Immigrati dai Balcani e terrorismo, il bilancio del questore di Pordenone Diego Buso
Alla 166esima festa della polizia il questore Diego Buso ha parlato delle due emergenze affrontate nel suo mandato pordenonese, ovvero terrorismo e immigrazione. I flussi migratori passano ora principalmente attraverso la rotta balcanica e non più per il Mediterraneo. Queste tratte sfuggono alla pianificazione centralizzata, mettendo sotto pressione le istituzioni. Dei 934 richiedenti asilo durante i primi 10 mesi del 2017 per l’80% sono pakistani, per il 15% afghani. 39 le espulsioni, 42 ordine e 12 accompagnamenti alla frontiera. Per l’unico ufficio di polizia del Fvg non di confine la situazione è difficile da gestire poichè non è nato con strutture logistiche performanti e un numero adeguato di personale. Vuoto colmato parzialmente da un potenziamento dell’efficienza organizzativa, avviata proprio da Buso, e ora dai 15 nuovi agenti.
“Le commissioni territoriali di Udine e Gorizia rigettano, nove volte su dieci, le domande di asilo – ha precisato Buso – senza riconoscere alcuna forma di protezione internazionale. Gli ultimi casi trattati dalle Commissioni, nove volte su dieci, riguardano migranti che provengono da altri paesi europei o dalla rotta balcanica per motivi economici. Sono due dati dei quali chiunque debba gestire o legiferare sui temi dell’immigrazione non può non tenere conto”. Due settimane dopo il suo insediamento, il prefetto si è dovuto preparare anche al contrasto del terrorismo internazionale, vista la strage del Bataclan, impostando l’allerta ai massimi livelli. Sotto la lente d’ingrandimento tutte le manifestazioni e i raggruppamenti, ma per fortuna nessun attacco, ma l’allerta è sempre alta. Tempo di commiati e di bilanci, per il numero uno di piazzale Palatucci, che domani si insedierà sullo scranno più alto della questura di Sassari. “Lascio una città vivace, discretamente sicura, anche se non c’è rassicurazione che tenga, quando si viene colpiti direttamente da un fatto criminoso. Porterò con me il ricordo dei confronti e dei colloqui con le tantissime persone che hanno lavorato in tutte le articolazioni della questura e mi hanno dato molto di più di quanto abbiano ricevuto da me”.