A tu per tu con Honsell: “Sono un professore, faccio politica per servizio. Punto sull’ascolto, che ultimamente è mancato, e sulla dinamicità”
In una mattinata più estiva che primaverile, l’ex sindaco di Udine, Furio Honsell, ci ha accolto nella sua sede elettorale di via Vittorio Veneto, per parlare di questa sua nuova avventura che lo porterà a correre con la sua lista alle elezioni regionali del 29 aprile, appoggiando Sergio Bolzonello.
Partiamo dalle basi, dopo 10 anni il suo mandato a Udine è finito e non più rinnovabile, lascia un’Udine migliore rispetto a come l’aveva trovata? “Certamente, la Udine che io ho lasciato dopo 10 anni è molto più europea, ho toccato temi molto importanti che nessuno affronta, me ne sono accorto in campagna elettorale e forse anche per la popolazione sono sconosciuti, perchè proprio i media non danno molta importanza all’ambiente, all’energia e ai mutamenti demografici derivanti dall’invecchiamento della popolazione. Io nel 2009 ho firmato il patto dei sindaci 20/20/20 che prevedeva l’abbattimento dell’emissioni di Co2 del 20% da fonti fossili rispetto a una base. Siamo una delle poche città che è riuscita nell’obiettivo, abbiamo abbattuto le emissioni di Co2 del 18% rispetto al 2016, i mutamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti, anche qui ad Udine, basta alzare gli occhi e guardare al Canin, un tempo lì c’era un ghiacciaio anche d’estate, oggi non c’è più, i mutamenti climatici sono dunque presenti, sono dovuti soprattutto ai gas serra e penso che chi ha un senso di responsabilità nei confronti dei cittadini e nei confronti di quelli che verranno debba impegnarsi affinchè la qualità dell’aria sia migliore, quindi la decarbonizzazione. Ho realizzato – precisa Honsell – prima quando ero rettore poi quando sono diventato sindaco un grande impianto di Cogenerazione all’ospedale e di teleriscaldamento e questo ha abbattuto di molto le emissioni di Co2 e di polveri sottili. Sono state tante le operazioni per esempio che hanno riguardato l’illuminazione pubblica. Ora costa la metà di quando io sono diventato sindaco adesso tutto è a led, l’inquinamento luminoso è dimiuito e la luminosità è aumentata. Sul tema poi dell’attenzione ai cittadini anziani noi abbiamo un indice di vecchiaia qui ad Udine di 220, quindi significa che abbiamo ogni 100 cittadini sotto 14 anni ne abbiamo 220 sopra i 65, io ho cercato di rendere Udine molto più amica degli anziani in tutte le circoscrizioni, con tante iniziative”.
Ora la scelta di appoggiare Sergio Bolzonello alle elezioni regionali: “Io avevo raccolto tutte le anime della sinistra e del centro sinistra, da Rifondazione Comunista al PD, ho avuto solo il problema nel 2009 con alcuni sostenitori che uscirono dopo la vicenda di Eluana Englaro, però come si è visto io sono quello che ha accolto e garantito il diritto alla giustizia a Beppino Englaro, perché lì c’erano sentenze della Corte d’Appello e di Cassazione che gli davano l’ok per togliere il sondino nasogastrico. Quindi – torna alla situazione attuale l’ex sindaco – ho pensato che, in un’epoca come questa dove ci sono tanto populismo e xenofobia, fosse importante avere una voce di sinistra e quindi ho creato con alcuni amici questa lista che si chiama “Open Sinistra FVG”, ma la sinistra non deve fare solo testimonianza, dire “Tutti sono cattivi noi siamo gli unici puri”, bisogna prendersi impegni di governo anche, era naturale andare in appoggio, non trovare un nuovo candidato sindaco come tanti fanno senza poi avere la possibilità di vincere, abbiamo trovato un sindaco che è quello della coalizione di centrosinistra che era indipendente nelle file del PD e che si è candidato”.
