriale, biologia, scienze delle professioni sanitarie tecniche. Il master infatti è destinato a laureati di qualunque classe senza esclusione di sorta, visto che si propone di formare figure professionali capaci di assumere ruoli di direzione, gestione, coordinamento e consulenza progettuale integrata nelle aziende sanitarie per consentire di affrontare le complesse e molteplici dimensioni della salute tramite l’integrazione di diverse conoscenze e abilità dal punto di vista clinico, strategico, economico-gestionale, sociologico e tecnologico.
“La caratteristica prevalente dei nostri partecipanti e dei docenti coinvolti è l’entusiasmo – sottolinea la project manager Elisabetta Ocello – il vero motore per costruire un percorso che possa portare dei risultati tangibili per l’umanizzazione delle cure. In questi primi due week end formativi abbiamo condiviso esperienze, ma soprattutto la voglia di mettersi in gioco insieme per costruire a piccoli passi la nuova filiera della salute”.
Dopo le prime lezioni a novembre sulla condivisione del progetto formativo e della prospettiva scientifica e internazionale, con gli interventi magistrali di Silvio Brusaferro, Alberto Felice De Toni, Carlo Hanau e Sabina Nuti, il secondo weekend si è svolto in presenza partendo con una attività di team building in cucina, in collaborazione con Accademia del Gusto e Stefano Minisini e Elena Viel di Eupragma, per cogliere tramite una attività esperienziale l’importanza del benessere organizzativo, del lavoro di squadra e dell’integrazione tra competenze organizzative, relazionali e tecniche. Sono stati poi affrontati i temi della gestione del conflitto con Carlo Antonio Gobbato e il contributo di Luca Arcese. Ultima giornata dedicata alla testimonianza inerente all’esperienza del Dipartimento Testa Collo e Neuroscienze volta a rendere tangibile l’umanizzazione delle cure attraverso l’integrazione tra assistenza clinica, formazione, ricerca e didattica. In occasione del primo weekend residenziale gli allievi hanno ricevuto un primo testo di riferimento: “Chi ci curerà?” di Paolo Nucci e Rosanna Magnano.