Le parole straniere del cibo spiegate bene
Dalle Donne del Cibo (A-E)
di Roberta De Noia*, Francesca De Vecchi*, Elena Consonni**, Tamara Gaiatto*** e Giuliana Masutti****
L’uso di termini stranieri è oramai molto diffuso anche in campo agroalimentare e in settori a esso connessi. Attraverso il progetto Sapore straniero: viaggio nelle parole del cibo, nel 2023 le Donne del cibo hanno raccontato, attraverso la loro pagina Facebook il significato di alcune tra le parole o definizioni più utilizzate.
Eccone di seguito una selezione in ordine alfabetico:
Baby food
È il cibo pensato e destinato ai bambini. Il termine si riferisce alle preparazioni industriali pensate per i bambini fra 0 e 3 anni che si dividono in: alimenti a base di cereali (biscotti, creme di cereali, pastine…); formule (i cosiddetti latti liquidi e in polvere); alimenti a base di frutta e a base di carne (omogeneizzati o liofilizzati).
La legge di riferimento è la DM 82/2009 che stabilisce come possono e devono essere fatti questi alimenti – sia da un punto di vista di composizione, sia per quanto riguarda gli aspetti di sicurezza -. Ad esempio i limiti massimi di alcuni contaminanti devono essere più bassi, rispetto a quanto previsto per gli alimenti comuni.
Binge eating
Il Bing Eating Disorder (BED) è anche detto disturbo da alimentazione incontrollata e per la sua individuazione si utilizzano diversi criteri diagnostici, tra cui: il verificarsi di episodi ricorrenti di abbuffate; la frequenza con cui si verificano le abbuffate: in media almeno due volte a settimana per un periodo di sei mesi.
Gli episodi di abbuffate sono associati anche ad alcune condizioni specifiche come, ad esempio, mangiare più rapidamente del normale, mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni, mangiare in assenza di fame o appetito, mangiare provando senso di colpa e in solitudine per vergogna e timore del giudizio altrui. Sembra essere il disturbo del comportamento alimentare più diffuso tra i maschi, anche se in letteratura sono maggiormente presenti studi in cui i campioni osservati sono di sesso femminile o misti, quindi la descrizione della condizione patologica non fa distinzioni tra i sessi.
Carbon footprint
La carbon footprint, o impronta di carbonio, misura le emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra legate a un prodotto, o a un servizio, permettendo di valutarne l’impatto ambientale, in termini di riscaldamento globale. La misurazione interessa tutto il suo ciclo e quindi, nel caso di un alimento tutte le fasi della filiera, dalla produzione agricola e industriale alla distribuzione. Il dato finale può essere quindi condizionato da tanti fattori come le pratiche agricole adottate, il tipo di trasformazione e di confezionamento, le distanze dal luogo di produzione a quello di consumo e così via. Ma non solo gas serra. In un contesto generale di crescente stress idrico un altro parametro utilizzato per valutare la sostenibilità del nostro cibo è la water footprint, o impronta idrica, che misura l’impatto di un prodotto in termini di consumo e qualità dell’acqua.
Clean label
L’etichetta pulita o clean label si può considerare una vera e propria tendenza alimentare e, allo stesso tempo, una sfida per i produttori di alimenti. Il consumatore, infatti, è sempre più attento a quello che porta in tavola e non solo da un punto di vista nutrizionale, ma anche all’ impatto di quel determinato prodotto sulla salute e sull’ambiente.
Clean label non significa necessariamente “privo di additivi”. L’espressione può infatti riferirsi anche all’assenza o alla riduzione di un determinato ingrediente percepito spesso dal consumatore come nocivo (ad esempio: senza zuccheri). Naturalmente le indicazioni non devono essere ingannevoli o fuorvianti e rispettare le normative vigenti in materia di informazione ai consumatori.
Comfort food
Ovvero il cibo che nutre le nostre emozioni, il cibo che ci dona benessere e ci fa tornare indietro nel tempo evocando sensazioni di serenità e allontanandoci per un momento dai nostri problemi. Tutti noi abbiamo un comfort food, legato a ricordi e momenti speciali.
Sembra che la prima descrizione del concetto di comfort food sia comparsa nell’opera di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”, dove viene raccontato dettagliatamente l’effetto emotivo provocato da una madeleine inzuppata nel tè. La scienza, che se ne occupa dagli anni Sessanta, ha scoperto che il consumo di comfort food attiva un sistema di ricompensa del cervello, che attraverso la secrezione di ormoni, dona una sensazione di relax e appagamento.
Dark kitchen
Significa cucina nascosta, o anche ghost kitchen cioè cucina fantasma. È un locale completamente equipaggiato e attrezzato per preparare in modo professionale pasti esclusivamente per la consegna, per altri ristoranti, abitazioni private o altri luoghi in cui il cibo sarà consumato. È una sorta di cucina che può essere noleggiata per preparare cibo ed è un fenomeno che si è affermato con la recente pandemia, quando molti ristoranti si trovarono costretti a chiudere o a ridurre il numero di posti a sedere mentre parallelamente cresceva la richiesta di pasti da asporto.
Doggy bag
Significa letteralmente “borsa per cani”. Si tratta di un’espressione utilizzata per indicare la pratica di portare a casa gli avanzi di un pasto al ristorante. La diffusione di questa tendenza è indubbiamente un vantaggio perché favorisce la riduzione degli sprechi e ci indirizza verso comportamenti più sostenibili.
Eating clean
Il principio del “mangiare pulito” si riferisce a un modello di alimentazione che si basa sul consumo di alimenti il più possibile non processati. Gli alimenti “clean“, sono prevalentemente cibi freschi, poco elaborati e privi di additivi come esaltatori di sapidità, aromi, coloranti, ecc. La prima regola dell’eating clean è cucinare i propri pasti (anche quelli della pausa pranzo al lavoro, per esempio) a partire da ingredienti semplici e il più possibile freschi. Il tutto per uno stile di vita con un po’ di sana lentezza essenziale anche per assaporare veramente i cibi.
Per scoprire il significato di tante altre parole utilizzate in campo alimentare e anche gastronomico, vi invitiamo a visitare la pagina Facebook di Donne del Cibo: facebook.com/donnedelcibo.
*tecnologa alimentare;
**giornalista,
***operatrice culturale,
****perita agraria