La lista “Open FVG Sinistra” si basa su un’idea nuova, ci può spiegare quale sia il progetto? “Alla base del progetto c’è la parola Open, poi articolata in Aperta, Viarte, tutte le lingue del posto. Viarte, così siete soddisfatti (ride ndr) visto che l’abbiamo messa al secondo posto, essendo il friulano una lingua minoritaria, ma di fatto maggioritaria nella nostra regione, il concetto di apertura, di valorizzazione della pluralità, di ascolto dei territori. Uno dei difetti principali della giunta uscente è stata l’incapacità di ascoltare. Moltissimi dei candidati in questa lista hanno esperienza di amministrazione, sono stati o consiglieri comunali o sindaci o vicesindaci, assessori. Poi i temi forti sono quelli che ho già citato, l’attenzione agli esseri umani, in tutte le fasi della vita, il tema dell’ambiente e poi importantissimo il tema del lavoro, inteso come forma di dignità della persona. Farei la distinzione tra il reddito di cittadinanza proposto dai 5 Stelle e le misure di inclusione attiva tipiche della sinistra. Il reddito di cittadinanza dà indiscriminatamente a tutti un reddito, l’attenzione non sta nel lavoro, in quella visione lì le persone possono anche restarsene a casa, vanno a lavorare e a guadagnare più degli altri solo i migliori, c’è una competizione, una lotta per andare a lavorare e guadagnare di più, intanto viene garantito un reddito a tutti. La nostra visione invece è quella dell’inclusione attiva. Noi abbiamo come obiettivo la piena occupazione, diversamente da chi propone il reddito di cittadinanza che non ha come obiettivo la piena occupazione mentre noi sì, per noi è importante che lavorino tutti, perché il lavoro è ciò che poi alla fine nobilita l’impegno e dal lavoro nasce l’impegno sociale e l’impegno civile”.
Alle elezioni del 4 marzo la sinistra in Friuli ha perso gran parte del consenso, come recuperare l’elettoraro perso? “Innanzitutto credo che nel meccanismo democratico un certo tipo di alternanza sia anche nell’ordine delle cose, qui la sinistra di governo, soprattutto Serracchiani-Renzi è stata una sinistra che ha fatto calare le cose dall’alto senza ascoltare, magari anche con molto coraggio hanno fatto le riforme, tutti parlano delle riforme, ma nessuno le sa fare, loro le hanno fatte, però non hanno ascoltato, hanno calato queste riforme dall’alto, sbagliando. Uno dei modi per recuperare la fiducia è proprio quello di ascoltare, per questo lo proponiamo come tema ed è giusto che, in una fase democratica dove c’è il governo che non ascolta, nelle elezioni dopo venga eletto un altro governo, perché il primo dovere di un governo non è quello di essere i primi della classe, è importante ascoltare le persone, i bisogni emergono dal dialogo, quindi cambiando metodo questo secondo me è possibile. Giustamente poi la recessione economica ha creato molta ansia, sfiducia, paura e alcune forze politiche, spregiudicatamente – qui Honsell riserva qualche stoccata ai suoi avversari – hanno alimentato questa paura, enfatizzandola e radicalizzandola, questo terrore per gli immigrati quando poi in realtà basta andare in una casa di riposo, vorrei sapere quante di queste persone terrorizzate dagli immigrati hanno poi una badante per i propri genitori che è un’immigrata. C’è stato poi da parte di altre forze politiche lo slogan “tutti a casa”, “tutti i politici sono corrotti”, come ben sappiamo ci sono tanti politici corrotti, ma ci sono anche tante persone oneste, sono forme anche di razzismo, quando uno fa di tutta un’erba un fascio, è un populismo molto facile, fa presa. Chi era al governo non ha arginato questa ondata di violenza verbale e quindi bisogna aspettare che questo polverone che si è alzato si abbassi naturalmente, come stiamo vedendo adesso poi a Roma sono passati quasi 50 giorni dalle elezioni e ancora non è stato fatto niente. Credo ci sia stata molta retorica esasperata che ha fatto presa sull’elettorato, ma secondo me basteranno anche pochi mesi, quando ci si renderà conto che tutte le promesse non sono mantenibili, per capire che la strada vecchia non era poi così negativa, salvo quel difetto sull’ascolto che le ho detto, un peccato mortale in politica. Non a caso sia Renzi che la Serracchiani sono stati azzerati”.
