Sicurezza e immigrazione in Friuli: nel 2017 Udine è la sesta città più sicura d’Italia
Ultimamente è noto il crescente tono di preoccupazione dell’opinione pubblica udinese, circa la sensazione di sicurezza che vive la comunità nelle diverse aree della città.
Spesso però le persone incorrono in un errore concettuale simile al conceptual stretching , associando il fenomeno della migrazione alla criminalità; ciò avviene con un certo automatismo.
Il sociologo Marzio Barbagli e il professor Asher Colombo dell’Università di Bologna rendono noto nel libro “Rapporto sulla criminalità e la sicurezza in Italia”, che sono maggiori i reati compiuti dai migranti di seconda generazione, cioè i figli di immigrati nati in Italia, rispetto ai migranti di prima generazione, che rappresentano invece quegli immigrati giunti fin qui per svariati motivi, da un altro paese.
Oltre le note strutture ordinarie di accoglienza e permanenza degli immigrati, esistono 82 paesi del Friuli Venezia Giulia che nel 2017 presentano i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), e si contano nel territorio tra i 4.000 e i 5.000 migranti.
La popolazione straniera residente in Friuli Venezia Giulia è aumentata dai 97.327 individui del 2011, ai 105.222 del 2015, e allo stesso modo la popolazione straniera residente nello specifico in Provincia di Udine, che contava 37.527 individui nel 2011, e ne ha contati 39.849 nel 2015. Gli stranieri residenti nel Friuli Venezia Giulia al 1° gennaio 2017 sono 104.276 e rappresentano l’8,6% della popolazione residente. (dati ISTAT)
Mentre nei CAS e nelle strutture ordinarie di accoglienza e permanenza sono presenti prevalentemente migranti di prima generazione, la popolazione straniera residente può vantare una consistente percentuale di migranti di seconda generazione.
Ad ogni modo, è certo che la componente dei migranti è in aumento e che l’Europa intera conta sui nostri centri di accoglienza.
Negli ultimi anni sono emerse a Udine svariate lamentele da parte dei commercianti e dei residenti di alcune zone della città, come ad esempio Via Aquileia, Viale Ungheria, Via Leopardi e in generale Borgo Stazione. Nonostante siano altri i quartieri più a rischio di criminalità della realtà udinese, sorgono gran parte delle lamentele nelle zone sopracitate, le cui strade mostrano un evidente aumento della popolazione straniera.
Già nel 2012 la tematica che toccava Via Roma da ormai diversi anni, ha coinvolto l’allora presidente dell’Associazione commercianti del quartiere delle magnolie Hosam Aziz, che ha ricordato in quella occasione che Udine al tempo era la terza città più sicura d’Italia. La festa delle magnolie comunque si presenta come un evento contro la criminalità, che nella zona stazione si manifesta nelle sue sfaccettature più visibili: spaccio e prostituzione.
I dati della Questura di Udine però ci mostrano che negli anni (2015/2016), i delitti di maggior allarme sociale commessi sono in diminuzione:
Ad esempio per quanto riguarda le rapine si passa dai 18 agli 8 arresti in un anno, le denunce per violenze sessuali sono passate dalle 10 del 2015 alle 9 del 2016, i reati per sfruttamento della prostituzione scoperti erano 3 sui 5 rilevati nel 2015, mentre nel 2016 se ne contano 2 scoperti e 2 rilevati e così via.
Insomma si nota tendenzialmente un calo.
I rilevamenti mostrano che solo gli scippi e le truffe e frodi informatiche sono aumentati dal 2015 al 2016, mentre il resto dei reati sono in diminuzione.
Anche il numero delle denuncie presentate sono diminuite dalle 2775 del 2015 alle 2383 del 2016:
- Furti in abitazione da 316 (2015) a 271 (2016)
- Furti in esercizi commerciali da 156 (2015) a 143 (2016)
- Furti di autovetture da 18 (2015) a 13 (2016)
- Furti su autovetture da 136 (2015) a 106 (2016)
- Rapine da 37 (2015) a 28 (2016)
Emerge una tendenza inversamente proporzionale, forse casuale o forse no, nel rapporto tra numero di migranti e rilevamento dei reati di maggiore allarme sociale degli ultimi anni.
Nel 2017 Udine risulta essere la VI città più sicura d’Italia, dunque Udine si può considerare una città tendenzialmente sicura e si può cercare di abbattere la paura storicamente viva dello straniero, perché forse questa paura risiede nella precarietà e nell’incertezza che coinvolge il fenomeno della migrazione nei suoi apparati di accoglienza e nelle sue dinamiche di integrazione. Vedremo cosa riserverà il 2018 per quanto riguarda questa tematica.