Uti, lavoro, sicurezza e sanità sembrano essere i quattro argomenti chiave di queste elezioni, qual è la risposta di “Open FVG”? “Partiamo dal lavoro. Il lavoro non è tanto il tema dei disoccupati, macome riportare nell’ambito del lavoro chi è inattivo. Noi abbiamo dei piani molto precisi, delle misure attive per il lavoro, c’è bisogno di professionalità in tanti settori, professionalità nuove, bisogna formare, creare le condizioni affinchè le persone ritrovino l’entusiasmo. Vogliamo riportare l’inclusione attiva, perché ci sono tanti lavori intermittenti, ma cosa fanno le persone che sono senza lavoro? Ecco non bisogna abbandonarle a loro stessi, abbiamo una proposta di legge per cercare di dare continuità, anche se l’offerta lavorativa è intermittente, dobbiamo cercare di creare una continuità di sostegno affinchè la persona possa creare un progetto di vita dignitoso. Sul tema delle Uti il vero problema è il comparto unico. Purtroppo sono state chiuse le province e tutto il personale è stato mandato nella Regione, quando sono diventato sindaco di Udine avevo 1000 dipendenti, oggi ce ne sono 800, la Regione ha quasi raddoppiato, sono quasi 4000 i dipendenti. C’è uno squlibrio enorme, buona parte dei problemi delle Uti si risolverebbe se il personale del cosiddetto comparto unico sarà impiegato dove c’è bisogno. Ci sono aspetti positivi, mirano al miglioramento dei servizi. C’è invece un aspetto che va ritoccato, che è quello della sovranità dei consigli comunali. In questo momento c’è uno squilibrio tra il potere che ha il collegio dei sindaci e il potere che ha il consiglio comunale. Questo può votare contro, ma se il consiglio dei sindaci dell’Uti invece accoglie, vince il consiglio dei sindaci. Sul problema della sanità il problema fondamentale è quello dello sconto. In questa campagna elettorale io ho contrato i rappresentanti di tutti gli enti e delle organizzazioni e tutti mi hanno detto la stessa cosa: è stata fatta una riforma senza ascoltare i loro suggerimenti e non c’è un osservatorio che possa misurare l’efficacia di queste riforme, nel nostro programma c’è l’istituzione di un osservatorio per misurare queste riforme e c’è da fare una grande verifica con tutti i portatori di interesse per cogliere a distanza di ormai un anno le loro preoccupazioni. Perché mettere mano subito alla riforma vuol dire sottoporre a ulteriore stress l’intero sistema, prima di agire ora bisogna verificare cosa sia stato fatto e capire che qualunque modifica deve avere il consenso di tutti i soggetti, la politica è anche condivisione e consenso, cosa che non è avvenuta. La sicurezza, Udine è una città sicura, negli ultimi 10 anni i reati e le denunce sono diminuiti, basta chiederlo al questore. Quello della sicurezza è un falso tema. Abbiamo certamente avuto il fenomeno dei richiedenti asilo, però adesso è superato, non abbiamo più questa emergenza, perché a livello internazionale il Friuli ora è meno presente nei circuiti, sicuramente c’è un problema internazionale che va risolto e su questo però la Regione può solo dialogare e creare certe condizioni, non è un soggetto internazionale attuativo”.
Infine un augurio per le regionali e uno per Udine: “Se mi candido con una sinistra di governo l’augurio è ovviamente quello di poter operare positivamente nei settori oscurati, che sono quello dell’ambiente, quello dell’energia e dei servizi alla persona. Io ho fiducia che questi siano temi che prima vengono affrontati e meglio è per tutti, quindi, in qualunque posizione mi troverò, se come consigliere o come assessore, sarò dinamico nel portarli avanti. Come sindaco dubito che molti altri possano vantare quanto fatto, dalle opere pubbliche, allo stadio, il parcheggio, il teleriscaldamento, il Carnera. Io sono una persona molto dinamica, che di mestiere fa il professore di matematica e fa il politico per servizio, non sono un mestierante della politica. Quello che spero per Udine è che si aiuti a conservare quanto di straordinario abbiamo fatto, impegni importanti anche delle Nazioni Unite e dell’Europa per diminuire le emissioni di Co2, questo crea posti di lavoro, perché la decarbonizzazione e la promozione delle energie rinnovabili creano posti di lavoro, quindi spero che possano proseguire le iniziative intraprese perché credo non sia solo nostro dovere, ma anche la nostra unica speranza. Le indicazioni che abbiamo a livello qualità aria è che, se continuiamo a mettere la testa sotto la sabbia, non pensando alla necessità di una rivoluzione energetica, la generazione che verrà dopo la nostra non avrà più un pianeta abitabile con la stessa qualità con cui l’ha avuto la mia”.